Perché i bitcoin coprono il suono delle cascate del Niagara?

A Niagara Falls, un comune di New York che affaccia sulle omonime cascate, due start-up di Bitcoin stanno coprendo il suono dell’acqua delle cascate, ma l’inquinamento acustico non è l’unico problema.
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Beatrice Barra 16 Dicembre 2022

A Niagara Falls, un comune di New York che affaccia sulle maestose cascate del Niagara al confine tra Canada e Stati Uniti, i bitcoin coprono il suono dell'acqua caratteristico del posto. La colpa è di due start up – Blockfusion e US Bitcoin – che hanno creato le loro sedi a poche miglia dalle cascate per sfruttare l'energia idroelettrica a basso costo per le loro attività di mining.

Fonte: Google Earth

Bitcoin, blockchain, mining: cosa sono e come funzionano

Sono parole che avrai letto spesso su internet, ma non è semplicissimo capire cosa siano e come funzionino. Facciamo chiarezza.

Bitcoin

In poche parole è una moneta che viene creata, distribuita e scambiata in modo totalmente virtuale. Prima del 2008 il mondo non aveva idea di cosa fossero, poi nell’ottobre di quell’anno uno sviluppatore di cui ancora non si conosce la vera identità, conosciuto come Satoshi Nakamoto ha deciso di sviluppare e pubblicare il  protocollo (Proof of work) per un sistema di pagamento che fosse decentralizzato e non controllato da terze parti (come le banche per esempio).

Statua dedicata a Satoshi Nakamoto a Budapest.

Blockchain

Nakamoto voleva rendere questo sistema sicuro ed evitare il rischio della “doppia spesa” ovvero che le monete digitali potessero essere spese due volte. Generalmente questa verifica nel sistema convenzionale la fanno le banche o gli istituti finanziari, che controllano le transazioni e i trasferimenti di fondi. Nakamoto invece pensò di creare un sistema di verifica basato sulla possibilità, da parte di tutto il network, di tenere traccia dei movimenti.

Per capirlo meglio, facciamo un esempio:

Io trasferisco 1 bitcoin a te che hai 0 bitcoin, tu lo trasferisci a un'altra persona che ne ha già tre e che, quindi, arriverà ad avere 4 bitcoin. Tutti questi movimenti sono inseriti in una sorta di diario cronologico che però non vedono solo le persone interessate nei movimenti – quindi (in questo caso) io te e e la terza persona –, ma tutto il network. Ogni dieci minuti tutte le transazioni del network sono riunite in un blocco (immagina tipo un anello) che si aggiunge agli altri blocchi precedenti, creando quella che viene chiamata blockchain. E che serve per confermare che se io volessi inviare altri bitcoin a te non posso farlo, perché non ho i fondi.

Mining

Prima che ogni blocco sia aggiunto agli altri, però, deve passare attraverso un processo chiamato mining. Il termine deriva da “to mine” – “estrarre” – ed è l’attività di estrazione e verifica di queste valute digitali.

Sede per attività di mining

Come? Risolvendo algoritmi matematici difficilissimi: nelle aziende che si occupano di questo  vengono usati migliaia di computer potentissimi per provare a risolverli. Il primo computer che ci riesce verifica questo blocco e lo aggiunge alla blockchain… ed ecco che viene estratta la criptovaluta!

Il caso di Niagara Falls

Le due startup  vicino alle cascate del Niagara si occupano di mining, appunto. Quindi, il rumore che sovrasta quello dell’acqua e di cui gli abitanti del posto si stanno lamentando è il ronzio dei tantissimi computer potentissimi che servono per produrre criptovalute e dei rispettivi sistemi di raffreddamento in funzione 24 ore su 24.

Per intenderci: hai presente quando usi programmi più potenti sul tuo computer, inizia a riscaldarsi e fare tipo il rumore di una ventola? Bene, immaginalo moltiplicato per migliaia di computer e per tutta la notte e tutto il giorno.

Per creare un bitcoin serve la stessa energia di una famiglia in nove anni

E l’inquinamento acustico non sembra essere l’unico problema. Nel corso degli anni i miner hanno cercato di aumentare sempre di più la potenza di calcolo per aggiudicarsi sempre più criptovalute, ovviamente questo ha portato a un aumento della difficoltà dei problemi da risolvere per estrarre le criptovalute. E così sono nate queste “mining Farm”, tipo quelle di Niagara Falls appunto.

Tutto questo ha fatto aumentare enormemente anche l’energia che serve per  svolgere queste operazioni.

Secondo l’indice del consumo energetico dei bitcoin, stimato dall’Università di Cambridge, nel 2021 il consumo del solo Bitcoin (quindi una sola delle criptovalute esistenti) è stato di 129 terawattora. Il 0,6% della produzione elettrica mondiale. A primo impatto potrebbe sembrare una percentuale piccola, irrilevante. Bastano due esempi per capire che non è così: questa cifra è pari all’assorbimento energetico della Norvegia e, nel 2019 (quando il consumo del Bitcoin era 129 Twh), quello di Google era di “solo 12,2 Twh. Dieci volte tanto. Oggi, invece, il valore del consumo energetico dei bitcoin è di oltre 94,49 Twh.

Fonte: Cambridge Bitcoin Electricity Consuption Index

Secondo CryptoMonday la creazione di un solo nuovo bitcoin consuma elettricità quanto una famiglia intera in 9 anni e – fun fuct –  l’energia usata per produrre i bitcoin potrebbe alimentare tutti i bollitori usati per far bollire l'acqua nel Regno Unito! In soldoni, serve tantissima energia. Per questo motivo  l’estrazione di bitcoin viene considerata poco ecologica (oltre che, non dimentichiamolo, anche molto inquinante a livello acustico come nel caso di Niagara Falls). Soprattutto se pensiamo ad alcuni leader del settore, come il Kazakistan che produce quasi tutta l’energia con il carbone, ovvero la fonte fossile più dannosa in assoluto.

Devi sapere che ci sono anche mining farm che usano energie rinnovabili per le loro attività, e quelle di Niagara Falls sono tra queste, perché sfruttano l’energia idroelettrica delle cascate. Ma a detta di molti esperti il problema rimane, perché, rinnovabile o meno, serve davvero troppa energia. E, soprattutto in questo momento storico, è un problema.

C'è un modo per ridurre l'impatto ambientale e l'inquinamento acustico?

Secondo il vice presidente dell’Autorità Europea degli strumenti finanziari e dei mercati una soluzione vincente potrebbe essere quella di passare dal meccanismo di Proof of work al Proof of stake. Ma che significa? Significa che non sarebbero più migliaia di computer a svolgere l’attività di mining (e quindi verificare ogni blocco per l’estrazione della criptovaluta), ma dei validators virtuali che controllano, firmano e garantiscono per  ogni blocco che va aggiunto alla blockchain, dando come garanzia una quota delle proprie criptovalute.

Secondo molti esperti il problema è che questo sistema sarebbe meno sicuro, ma molte realtà sono già a lavoro per rendere più sicuro il proof of stake, visto che questo farebbe risparmiare tutta l’energia usata per il mining (alcuni dicono addirittura del 99,9%), riducendo drasticamente l’impatto ambientale dei processi di estrazione delle criptovalute e, in situazioni come quella in cui si trovano gli abitanti di Niagara Falls, anche il rumore insopportabile che copre quello dell’acqua, rovinando la bellezza e l’atmosfera di un posto magico come le cascate.