Può l’olio da cucina far volare un aereo? Il primo viaggio da Londra a New York

L’olio da cucina sembra che sia capace di sostituire i combustibili fossili per far volare gli aerei. Il primo aereo a viaggiare in questo modo ha viaggiato da Londra a New York.
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Annatina Fanigliulo 22 Dicembre 2023

Il Boeing 787 della Virgin Atlantic Airways è il primo aereo a viaggiare da Londra a New York alimentato solo da biocarburante alternativo composto principalmente da oli vegetali e animali.
In realtà non è che si può versare l’olio che trovi al supermercato nel motore di un aeroplano. Per far volare un aereo l’olio deve essere trasformato in carburante. Vediamo come.

Cosa è e come si produce

L’olio è composto prevalentemente da trigliceridi, che quando entrano in contatto con l'idrogeno, si dividono in varie componenti tra cui gli idrocarburi, le molecole di cui sono fatti i combustibili fossili.

Questa reazione serve a rendere l’olio di scarto simile al carburante fossile per aerei.

Attenzione però: nella maggior parte dei casi il SAF da solo non basta a far volare un aereo.
Per ragioni di sicurezza legate ai motori di più vecchia generazione ancora in uso sugli aerei, al SAF deve essere aggiunto del carburante convenzionale.

Secondo la normativa, ad oggi, la percentuale massima di SAF che si può inserire in un motore è del 50%, e varia a seconda del tipo di SAF e del tipo di motore.
Ma le cose potrebbero cambiare dopo il volo transatlantico della Virgin Atlantic Airways, che mescolando due diversi tipi di SAF ha voluto dimostrare la loro capacità di sostituire in sicurezza i carburanti fossili ​​negli aerei.

Impatto ambientale

L’anidride carbonica – o CO2 – è naturalmente presente nell’aria, disciolta nell’acqua e nel sottosuolo ed è componente fondamentale nei processi di respirazione.

Prendiamo per esempio la pianta di girasole da cui viene estratto l’olio da cucina.
Durante la fotosintesi raccoglie anidride carbonica e restituisce all'ambiente ossigeno. Questa CO2 viene conservata dalla pianta.

Quando poi si estrae l’olio che diventa SAF e viene bruciato nel motore di un aereo, rilascia comunque CO2, ma solo quella che aveva accumulato precedentemente.

Al contrario i combustibili fossili sono fatti di carbonio che era sepolto nel sottosuolo da milioni di anni. Bruciandoli, il carbonio si combina con l’ossigeno dell’aria e viene rilasciato in atmosfera sotto forma di CO2, che era rimasta sotto terra, aumentando drasticamente il livello di questo gas nell'atmosfera.

Ecco quindi spiegato perché il SAF è considerato più sostenibile.
In particolare, riduce le emissioni di CO2 fino all’80% rispetto ai combustibili fossili.

Limiti economici e fisici

Se dal punto di vista ambientale i biocarburanti hanno il vantaggio di avere origine da fonti rinnovabili – e possono ridurre la dipendenza dal petrolio e la produzione di CO2 – hanno, tuttavia, anche diversi limiti: il primo fra tutti, come abbiamo già visto, è il processo chimico con cui l’olio viene trasformato in biocarburante, che oltre a richiedere delle attrezzature speciali è anche costoso. Pensa che il costo di produzione dei SAF può arrivare a essere fino a 6 volte più alto del combustibile convenzionale.

Scenari futuri

Per quanto il SAF sia un tipo di carburante per aerei prodotto da fonti rinnovabili, con il vantaggio di ridurre le emissioni di CO2 rispetto al carburante fossile, tuttavia, non è una soluzione definitiva al problema del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.

Il SAF ha ancora dei grandi limiti di produzione, di costo e soprattutto di impatto ambientale.
Per questo, pur riconoscendo che i biocarburanti sono una alternativa al carburante fossile, dobbiamo anche essere consapevoli che il modo migliore per ridurre le emissioni di CO2 rimane limitare il nostro impatto ambientale.

Questo significa provare a fare scelte consapevoli come viaggiare in aereo solo quando è necessario, e preferire, dove è possibile, mezzi di trasporto meno inquinanti, come il treno.

In questo modo, possiamo contribuire a salvaguardare il nostro pianeta e la nostra salute, e chissà magari tornare ad apprezzare di più le bellezze della natura che ci circondano.