Già nel XVI secolo i cosiddetti "bagni di Pej", così erano chiamati in passato, erano noti per le singolari proprietà delle loro acque. Nel 1660 Alessandro Colombo, medico e fisico dell’Arciduca d’Austra Ferdinando Carlo, pubblicava una monografia in cui descriveva le virtù curative dell’antica fonte di Pejo e così si raccomandava: “…i celesti doni di Dio non restino nascosti, ma, al contrario, vengano segnalati al genere umano che li richiede sempre più incessantemente…”.
Pochi anni dopo, anche uno storico del Concilio di Trento, tale Michelangelo Mariani, segnalava in un suo testo le acque ferruginose della Val di Pejo come una delle principali ricchezze della regione. Stiamo parlando del Trentino, perché i bagni di Pejo si trovano nella bellissima Val di Sole, tra le Dolomiti Brentane, l'Ortles-Cevedale e il massiccio dell'Adamello.
Se la fama della località di Pejo è cresciuta nel corso dell'Ottocento è merito delle sue acque composte da diversi minerali e quindi adatte ad essere impiegate per diverse sintomatologie da curare: dalle patologie gastriche e intestinali ai disturbi del fegato, dalle malattie del sangue alle sindromi di origine metabolica.
Si dà il caso che le acque leggere della Fonte Alpina siano sempre state riconosciute per le loro caratteristiche depurative e disintossicanti, mentre le acque più pesanti dell’Antica Fonte vengono in genere impiegate a fronte di una carenza di minerali (ferro, calcio, magnesio, sodio e così via) e per la loro azione regolatrice sul fisico. Ma vediamo nello specifico quali sono queste acque che hanno permesso nel tempo di far nascere in questa località, tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo, una vera e propria stazione termale.
Quando si menzionano le acque di Pejo si fa riferimento all'acqua della Fonte Alpina, dell’Antica Fonte e della Nuova Fonte.
Formandosi tra rocce profonde e impermeabili, l'acqua della Fonte Alpina è povera di sali minerali. Il consiglio è quello di berne almeno due litri al giorno per "lavare" le vie urinarie, in quanto la leggerezza di quest'acqua facilita l'eliminazione delle formazioni calcolose e della renella presente nelle vie urinarie.
L’acqua dell’Antica Fonte, invece, ha un'alta concentrazione di bicarbonati e anidride carbonica, elementi che permettono di mantenere in soluzione numerosi minerali, tra cui ferro, calcio e magnesio. Questo equilibrio chimico consente la regolazione del movimento intestinale e il tamponamento degli acidi gastrici: in questo caso l'acqua deve essere bevuta, sempre in grande quantità, ma anche in breve tempo. Aumenta poi la secrezione biliare, regolarizza i movimenti intestinali e ricostruisce le riserve di ferro in caso di anemie carenziali.
L'acqua della Nuova Fonte è effervescente e concentrata di sali: la presenza di bicarbonato la rende utile nelle patologie gastroenteriche (tampona gli acidi e favorisce lo svuotamento gastrico), la proprietà alcalinizzante previene la formazione di calcoli biliari e infine il calcio e i fosfati contrastano l‘osteoporosi. Viene anche raccomandata in presenza di anemie carenziali dall'infanzia all’età adulta.
Tra le cure offerte alle terme di Pejo trovi innanzitutto le cure idropiniche, vale a dire una sana somministrazione di acqua da bere a scopo terapeutico. Con le giuste quantità di quest'acqua, infatti, puoi aiutare il tuo fisico a mantenere in modo efficace le funzioni vitali e a correggere eventuali squilibri metabolici. A Pejo poi, le sorgenti termali sono addirittuta tre, in grado di garantire beneficio a diversi disturbi della salute.
Quando l’acqua minerale dell’AnticaFonte viene nebulizzata e inalata ha un’azione diretta sulle mucose respiratorie. Questo trattamento permette di contrastare i processi infiammatori di natura allergica e non; oltretutto, la cura ripetuta quotidianamente può avere un effetto decongestionante e contrastare la formazione del catarro nelle vie respiratorie.
La balneoterapia consiste nell'immersione del corpo in acqua termale. Si tratta di un trattamento antico che veniva già praticato immergendosi in vasche di pietra o di legno e che prende il nome di “bagno carbo-gassoso”, un’offerta terapeutica notevole per la sua efficacia nel trattamento dei disturbi di origine articolare e neuromuscolare.
Quando invece l'immersione avviene nei fanghi maturati con l’acqua minerale della Nuova Fonte, si parla di fangobalneoterapia; un trattamento che riduce le infiammazioni delle articolazioni e scioglie le contrazioni muscolari. La maturazione dei fanghi è un processo complesso che si realizza nell'arco di 6 mesi all’interno di apposite fangaie.
I fanghi vengono applicati alla temperatura di 47-50°C per un tempo di 15 minuti; dopo la rimozione viene proposta una doccia di annettamento che permette di eliminare i residui di fango dal corpo e a seguire, un bagno termale. Il ciclo termina con la fase di “reazione”, che si effettua in posizione sdraiata della durata di una decina di minuti.