Produrre energia pulita dalla plastica raccolta in mare: al porto di Ancona arriva Green Plasma

Il dispositivo è stato sviluppato dall’azienda IRIS di Torino e verrà testato (per la prima volta) a bordo di un’imbarcazione, nel porto del capoluogo marchigiano. Si basa sull’utilizzo della tecnologia di conversione termochimica, che permette di trasformare i rifiuti recuperati in mare in un gas ricco di idrogeno convertibile in energia elettrica.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Federico Turrisi 3 Dicembre 2020

Ormai è sotto gli occhi: occuparsi del problema del marine litter, letteralmente la spazzatura marina (per lo più si tratta di plastiche di vario tipo), è una delle più importanti sfide del nostro tempo. Di questo passo i pescatori tireranno su dalle loro reti più plastica che pesci. Anzi, è quello che sta già accadendo e che rende coloro che vivono di pesca quasi una specie di "spazzini del mare" loro malgrado. Ma che farne poi di tutti quei rifiuti, una volta portati a riva? Se ricordi, ti avevamo parlato di un progetto sperimentale a Chioggia che mira a trasformarli in carburante per le imbarcazioni. Con Green Plasma invece l'obiettivo è ricavarne energia elettrica.

Il dispositivo messo a punto da IRIS, azienda torinese specializzata nello sviluppo di tecnologie innovative per l’economia circolare, si basa sostanzialmente su un processo di conversione termochimica. Di che cosa si tratta? Semplificando al massimo, grazie alle elevate temperature raggiunte (fino a 5 mila gradi) il trattamento permette di trasformare in materiale gassoso qualsiasi composto organico, separandolo dalla matrice inorganica. Il risultato è un gas di sintesi molto ricco di idrogeno, che si può sfruttare per produrre energia pulita.

Secondo i suoi ideatori, Green Plasma è in grado di gestire fino a 100 chilogrammi di plastica al giorno. Stiamo comunque parlando di una sorta di impianto in miniatura, di un macchinario dalle dimensioni piuttosto contenute, che può essere montato anche su piccole barche e utilizzato per la pulizia delle aree portuali. Tant'è che, dopo mesi di test condotti in laboratorio e presso la Stazione Marina dell’Istituto Ias-Cnr di Genova, lo scorso 1 dicembre è iniziata per Green Plasma una nuova fase sperimentale al porto di Ancona, a bordo di un'imbarcazione messa a disposizione proprio dal Cnr.

L'iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione di diversi enti, tra cui l’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Ancona (Irbim-Cnr), il Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente dell'Università Politecnica delle Marche e l'azienda di servizi ecologici Garbage Group, che ha la sua sede principale proprio nel capoluogo marchigiano. "La ricerca è un motore fondamentale per la crescita e il benessere di tutti", ha affermato Gian Luca Gregori, rettore dell'Università Politecnica delle Marche. "È possibile agire in modo strategico, mettendo in connessione diversi settori legati al mare, e attraverso le innovazioni tecnologiche perseguire, come dimostrato da Green Plasma, l’obiettivo della salvaguardia dell’ambiente marino". E allora ben vengano le soluzioni che permettono il riutilizzo degli scarti, quali sono per l'appunto i rifiuti raccolti in mare, coniugando progresso scientifico-tecnologico e tutela ambientale.