20 mila tonnellate di rifiuti tolte dalle spiagge di Mumbai: la storia di Afroz Shah

L’amore per la propria città e per il pianeta hanno portato Afroz Shah a compiere la pulizia più incredibile dei nostri tempi, che gli è valsa anche il titolo di “Campione della Terra” dell’Onu.
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Annatina Fanigliulo 12 Ottobre 2023

Quante volte ti sei sentito dire “da solo non puoi fare la differenza” oppure “sei una goccia nell'oceano"? Se la spiaggia di Mumbai è cambiata radicalmente, il merito è di Afroz Shah: non un ricco imprenditore o un capo di Stato, ma un semplice cittadino che a un certo punto si è stancato di restare a guardare. Certo, Afroz non ha fatto tutto da solo: nel suo sogno di liberare la spiaggia dalla spazzatura ha coinvolto migliaia di persone, e le sta coinvolgendo tutt'oggi, in questo e in altri progetti che prevedono la pulizia di siti inquinati in giro per l’India. Ma partiamo con ordine.

Afroz nuotava a Versova Beach quando era piccolo, prima che diventasse una discarica a cielo aperto. Poi è cresciuto, ha studiato Giurisprudenza lontano da casa, finché nel marzo 2015 non è tornato a Mumbai, con l'idea di comprarsi un appartamentino con vista sulla spiaggia della sua infanzia. Immagina che colpo al cuore, vederla ridotta in questo stato. Fuori dalla finestra c’era letteralmente una montagna di plastica che cresceva a vista d’occhio, senza che nessuno facesse qualcosa per impedirlo. Nei mesi successivi, malgrado i suoi impegni da avvocato, Afroz continuava a pensare e a ripensare alla situazione, parlando con la gente del quartiere per capire cosa si potesse fare. Stanco di aspettare, alla fine ha optato per l’unica soluzione in suo potere: ovvero, uscire e andare a raccogliere lui stesso quei rifiuti, nel tempo libero. Naturalmente gli serviva una mano, anzi, tante mani, quindi si è messo a chiedere alle persone di aiutarlo che, senza pensarci due volte…  lo hanno preso per pazzo e gli hanno detto “no, grazie”. Soltanto un uomo di 84 anni ha raccolto il suo invito. Nonostante tutto non si è lasciato scoraggiare, Afroz ha iniziato a ripulire la spiaggia, e con la sua determinazione ha compiuto un piccolo “miracolo”: vai oggi, vai domani, alla fine ha ispirato sempre più persone a fare lo stesso. Pensa che nel 2016 l’Onu gli ha assegnato anche il titolo di "Campione della Terra”, che è il massimo riconoscimento per chi realizza qualcosa di concreto per la salvaguardia del Pianeta.

Fantastico, ma c’è un ma: più proseguiva nell’impresa e più Afroz si rendeva conto che pulire la spiaggia serviva solo a mettere una pezza, perché nel frattempo la spazzatura tornava ad accumularsi.

Secondo i dati ufficiali, l’India genera quasi 4 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica all’anno e la maggior parte dei rifiuti deriva proprio dalla plastica monouso. Fino al 70% di questa plastica, però, non viene riciclata perché mancano infrastrutture moderne per trattarla. Visto questo deficit di sistema, in molti centri la spazzatura finisce un po’ ovunque: sui bordi delle strade, nelle mega discariche urbane, come quella di Okhla, a sud di Nuova Delhi, addirittura nei fiumi o nel mare, dove poi viaggia spinta dalle correnti; quindi il problema riguarda solo l’India, anzi. Senza contare che la plastica non sparisce, al massimo si scompone nelle microplastiche mangiate dai pesci, finendo infine nella catena alimentare. Comunque, alla luce di ciò, Afroz si è reso conto che la chiave di volta era parlare con le persone per contrastare l’inquinamento a monte, proponendo soluzioni concrete. Per questo ha creato una fondazione a suo nome e ha iniziato a organizzare seminari in giro per l’India, sull’importanza dell’economia circolare, che si basa su tre principi: riciclare, ma anche riutilizzare la plastica e ridurre il suo consumo. C’è da dire che gran parte della plastica monouso è già vietata in India dal 2022 ma, nella quotidianità, questo non impedisce alle persone di utilizzarla, soprattutto perché se ne ignorano le conseguenze a lungo termine, e perché c’è la convinzione di non avere alternative.

Perciò oggi Afroz sta facendo questo: sensibilizzare. E ovviamente continua anche a pulire Versova Beach e altri siti, come la spiaggia di Dana Pani o le rive del fiume Mithi, spronando gli altri con il suo esempio. Il suo motto è questo: “L’inquinamento comincia nella nostra testa ed è lì che deve finire”.