Tra l’Italia e l’Albania potrebbe nascere un acquedotto, il motivo è che abbiamo poca acqua

Nasce l’idea di collegare le due nazioni da sempre amiche per condividere le risorse idriche, che in Italia sono sempre meno e stanno mettendo a dura prova le aziende, specialmente quelle che operano nel settore agricolo.
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Francesco Castagna 14 Novembre 2022
Intervista a Sergio Fontana Presidente di Confindustria Puglia e Bari-Bat e Confindustria Albania

Mentre in Italia il Ponte sullo Stretto è tornato agli onori della cronaca, c'è un'altra infrastruttura che potrebbe vedere la luce nei prossimi anni. Si tratta di un acquedotto, in Puglia, chiesto a gran voce dalle aziende italiane in Puglia e da quelle che operano sul territorio albanese. L'amicizia fra i due popoli è storica, se non lo sapevi, in Italia sono tante le comunità albanesi su tutto il nostro territorio, tra queste quella degli arbëreshë.

A farsi promotore di questa iniziativa congiunta è proprio, Sergio Fontana, Presidente di Confindustria Puglia e Bari-Bat e Confindustria Albania. La Puglia è già famosa per essere la regione con l'acquedotto più grande d'Europa. I suoi bacini di approvvigionamento maggiore sono le fonti storiche che si trovano nella provincia di Avellino. Una è la "Sanità" nell'agro di Caposele, poi c'è la "Pollentina", il "Bagno della Regina" e "Peschiera". Un'infrastruttura che passa per due regioni, la Campania e la Puglia, e che è un punto cruciale per le forniture idriche per i cittadini e per le aziende.

Acquedotto pugliese
Credits: Di L’utente che ha caricato in origine il file è stato Istvánka di Wikipedia in ungherese – Trasferito da hu.wikipedia su Commons da Istvánka utilizzando CommonsHelper., CC BY–SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4552853

Con una situazione di siccità così forte anche gli invasi pugliesi sono stati messi in difficoltà dalle alte temperature, che in alcuni giorni hanno raggiunto anche i 40°. È quello che riporta anche Coldiretti Puglia, secondo i dati dell’Osservatorio ANBI, gli invasi artificiali pugliesi hanno già perso il 36% di acqua in due mesi. Sono ventimila le aziende costrette a produrre in perdita, in una regione che quest'estate ha avuto più di 5mila incendi solo a Luglio. E, come se non bastasse, la crisi ucraina ha sta lasciando tra le ricadute globali l'importazione del 64% del grano tenero per biscotti e pane e il 44% del grano duro per la pasta.

E questo per noi è un segnale d'allarme importante, perché, se non lo sapevi, la Puglia è la regione che produce più grano in Italia, con i suoi 360mila ettari coltivati e 10 milioni di quintali prodotti in media all'anno. Ora il raccolto del grano è crollato del -26%.

Questa è la situazione in cui versa la regione, per questo motivo nasce l'ipotesi di rifornirsi dell'acqua che proviene dalle fonti dell'Albania. Con un progetto da 1 miliardo di euro, l'acquedotto dovrebbe essere costituito da 85 chilometri di condutture sottomarine, di cui 120 sulla terraferma, con lo scopo di portare l’acqua dalla Gjirokaster in Albania, a Galugnano, in Salento. L'idea non è nuova, ma ripresa da un vecchio progetto, proposto all'ex presidente albanese FatosNano.

Al tempo infatti era stato proposto all'ex Presidente del Consiglio albanese di portare la sorgente del "Blue Eye" di Delvina, comune albanese, con gasdotti nel sud Italia. Ora il progetto sembra trovare una sponda più solida. Se non lo sapevi, il Blue Eye è la prima parte della sorgente del fiume Bistricë, lungo 25 km e che sfocia nel Mar Ionio a Sud di Saranda.

Il progetto è ambizioso, ma cosa rappresenterebbe per l'Italia? A questa domanda ci ha risposto proprio Sergio Fontana, presidente di Presidente di Confindustria Puglia e Bari-Bat e Confindustria Albania.

Presidente Fontana, da dove nasce l'idea di realizzare un'opera di questa portata?

Il progetto parte dal presupposto che siamo la seconda potenza manifatturiera d'Europa, questo riconoscimento e questo Paese non si alimentano con le parole ma dal fatto che abbiamo necessità d'energia. È dovuta scoppiare una guerra per farci capire che abbiamo bisogno di una politica energetica italiana che non abbiamo. Allo stesso modo la politica idrica è fondamentale: nel futuro -e i problemi li abbiamo già avuti quest'anno- le nostre falde acquifere diventeranno sempre più profonde e sempre più salate. C'è sempre meno acqua anche per l'irrigazione. L'acqua è vita e quindi noi abbiamo una problematica nazionale e regionale. Tenete presente che noi abbiamo l'acquedotto pugliese che è stato fatto nei primi anni del Novecento, un progetto faraonico quando non avevano né pale né ruspe. Oggi abbiamo necessità di avere una nuova fonte di approvvigionamento idrico, parallelamente dovremo migliorare la manutenzione dell'acquedotto pugliese che ha grandi perdite. Ci stiamo muovendo perché bisogna pensare a delle infrastrutture realizzabili in tempi brevi. L'acqua è veramente una risorsa fondamentale, per la nostra agricoltura e per il nostro turismo. Ci sono già oggi delle masserie in Puglia che non hanno accesso all'acqua potabile. Questa è una cosa che non si può più ignorare. Dobbiamo spingere questo progetto, che c'è già, e prevede un investimento da 1 miliardo di euro, 8mila posti di lavoro, possibilità di creare ricchezza fra i due Paesi.

Questo progetto potrebbe usufruire dei fondi del PNRR? 

Certamente, anche quest'opera potrebbe usufruire dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il problema dei fondi non c'è. Il nodo è politico e imprenditoriale, perché con la nuova programmazione, il PNRR e la nuova programmazione. Servono persone di buona volontà, che abbiano la capacità di non pensare a delle opere che vengono fatte per le prossime elezioni. Come diceva Einaudi "Bisogna pensare alle prossime generazioni". Se un progetto parte ci vorranno anni per farlo, ma ora è il momento.

Qual è il parere del governo albanese in merito? 

Il governo di Tirana ha una predisposizione nei confronti del popolo italiano, e di quello pugliese nello specifico, eccezionalmente valida. Il governatore Emiliano gode di un livello di simpatia personale, anche per quello che è successo storicamente, eccezionale. Il primo ministro Rama sono sicuro che possa valutare in maniera molto positiva questa apertura da parte della regione Puglia. Io mi auguro che la Puglia, lo stato italiano e il Governo albanese puntino a questa direzione strategica, per la cooperazione, ma anche per i rapporti che abbiamo con i nostri fratelli albanesi.

È legittimo dire che non abbiamo abbastanza acqua da dover andare a prenderla dalle fonti idriche albanesi?

È assolutamente legittimo. La Puglia già oggi ha difficoltà idriche e ne avrà molte di più in futuro. Questo perché abbiamo una crisi climatica in atto e anche perché abbiamo sempre maggior bisogno di acqua. L'irrigazione oggi ha problemi e la gestione dell'acqua è stata ignorata significativamente in questi anni. Noi eravamo il giardino del Mediterraneo un tempo, questo primato lo abbiamo perso e sulla gestione idrica ci stanno superando progressivamente Stati come Israele. In Italia ci sono zone che soffrono di un grave stato di sofferenza idrica, l'acqua ce l'abbiamo di fronte a noi e dobbiamo realizzare soltanto 80km per arrivare ai bacini idrici. Abbiamo inoltre le competenze, non dobbiamo chiedere a nessun altro Stato di aiutarci a realizzare un'opera del genere. La Puglia può diventare leader a livello nazionale sia per il risparmio energetico, sia per quanto riguarda la gestione delle perdite dell'acqua. Perdiamo circa il 38% della risorsa idrica durante il percorso. Ci sono stati degli uomini a cui abbiamo dedicato delle strade, mi riferisco a Camillo Rosalba (ingegnere salernitano che nella seconda metà del XIX secolo ha lavorato all'ideazione e progettazione dell'Acquedotto Pugliese ndr), Petroni e Imbriani (depurato che alla Camera presentò la prima proposta di legge per l'Acquedotto Pugliese ndr) che avevano una visione. Oggi noi abbiamo bisogno di donne e uomini con un'idea a lungo termine che porti lavoro, sviluppo e progresso per la nostra terra.