Immagina persone abili e disabili, insieme, a correre. Immagina una maratona non competitiva in cui si cammina, chi se la sente corre e chi è in carrozzina viene spinto, perché l'importante è partecipare. I protagonisti sono Luca e Veronica, uno dei due ha una disabilità cognitiva, ma per le strade delle città che percorrono insieme non si nota alcuna differenza. Entrambi sorridono, entrambi si divertono, entrambi corrono.
Tutto questo è RunChallenge, lo sport che si unisce alla relazione e diventa un modo per condividere passioni e valori. Diversi preparatori atletici ed educatori preparano i ragazzi in vista di maratone che ormai si svolgono in diverse città italiane ed estere. "RunChallenge – spiega Najla, coach del progetto – è un un running club sportivo e sociale aperto a tutti, dove ci sono ragazzi con e senza disabilità che corrono insieme, nello stesso momento. Lo sport è inclusione perché è un po' una lingua universale".
D'altra parte, l'attività sportiva non è solo quella che vedi in tv, in palestra o alle Olimpiadi. L'attività fisica è permettersi di vivere del benessere, fisico e spirituale, ed è questo quello che Luca e Veronica concedono a loro stessi quando si allenano. Anche se ognuno affronta prima di ogni gara una preparazione fisica differente. "L'allenamento viene adattato alla persona – precisa Irene, altra coach del progetto – Lo sport diventa inclusione nel momento in cui lo si riesce ad adattare a tutte le persone che ne fanno parte. Qualsiasi tipo di esercizio viene pensato in base a specifiche esigenze. Solo in questo modo la corsa, da attività singola quale potrebbe sembrare, diventa sport di gruppo".
"Persone di diverso genere, età e abilità – continua Najla – sono accolte all’interno di gruppi di allenamento misti che si dividono solo in base alla volontà di ciascuno: c'è il walk, per chi vuole camminare, lo start per chi corre e cammina, e il fast per chi vuole sfrecciare (ride, ndr)". Tanti momenti diventano così, non solo piacevoli per tutti, ma anche ricordi da conservare perché riempiono di orgoglio. "Il momento più bello per me è stato durante maratona dell'anno scorso – racconta Irene – alcuni ragazzi che si sono allenati con me tutto l'anno per la prima volta hanno corso sei km. Per tanti runner non è niente, ma per alcuni ragazzi è tantissimo. È stata una delle gioie più belle".
Lo stesso è vissuto dai partecipanti, da Veronica in primis, che da Luca ha imparato tanto grazie a tutte le sfide che hanno affrontato insieme. "Ci sono momenti – racconta la runner – in cui pensiamo che andrà tutto storto, in cui non ci reputiamo in grado di superare gli ostacoli. Ma quando vedo questi ragazzi che trovano sempre un motivo per sorridere o per abbracciarmi mi arricchisce davvero tanto". "Lo sport è un acceleratore di apprendimento – aggiunge Irene. – Tutte le abilità che assimiliamo attraverso lo sport le applicheremo nella nostra quotidianità, dal saper lavorare in gruppo al riuscire a collaborare, dal riuscire a esprimere la nostra idea al saper accettare quella degli altri".
RunChallenge accoglie tutti, a prescindere dall'abilità. A dimostrazione che l'attività fisica, come qualsiasi altro aspetto della vita, può essere modificata per non far sentire nessuno escluso.