Tigri e leoni in gabbia destinati alla medicina tradizionale cinese: il video denuncia

Camminano avanti e indietro senza sosta, si mordono le zampe e la coda, attuano insomma tutti i comportamenti più evidenti di una condizione di forte stress per un animale costretto a vivere in gabbia. Eppure in Cina e in Sudafrica queste gabbie sono comuni a numerose “fattorie” che commerciano illegalmente animali selvatici.
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Gaia Cortese 24 Luglio 2019

Gabbie non più grandi di qualche metro dove sono tenuti imprigionati giovani leoni e tigri destinati al business che ancora esiste intorno alla medicina tradizionale cinese. Non è la prima volta che ne sentiamo parlare e i felini non sono gli unici animali a essere impiegati per le loro presunte proprietà curative: il pangolino, per esempio, è a rischio di estinzione perché perseguitato per le sue scaglie, così come i rinoceronti vengono cacciati per i loro corni.

Esistono infatti delle fattorie lager sia in Cina che in Sudafrica, in cui questi felini sono tenuti in condizioni ignobili prima che vengano sacrificati per utilizzare parti dei loro corpi per la medicina tradizionale cinese.

Una vita di sfruttamento, dalla nascita alla morte. Alcuni cuccioli vengono addirittura strappati dalle madri in natura, mentre la maggior parte vengono giù concepiti in queste strutture di detenzione solo per interessi economici di chi è pronto a sfruttarli senza considerare le sofferenze a cui vengono ingiustamente sottoposti.

Quando gli animali sono costretti a vivere in queste condizioni, infatti, sviluppano nella maggior parte dei casi comportamenti anormali, come la tigre che compare in questo video pubblicato sulla pagina Facebook dell'organizzazione no profit World Animal Protection, in cui si evidenzia chiaramente la condizione di stress in cui si trova l’animale, costretto a camminare avanti e indietro in una gabbia di appena 4 metri per 7.

Fonte | World Animal Protection