Quali sono gli obiettivi della Cop26 di Glasgow? Facciamo il punto

Domani inizia la 26esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Finora gli impegni presi con l’Accordo di Parigi sono stati disattesi: i Paesi del mondo sono chiamati a presentare piani di riduzione delle emissioni di gas serra più ambiziosi per cercare di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e contenere l’aumento della temperatura media globale sotto 1,5°C.
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Federico Turrisi 30 Ottobre 2021

Riflettori puntati su Glasgow. Tra timori e speranze, nella città scozzese si sta infatti per aprire la Cop26, la Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite. In un precedente articolo ti abbiamo spiegato perché sia così importante questo appuntamento. Ma più nel dettaglio quali obiettivi si pone? Principalmente sono quattro:

  1. Raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C rispetto all’epoca preindustriale. I Paesi del mondo sono chiamati a presentare dei piani nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra (i cosiddetti Ndc, acronimo che sta per Nationally Determined Contributions) più ambiziosi, in maniera tale da allinearli con il raggiungimento di un sistema a zero emissioni nette entro la metà del secolo. Se i target di decarbonizzazione dei governi non cambiano, sottolinea l'ultimo report dell'Ipcc, siamo destinati ad andare ben oltre i 2 gradi;
  2. Adattarsi per la salvaguardia delle comunità e degli habitat naturali. Il cambiamento climatico è già qui e adesso e continuerà a provocare effetti devastanti anche con una riduzione delle emissioni di gas serra. I Paesi hanno quindi il compito di proteggere e ripristinare gli ecosistemi, prepararsi a eventi climatici estremi (come alluvioni, siccità, uragani eccetera) e sostenere le popolazioni più vulnerabili;
  3. Mobilitare il mondo della finanza per una "svolta green". Da una parte ci riferiamo allo spostamento degli investimenti pubblici e privati nella direzione della decarbonizzazione. Dall’altra ci riferiamo al fondo da 100 miliardi l’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo a mettere in campo misure di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. I Paesi più ricchi finora non hanno rispettato quest'ultimo obiettivo, definito dal presidente della Cop26, Alok Sharma, "una delle maggiori priorità".
  4. Collaborare. Oltre a finalizzare il Paris Rulebook (ovvero l'insieme delle regole dettagliate che rendono operativo l'Accordo di Parigi), il ruolo della Cop26 sarà quello di intensificare gli sforzi per affrontare la crisi climatica rafforzando la collaborazione tra i governi, le imprese e la società civile. Non c'è più tempo da perdere. Come non mancano mai di sottolineare le associazioni ambientaliste e i movimenti per il clima, ai leader mondiali non sono più richieste soltanto chiacchiere ("bla bla bla", per citare Greta Thunberg), ma azioni immediate.