Scuola Cani Salvataggio: non solo soccorso in mare, ma anche assistenza a bambini e anziani

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Non hanno pregiudizi e ti comprendono sempre. Possono sembrare caratteristiche spontanee, ma sono proprio quelle che rendono i cani adatti ad assistere bambini con disabilità o difficoltà relazionali e anziani nelle case di riposo. Alla Scuola Cani Salvataggio di Firenze, dunque, non si impara solo il soccorso delle persone in mare, ma anche a farle stare bene nei momenti delicati della loro vita.
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Giulia Dallagiovanna 9 Luglio 2019

Ti aspetta a casa ogni giorno, oppure ne incontri uno per strada e d'istinto ti viene la voglia di accarezzarlo. Non ci pensi mai, ma per quel cane tu sei uguale a tutti gli altri. Nessun pregiudizio riguardo il tuo aspetto fisico, il colore della tua pelle, il tuo modo di vivere. Ma soprattutto, lui ti capisce sempre: al di là di quale lingua parli o di eventuali difficoltà nell'esprimerti, con lui la comunicazione avviene a un livello molto più diretto e semplice. Gesti, azioni, carezze. Non serve altro. Ed è per questo che la Scuola Cani Salvataggio di Firenze li impegna anche nell'assistenza assistita, oltre che per il soccorso in mare.

"Non si tratta di pet therapy – spiega a Ohga Salvo Gennaro, presidente e responsabile della scuola per quanto riguarda la Toscana e la provincia di La Spezia – In quel caso infatti dovrebbe essere sempre presente un medico o una persona di riferimento. Noi invece aiutiamo le persone, soprattutto anziani e bambini, in un altro modo, cercando di infondere loro una sensazione di maggiore rilassatezza e tranquillità. Lavoriamo soprattutto con ragazzi che hanno diverse problematiche o con ospiti di case di riposo: il cane riesce a favorire i rapporti tra gli esseri umani anche quando questi all'inizio faticano a nascere".

La Scuola ha avviato anche diversi progetti con gli istituti superiori, nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro. In particolare, cercano sempre di intervenire dove si sa che vi sono studenti con certificazioni di disabilità o DSA, per poterli aiutare a superare le loro difficoltà. "Abbiamo ad esempio lavorato con ragazzi autistici e uno di loro aveva molta paura dei cani e di entrare in acqua – prosegue Gennaro – ora nuota tranquillamente con l'accompagnatore a quattro zampe".

E nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro è nato anche il progetto che ha coinvolto Serena Brucioni, di cui ti abbiamo già parlato su Ohga. Serena ha qualche difficoltà nel linguaggio e nel parlare in pubblico, problemi che è riuscita a superare durante il suo esame di Maturità grazie alla presenza di Wall-e, uno dei cani della Scuola. Lo ha incontrato durante un corso di 8 giorni, dove i ragazzi si avvicinano all'attività di soccorso in mare, del primo intervento e possono anche sperimentare le esercitazioni dei vigili del fuoco. "Durante le prime lezioni, non rispondeva ed era poco partecipativa – racconta Gennaro – poi ci siamo accorti che le piaceva interagire con i nostri cani e attraverso di loro siamo riusciti a instaurare una relazione con lei. È stato un input, le ha permesso di sbloccarsi. Da qui è nato il suo desiderio di avere Wall-e accanto a lei durante la prova orale: le ha trasmesso serenità e lei ha sostenuto un bellissimo esame".

Il cane aiuta a stabilire una relazione tra gli esseri umani, anche quando fatica a nascere in modo spontaneo

I mille progetti della Scuola Cani Salvataggio, però, non si fermano né alle scuole, né al pattugliamento di spiagge e litorali. Anzi. Sono entrati addirittura nelle carceri, per distendere i nervi durante un momento molto delicato: quello dell‘incontro tra un figlio e un genitore detenuto. "C'erano due problemi che riguardavano i bambini che andavano in visita a un padre o una madre in una casa circondariale: per loro il genitore era spesso un estraneo che vedevano giusto qualche volta e l'atmosfera dietro le sbarre, ovviamente, era fredda e poco accogliente. Quando arrivavano venivano fermati dagli agenti per i controlli di routine. Così, abbiamo iniziato a intervenire con i cani per rendere questa procedura meno stressante. L'animale poi accompagnava il bambino fino alla stanza del colloquio e rimaneva con lui per qualche minuto, o anche un'ora, dandogli il tempo di ambientarsi e rompere il ghiaccio in quella situazione. Poi ce ne andavamo e tornavamo di nuovo quando era il momento del distacco. Con la scusa di portar fuori il cane, se ne andava con un umore più sereno".

Questa iniziativa però è stata abbandonata, perché risultava troppo dispendiosa in termini di tempo e di benessere degli animali: tutte le carceri della Toscana per una sola Scuola possono rappresentare uno sforzo davvero elevato. I cani dopo lunghe ore di auto si stancano e hanno meno energie per compiere il loro lavoro principale: il salvataggio delle persone in mare. È stato però un buon banco di prova per nuove idee, come quella di entrare negli ospedali pediatrici e nelle residenze per anziani. A Milano si trovano ad esempio in strutture come la Fondazione De Marchi, l'Ospedale dei Bambini "Vittore Buzzi" e l'Ospedale San Raffaele, anche al reparto di Neurologia, Neurofisiologia Clinica e Neuroriabilitazione. "Il cane entra assieme al conduttore, ovvero il padrone che ha preso il brevetto, nella stanza del bambino ricoverato. A volte ci troviamo di fronte anche situazioni piuttosto delicate, con piccoli pazienti in terapia intensiva che devono indossare la mascherine. Naturalmente, serve una lunga preparazione dell'animale che deve essere lavato, visitato e certificato dal veterinario prima di mettere il piede in un ospedale. Poi però riceviamo tante soddisfazioni, perché i bambini si rilassano e noi cerchiamo di offrirgli una prospettiva che vada oltre quel letto, dicendo che lo aspettiamo in spiaggia assieme al cane".

Al momento, la Scuola di Firenze ha 70 cani e 58 conduttori, perché alcuni sono una coppia. Ognuno di loro ha preso il brevetto assieme al cane per diventare conduttore e partecipare assieme al cane al salvataggio delle persone in mare. Per la precisione, è l'essere umano che si occupa di raggiungere chi rischia di affogare e la salva, l'animale però rassicura il salvato e soprattutto è in grado di individuare il tragitto più breve per arrivare a riva, sfruttando anche le correnti a suo favore. Un vero e proprio motore intelligente.

Se abiti da quelle parti e hai un cane, anche tu puoi pensare di intraprendere questa esperienza. Come potrai facilmente immaginare, però ci sono alcuni requisiti fondamentali che il tuo amico a quattro zampe deve avere. "Prima di tutto una buona acquaticità – spiega Gennaro – e poi deve pesare almeno 25 chilogrammi, perché deve avere tutta la forza necessaria per trascinare una persona a riva". A quel punto, potrai seguire il corso e prendere il brevetto. In questo modo, anche voi due contribuirete, insieme, al benessere di tante persone.

Credits photos: pagina Facebook Scuola Cani Salvataggio Firenze