Un allenamento per distendere mente e corpo: il training autogeno

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Chi lo pratica, assicura di averne già benefici dopo alcune settimane di trattamento. Il bello del training autogeno è che i benefici arrivano da sé, senza una volontà precisa, purché si eseguano gli esercizi di concentrazione con costanza.
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Gaia Cortese 2 Febbraio 2021

Tra le numerose tecniche per rilassare mente e corpo, c'è anche il training autogeno, forse meno conosciuto come metodo rispetto ad altre pratiche, ma ugualmente efficace. Si tratta di un vero e proprio allenamento, proprio come suggerisce il nome: una serie di esercizi da praticare con costanza, inizialmente seguiti da un terapeuta e poi da eseguire in totale autonomi a casa propria.

Se vuoi saperne di più su questa tecnica, potresti iniziare a leggere una delle principali opere letterarie del suo "ideatore", Johannes Heinrich Shultz, "Il training autogeno: metodo di autodistensione da concentrazione psichica", o in alternativa rivolgerti a un terapeuta che lo promuova come trattamento.

Cos’è

Il training autogeno (TA) è una tecnica di auto distensione che coinvolge e aiuta a rilassare sia la mente che il corpo. Questo metodo di rilassamento è nato intorno agli inizi del secolo scorso grazie agli studi di uno psichiatra e psicoterapeuta tedesco, tale Johannes Heinrich Shultz, e si basa su una serie di esercizi di concentrazione che si focalizzano su determinate zone del corpo.

Per Shultz lo sviluppo del training autogeno è stato il prodotto dei suoi studi sull’ipnosi e delle sue ricerche sull’auto sperimentazione. Lo studioso cercava di ricreare uno stato di pace interiore nel paziente, molto simile al sonno o alla condizione a cui si arriva con l’ipnosi. Attraverso la pratica di precise tecniche è infatti possibile raggiungere il rilassamento assoluto, che porta a una connessione profonda tra mente e corpo.

Non a caso, quando si parla di training autogeno, si parla di tecnica o di metodo: ciò significa che esistono determinate regole da applicare che, una volta apprese e sperimentate, permettono a chiunque di auto trattarsi ogni volta che lo si desidera.

A cosa serve

Il training autogeno è un metodo molto versatile che può offrire un valido sostegno nei momenti di difficoltà, in situazioni di ansia e stress o quando ci sono problemi legati al sonno (insonnia, risvegli frequenti, etc.) o ancora alla comparsa frequente di episodi di emicrania. Insomma, per tutte quelle condizioni a livello sia mentale che fisico (perché nella maggior parte dei casi ci sono delle ripercussioni a livello fisico), che devono essere tenute sotto controllo e alleviate, in modo che non si acutizzino.

Ad ogni modo il training autogeno si può praticare anche a scopo preventivo, affidandosi sempre a un terapeuta per poi continuare gli esercizi a casa in totale autonomia.

Come si fa

In inglese training significa "allenamento", infatti il training autogeno prevede una serie di esercizi di concentrazione da fare costantemente per raggiungere la distensione e il rilassamento. Oltretutto, la pratica costante di questo metodo consente di raggiungere lo scopo in modo sempre più spontaneo, quasi automatico. E qui si arriva al secondo termine usato: autogeno. Perché il cambiamento si genera da sé, senza che venga espressa una volontà precisa. Dopo poche settimane di allenamento, molte persone che hanno adottato il metodo, riferiscono che la sensazione di benessere e di calma arriva da sola.

Per la pratica del training autogeno di norma si indossa un abbigliamento comodo e si sceglie un luogo tranquillo, lontano da possibili distrazioni e rumori. Si può rimanere seduti o sdraiati, l’importante è stare comodi e rilassati.

Il primo step è l’acquisizione della respirazione (di norma diaframmatica), indispensabile per ossigenare i tessuti e per avviare uno stato di rilassamento. Successivamente si passa ai tre esercizi base: l’esercizio della calma, l’esercizio della pesantezza e l’esercizio del calore. A questi ne seguono poi altri tre, che aiutano a stabilizzare le sensazioni positive raggiunte con i precedenti esercizi, e sono: l’esercizio della fonte fresca, l’esercizio del cuore e l’esercizio del plesso solare.

Al temine del training autogeno si praticano alcuni esercizi di risveglio e di recupero delle normali funzioni vitali, ci si prende il tempo necessario e si percepisce la distensione raggiunta della mente e del corpo.

Controindicazioni

Nella pratica del training autogeno ci sono delle controindicazioni da conoscere. Non dovrebbe praticarlo chi ha problemi cardiaci e soffre per esempio di bradicardia (cuore che batte al di sotto delle 70 pulsazioni al minuto): in questo caso, infatti, l’abbassamento delle tensioni muscolari potrebbe avere effetti sulla frequenza respiratoria e cardiaca.

Altra controindicazione è per le persone con disturbi psichiatrici dissociativi o di natura psicotica, che potrebbero provare una condizione di disagio in seguito all’esperienza di scissione corporea a cui conduce il training autogeno. Si tratta infine di una pratica che non viene consigliata ai bambini di età inferiore ai 5 anni.