Perché il clima colpisce prima le donne?

La crisi climatica è strettamente legata alla disparità di genere e le donne sembrano le prime ad esserne colpite. Le donne perché, spesso, sono coloro che si occupano dei figli, della spesa e della casa.
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Annatina Fanigliulo 19 Ottobre 2023

In Italia, in media, passiamo dalle 45 alle 50 ore all'anno a fare la spesa. Questo dato, purtroppo, non vale per molti Paesi in via di sviluppo. Come nell'Africa sub-sahariana dove le donne passano 121 ore all'anno solo per la raccolta dell'acqua. Il tempo dedicato a questa attività, dato che questa risorsa è sempre più scarsa, sarà sempre maggiore.

Conseguenze sulle donne in Africa

Le donne, specialmente nei Paesi in via di sviluppo, si occupano dei figli, della ‘spesa' e della raccolta della legna. Questi compiti sono altamente estenuanti dato che, as esempio, devono camminare per ore alla ricerca di una fonte d'acqua. Lo stesso discorso vale per la raccolta della legna.
Certo è che queste tempistiche sono destinate a crescere a causa del riscaldamento globale e della desertificazione.

Infatti in soli due anni il numero di persone colpite dalla scarsità di cibo è aumentato del 380%. Ciò ha portato in Kenya alla nascita di una pratica nota come "sex for fish": per assicurare un pasto alle famiglie le donne pagano con il sesso.
Una delle vittime è Lucy Odhiambo, una donna di 35 anni, vedova e madre di cinque figli. In un'intervista alla BCC ha confessato che ha questo genere di rapporti con uno o due pescatori a settimana e che sono sempre di più le donne che pagano in questo modo.

Oltre alle conseguenze psicologiche questa pratica influisce anche sulla loro salute dato che in questi Paesi c'è un alto numero di soggetti affetti da HIV e i metodi di protezione non sono spesso diffusi o disponibili. Non è un caso che l'80% delle persone sfollate a causa del cambiamento climatico siano donne.

Per questo motivo si parta di giustizia climatica ed eco-femminismo.

Giustizia climatica & Eco-femminismo

Essere eco-femminista non significa predominanza della natura e della donna sull'uomo, ma riconoscere l'interconnessione tra l'oppressione delle donne e l'abuso dell'ambiente naturale, specialmente nei Paesi in via di sviluppo.

Secondo un articolo pubblicato sull'International Journal of Gynecology & Obstetrics anche in Europa, però, le donne saranno maggiormente colpite dai cambiamenti climatici rispetto agli uomini e che quelle in gravidanza saranno particolarmente vulnerabili.
Inoltre, la parità di genere potrebbe comportare una stima potenziale di riduzione delle emissioni pari a circa 119 miliardi di tonnellate di CO2.

Conseguenze sulle donne in Italia

Questa problematica riguarda, e riguarderà, sempre di più anche le donne occidentali. Infatti per tre anni sono stati prelevati dei campioni di latte materno da delle donne residenti a Taranto e Statte, città limitrofe all' ex-Ilva.
Lo studio ha rilevato che nelle donne residenti in queste zone, le concentrazioni di inquinanti come diossina e PCB sono risultate il 28% maggiori rispetto a quelle donne che vivono nella Provincia pugliese.

Alla luce di ciò comprendiamo che il cambiamento climatico è una sfida che attraversa tutte le sfere della nostra esistenza.

Il tema nella politica

Sul tema si è espressa anche la politica. Nel 2018 è stata pubblicata da parte dell'Unione Europea una relazione per chiedere una maggiore attenzione al genere nello sviluppo di politiche legate al clima. è stato argomento di discussione anche alla COP26. L'attivista Brianna Fruean ha sorpreso i partecipanti salendo sul palco insieme a "Little Amal": una bambola gigante alta 3,5m simbolo delle rifugiate e dei rifugiati climatici di tutto il mondo.

In Italia, purtroppo, l'unico piano che ricorda l'importanza dell'inclusione sociale è l‘Agenda 2030 con il goal n.5. Questo ci dice che non esiste sostenibilità senza parità di genere.

Conclusioni

Possiamo concludere che la crisi climatica non è gender neutral. La parità di genere è sia una questione di giustizia sociale sia di giustizia climatica: è la via per affrontare le sfide globali.

Riconoscendo questo valore come fondamento di un mondo più giusto, alla pari, potremmo trasformare il problema climatico in una opportunità per costruire un futuro in cui tutti possano prosperare.