7 robottini per combattere il coronavirus, l’invenzione dell’Ospedale di Circolo di Varese

All’Ospedale di Circolo di Varese i medici non lottano da soli, ma possono contare sull’aiuto di sette simpatici robottini. Sono dotati di una telecamera e permettono ai dottori di tenere monitorati i pazienti affetti da Covid-19 in totale sicurezza, con una comunicazione a distanza. Un sistema che non elimina del tutto il contatto tra medico e paziente ma che riduce di molto il rischio di contrarre la malattia.
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Video Storie 16 Aprile 2020

Siamo nel reparto di Medicina ad Alta Intensità dell’Ospedale di Circolo di Varese, dove i medici lottano ogni giorno contro l’emergenza coronavirus. Nonostante il pericolo di contrarre anche loro la malattia i dottori sono sempre in prima linea, ma oggi, grazie all’aiuto di questi simpatici robottini dotati di telecamera, possono controllare i monitor dei pazienti a distanza riducendo così il consumo dei preziosissimi dispositivi di protezione.

“Ovviamente questi robot non eliminano il contatto umano con il paziente”, ha spiegato il Prof. Dentali, “Ma ci aiutano a ridurre gli accessi e i tempi di vestizione e svestizione”. Far sentire la vicinanza non solo medica ma anche emotiva è una parte del loro lavoro a cui i medici non possono mai rinunciare, ma attraverso questo sicuro sistema di comunicazione possono parlare con i pazienti tutte le volte che desiderano. “Questi robottini hanno avuto un impatto notevole sulla nostra attività. La vestizione e la svestizione sono delicate e richiedono molto tempo, ma in questo modo abbiamo migliorato anche la qualità del tempo che dedichiamo ai nostri pazienti".

Tra i robottini in dotazione c’è anche “Ivo”, un dispositivo pensato inizialmente per la didattica a distanzama che è tornato utilissimo in questi tempi difficili permettendo videochiamate continue tra medici e pazienti. “Questi strumenti non solo ci consentono una maggiore efficienza organizzativa”, ha detto Gianni Bonelli, direttore Asst Sette Laghi, “Ma ci permettono di avere un rapporto più stretto con i pazienti che sono in isolamento».