A un primo colpo d’occhio sembra il timone di un vecchio vascello, ma in verità la cosiddetta Ruota del Dharma o Dharmacakra è addirittura il simbolo del Buddhismo, e forse pochi lo sanno perché siamo abituati a vedere associata al Buddhismo l’immagine dello stesso Buddha seduto, in piedi o sdraiato.
Invece, la Ruota del Dharma o Ruota della Dottrina, o della Legge, rappresenta il nobile Ottuplice Sentiero buddhista ed per questo motivo che è costituita da otto raggi.
L’Ottuplice Sentiero è il più nobile dei compiti e consiste nell’agire sotto l’influenza della virtù (“giusto mezzo”). I primi due atteggiamenti sono Samma ditthi (retta cognizione o retto intendimento) e Samma sankappa (retta risoluzione) e hanno a che fare con il pensiero.
I quattro successivi sono: Samma vaca (retta parola), Samma kammanta (retta azione), Samma ajiva (retta condotta di vita), Samma vayama (retto sforzo) e hanno a che vedere con l'azione. Infine, gli ultimi due atteggiamenti, ossia Samma sati (retta consapevolezza) e Samma samadhi (retta pratica della meditazione) e hanno a che fare con la contemplazione.
Questa ruota è considerata una vera e propria arma che viene messa in moto dallo stesso Siddharta Gautama una volta raggiunto lo stato perfetto di Buddha. Trovandosi per la prima volta a Sarnath, non lontano da Benares, che corrisponde all’odierna Varanasi, nel Parco delle Gazzelle (che per questo motivo vengono spesso rappresentate sotto la Ruota) Buddha enuncia le Quattro Nobili Verità: la Verità della sofferenza, la Verità dell’origine della sofferenza, la Verità della cessazione della sofferenza, la Verità che conduce alla cessazione della sofferenza e l’Ottuplice Sentiero come mezzo per porre fine alla sofferenza e conseguire l’Illuminazione.
In questa occasione il Buddha decide che non è giusto tenere per sé il frutto della pratica e il metodo che ha seguito per acquisire il suo stato, e inizia quindi a insegnare la sua dottrina facendo girare la Ruota del Dharma.