Trovato morto in Thailandia un cervo: aveva mangiato 7 chili di plastica

È accaduto nel parco nazionale thailandese di Kuhn Sathan. Nello stomaco dell’animale sono stati ritrovati residui di sacchetti, imballaggi e di altri rifiuti di plastica che hanno causato una ostruzione gastrointestinale mortale. Il paese asiatico è il primo consumatore di plastica al mondo ed è alle prese con una vera e propria emergenza rifiuti.
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Federico Turrisi 28 Novembre 2019

Un altro animale selvatico vittima dell'incuria e dell'inciviltà dell'uomo. Questa volta il povero malcapitato è un cervo, trovato morto nel parco nazionale di Kuhn Sathan, in Thailandia, a circa 600 chilometri a nord della capitale Bangkok. L'autopsia effettuata dai veterinari sull'esemplare ha messo in evidenza un quadro a dir poco scioccante: il cervo non aveva alcuna ferita esterna, ma nel suo stomaco sono stati ritrovati 7 chilogrammi di plastica tra residui di sacchetti, confezioni, cialde per il caffè e altri rifiuti. Materiale che gli è stato fatale, dal momento che la causa del decesso secondo gli esperti è stata proprio un’ostruzione gastrointestinale.

Non è l'unico animale ad essere andato incontro a questa fine atroce. Solitamente le vittime sono tartarughe, cetacei e altre specie animali marine, che ormai si ritrovano in un habitat cosparso di rifiuti di plastica; quest'ultima storia dimostra però che il problema non riguarda solo i mari ma anche la terraferma, minacciando la biodiversità degli ecosistemi di tutto il pianeta.

La Thailandia, in particolare, presenta una situazione critica per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, soprattutto quelli di plastica, che stanno invadendo le foreste e i corsi d'acqua del paese asiatico. La Thailandia è il primo consumatore di plastica al mondo, il sesto – secondo  le stime di Greenpeace – per contributo all'inquinamento degli oceani; si calcola che qui vengano utilizzati in media otto sacchetti di plastica ogni giorno. La popolazione thailandese è diventata sempre più sensibile all'argomento e si sta attivando per cercare di porre un freno a questa emergenza, come dimostra anche l'esempio della giovanissima Lilly, soprannominata la "Greta thailandese".