
La onlus Marevivo, attiva dal 1985 nella tutela dell'ambiente e soprattutto del mare, ha organizzato per questi giorni (dal 19 al 25 ottobre) la #Environmenstrualweek, una settimana che, come si intuisce dal gioco di parole, vuole sensibilizzare sull'impatto ambientale delle mestruazioni. Immagino che qualche lettrice potrebbe chiedersi: ma che diavolo ci fa un uomo a parlare di questo? Ci tengo quindi a precisare che il modo in cui affrontare il ciclo è una scelta strettamente personale; tutte le donne, però, e non solo loro, dovrebbero approcciarsi al tema della sostenibilità e dell'inquinamento generato dai prodotti usati durante il periodo mestruale in maniera consapevole. E poi, tra gli obiettivi della Environmenstrualweek, c'è anche il promuovere la conversazione sulle mestruazioni e contribuire a rompere il tabù, quindi eccomi qui.
Ogni anno, secondo i dati diffusi proprio da Marevivo, in Italia finisce in discarica 1 milione di tonnellate di assorbenti monouso, il 4 per cento del totale dei rifiuti solidi urbani. Allargando lo sguardo all'Europa, nel 2017 sono stati consumati 49 miliardi di prodotti mestruali. Per non parlare dei rifiuti che non vengono smaltiti correttamente: i prodotti mestruali sono, infatti, il quinto rifiuto più comune trovato sulle spiagge europee (un assorbente impiega circa 500 anni per degradarsi nell'ambiente). Spesso contengono plastica e sostanze chimiche dannose per l'ambiente.
Le alternative sostenibili all'assorbente usa e getta che propone Marevivo, delle quali ti abbiamo spesso parlato in passato, sono molte: la coppetta mestruale, la spugna, gli assorbenti lavabili. Se con nessuna di queste soluzioni, dopo averle provate, ti sei trovata a tuo agio e hai deciso di usare i normali assorbenti, è fondamentale smaltirli nel modo corretto, non gettandoli nel water o disperdendoli nell'ambiente, ma buttandoli nell'indifferenziato. Un gesto banale ma fondamentale per salvaguardare l'ambiente e il mare.