Whuan e Copenaghen sono città spugna, ma cosa significa?

Gli eventi estremi, come le alluvioni, stanno aumentando sempre di più in Italia e nel mondo. Per fronteggiare questi fenomeni, però, possono essere attuate delle strategie di pianificazione urbanistica mirate. Una tra tutte è quella delle città spugna.
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Beatrice Barra 4 Luglio 2023

Le alluvioni sono sempre più frequenti, specialmente dopo prolungati periodi di siccità. Quello che è successo in Emilia Romagna qualche mese fa è stato solo un'ulteriore conferma. Ma c'è una strategia di pianificazione ingegneristica urbana che ci potrebbe permettere di "sfidare" questi fenomeni naturali o, quantomeno, arginarne i danni: le città spugna.

Cosa sono le città spugna

Ce lo spiega il nome: sono città progettate o riprogettare per assorbire l'acqua piovana e di piena (quindi anche nei casi di alluvione) per poi riutilizzarla.

Oggi raccogliamo la maggior parte dell'acqua piovana in bacini di cemento e abbiamo costruito megalopoli che eliminano la capacità del terreno di assorbire i liquidi. L'idea di città spugna prevede invece che siano proprio le strutture e le infrastrutture della città a raccogliere le risorse idriche, con soluzioni di ingegneria ecologica.

Gli ingredienti principali sono: materiali drenanti per le costruzioni, parchi naturali, tunnel sotterranei, palazzi coperti di verde e bacini di raccolta.

I progetti principali

I progetti tramite cui si può trasformare una città "normale" in una città spugna sono:

  • Rimuovere le superfici impermeabili inutilizzate e sostituirle con aree verdi che fanno da spugna: infatti le radici degli alberi riescono ad assorbire grandissime quantità di acqua che viene poi rilasciata gradualmente nel terreno.
  • Ampliare le aree permeabili (e quindi capaci di assorbire l'acqua), costruendo o sostituendo la pavimentazione impermeabile di piazze, strade e parcheggi con materiali porosi capaci di assorbire l'acqua.
  • Ampliare il verde in generale per ridurre l'inquinamento atmosferico, rallentare l'erosione del suolo e stabilizzarlo, grazie alle radici profonde delle piante
  • Creare canali artificiali con gli argini leggermente inclinati che permettono all'acqua piovana di infiltrarsi direttamente nel sottosuolo
  • Avere dei sistemi di filtraggio dell'acqua piovana e reti separate per dividere le acque contaminate da quelle che possono essere riusate.

Esistono già città spugna?

Whuan è già una città spugna. Qui sono stati attuati 228 progetti per la realizzazione di una città spugna, tra cui grattacieli capaci di stoccare l'acqua piovana.

Copenaghen, invece, dal 2011 ha attuato un piano per prevenire le alluvioni e ridurre i gas serra: ricoprire l'asfalto di alcune zone con materiali erbosi e costruire in un'area di 22mila metri quadri un bacino per raccogliere l'acqua piovana e renderne riutilizzabile il 70%.

Ci sono moltissime altre città che si stanno muovendo in questa direzione: Berlino, Melbourne, Londra e anche Milano, dove entro il 2030 dovrebbero essere spesi 50mln di euro in 90 progetti ingegneristici con questo scopo che interessano 32 diversi comuni dell'hinterland milanese.

Perché ne abbiamo bisogno?

Il motivo per cui sarebbe utile e importante attuare modelli di questo tipo, forse ad oggi è scontato. Abbiamo visto quello che è successo in Emilia Romagna, nelle Marche, sappiamo quello che potrebbe succedere a Venezia. E più in generale, basta guardare la crescita nel numero di alluvioni causate da pioggia in Italia per rendersene conto.

Se si guarda la mappa dell'osservatorio nazionale città e clima di Legambiente, infatti, la differenza tra il numero di eventi estremi causati da pioggia in Italia tra la mappa del 2010 e quella del 2022 salta subito all'occhio.

Alluvioni nel 2010/ Mappa città e clima, Legambiente.
Alluvioni nel 2022/ Mappa città e clima Legambiente

Gli eventi estremi sono in aumento e, come si vede anche nell'ultimo grafico della NASA, anche il livello del mare è salito molto 1993 ad oggi.

Le città spugna potrebbero essere, quindi, una strategia che, prendendo ispirazione dai processi della natura, allo stesso tempo ci permette di tutelarla e tutelarci.