Torre dell’Orso: tra mare cristallino, sabbia argentata e una triste leggenda

Si tratta di una località balneare che fa parte delle cinque Marine di Melendugno, in provincia di Lecce. Un luogo mozzafiato, caratterizzato da un mare cristallino, sabbia sottilissima e due affascinanti faraglioni su cui aleggia una triste leggenda.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Sara Del Dot 11 Aprile 2019

Acque cristalline, sabbia argentata, scogli mozzafiato. È questo che cerchi quando pensi alle tue vacanze estive? No, non hai bisogno di prenotare un volo per i Caraibi o per le Maldive. Perché anche l’Italia può contare su un patrimonio naturale incantevole, a disposizione di viaggiatori e turisti che desiderano passare un po’ di tempo lontano da tutto e da tutti, con lo sguardo rivolto verso il sole e i capelli cosparsi di sale nella brezza marina.

In Puglia, ad esempio, luoghi selvaggi e incontaminati in cui immergerti anima e corpo si trovano un po’ ovunque. Dal Gargano al Salento, sono moltissime le località marittime in cui puoi recarti con tutta la famiglia per riscoprire quell’Italia un po’ selvaggia, e proprio per questo meravigliosa, da tutelare e salvaguardare a ogni costo. Sebbene si tratti di luoghi conosciuti e anche piuttosto frequentati nei mesi estivi, è incredibile come queste località riescano a mantenere la loro natura incontaminata dal turismo di massa, rimanendo anno dopo anno dei veri e propri paradisi naturali.

Torre dell’Orso è una di queste. Poco distante da Otranto, si tratta di una località del Salento che si sviluppa lungo un’ampia baia di circa 900 metri affacciata sul mar Adriatico. Fa parte delle cinque Marine di Melendugno, in provincia di Lecce, assieme a San Foca, Torre Sant’Andrea, Torre Specchia e Roca Vecchia.

Le esatte origini del suo nome non sono ancora ben chiare: sicuramente il primo termine, Torre, deriva dalla torre del XVI secolo ben visibile dalla spiaggia, che in passato serviva per individuare le navi turche dirette verso il Salento. Su Orso, invece, le ipotesi sono tante: chi dice che si riferisca alla foca monaca, chi afferma derivi da Urso, il cognome dell’antico proprietario dell’agro, chi lo riconduce a Sant’Orsola e chi ancora ne individua l’origine in uno scoglio che ricorda la figura di un orso.

Ciò che è certo, invece, è che la spiaggia di Torre dell’Orso è una delle baie più grandi e belle del Salento, premiata diverse volte come bandiera blu e insignita con le cinque vele di Legambiente, grazie alla sua acqua cristallina, il mare calmo, i faraglioni e la spiaggia ricoperta di sabbia sottilissima e argentata.

Come in tanti altri paesi e località turistiche incantevoli, anche su Torre dell’Orso aleggia una leggenda, riguardante proprio la nascita dei due enormi e affascinanti faraglioni che si innalzano dalle acque trasparenti. Questa leggenda narra che due sorelle molto belle, dopo una giornata di lavoro nei campi, si recarono presso la baia per rinfrescarsi. Una delle due, salita in cima a una scogliera per assaporare meglio la brezza marina e i raggi del sole, fu colta da un pervasivo senso di libertà e attrazione per l’acqua cristallina e l’odore di sale, tanto da precipitare accidentalmente in acqua. Alle sue grida d’aiuto, la sorella si precipitò anch’essa in mare per salvarla, ma entrambe morirono annegate. Le voci delle due sorelle quel giorno furono sentite da un pescatore che, volgendo lo sguardo verso il punto da cui provenivano, vide invece apparire due enormi faraglioni, uno accanto all’altro, come due parti separate della stessa roccia. Gli dèi avevano trasformato i corpi delle due giovani nei due faraglioni, unendole per sempre nel loro amore per quel bellissimo mare.