Zaia sul granchio blu: “Spacca tutto e fa disastri”, ma è colpa dell’uomo se sta invadendo il Mediterraneo

Il presidente della Regione Veneto in conferenza stampa ha mostrato due esemplari e spiegato come da inizio anno siano già state raccolte 326 tonnellate di questa specie aliena che sta mettendo a rischio migliaia di piccole aziende ittiche. Ma il granchio è arrivato nel Mediterrano attraverso le navi cargo e proliferato anche grazie a siccità e aumento delle temperature.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 17 Agosto 2023

"Spacca tutto e fa disastri". Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha riassunto il problema dell'invasione del granchio blu, una specie aliena che negli ultimi anni ha messo a repentaglio la biodiversità del mar Mediterraneo. Per l'Italia, la zona più colpita al momento è il Polesine, dove circa 3mila piccole aziende sono a rischio chiusura. Per questo motivo, il Veneto ha chiesto lo Stato d'Emergenza e ottenuto 2,9 milioni di euro destinati a consorzi e imprese che si occuperanno della cattura del granchio blu. E proprio con due di questi esemplari, un maschio e una femmina, si è presentato ieri in conferenza stampa il presidente Zaia, spiegando come da inizio anno ne fossero già state raccolte 326 tonnellate solo nella sua Regione, in particolare nella provincia di Rovigo. Ma il granchio alloctono non è arrivato per caso fino alle nostre coste e da questa storia abbiamo davvero tanto da imparare su come l'essere umano non si stia preoccupando a dovere del suo impatto sul Pianeta.

Il granchio blu, chiamato così proprio per il colore delle sue chele, è una specie originaria delle coste atlantiche dell'America. In Italia viene avvistato da circa una decina di anni, ma è soprattutto dal 2021 che si è dimostrato una delle più importanti minacce al nostro ecosistema marino. Il Callinectes sapidus, questo il nome scientifico, è infatti un animale onnivoro ed è in grado di divorare qualsiasi creatura gli passi vicino, dai crostacei ai pesci. Ricerca in particolare le uova e gli avannotti, ovvero i pesci appena nati. Non solo, ma durante le sue battute di caccia, distrugge le reti dei pescatori per raggiungere il pescato al loro interno. Caratteristiche che gli hanno valso il soprannome di "killer dei mari".

Ma il granchio blu si limita a fare il suo mestiere. Il problema è che questo esemplare nel Mediterraneo non dovrebbe proprio esserci. È arrivato fino a noi attraverso le navi cargo e, in particolare, tramite l'acqua che queste imbarcazioni utilizzano come zavorra per stabilizzare lo scafo. Una volta attraccate, l'acqua viene scaricata in porto, assieme a tutti gli esseri viventi che nel ha portato con sè. E tra loro, c'è anche il granchio blu.

La specie ha iniziato quindi a riprodursi e a popolare i nostri mari, aiutata anche dalle condizioni ambientali e dalle conseguenze della crisi climatica. Sì perché questo granchio è in grado di resistere fino ai 35 gradi, un vantaggio notevole in un mondo che si sta surriscaldando. Per non parlare di come la siccità gli abbia permesso di estendere il suo bacino d'azione: il cuneo salino, ovvero la risalita dell'acqua salata lungo i fiumi in secca, non ha fatto altro che trasportare il Callinectes sapidus sempre più verso l'entroterra.

Vi sono zone, come in Puglia o in Veneto, appunto, dove i pescatori sembrano ormai riuscire a catturare unicamente il granchio. Un fenomeno frutto sicuramente della rapida espansione di questo esemplare, ma anche del grave problema della sovrapesca, ovvero un'attività intensiva che ha derubato il mare delle sue risorse ittiche.

Insomma, stiamo piangendo su un latte che noi stessi abbiamo versato. Una soluzione che potrebbe almeno in parte mettere una pezza è quella di iniziare a mangiare anche il granchio blu. È l'idea promossa sia da Ispra, che ricorda come in Stati Uniti e Messico addirittura lo allevino a questo scopo, che da diversi biologi marini, tra cui Carlotta Santorini che da anni monitora l'invasione delle specie aliene nei nostri habitat e che con la quale avevamo cercato di capire meglio la situazione.

Ragionando più sul lungo termine, però, sarebbe importante capire come arginare l'arrivo di specie aliene nei nostri mari e come rendere il trasporto navale più sostenibile anche da questo punto di vista. Altrimenti tra qualche anno saremo alle prese con una nuova invasione e nuovi fondi da stanziare.