Amal, la bambola gigante che gira il mondo per diffondere la speranza di un futuro migliore

Amal è una marionetta alta 3,5 metri che ha girato il mondo, dalla Turchia al Regno Unito, per simboleggiare la fuga dalla guerra di milioni di bambini, costretti a raggiungere l’Occidente. Tra le sue tappe non è mancata Glasgow dove si è presentata, durante la Cop26, nella giornata dedicata all’uguaglianza di genere.
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Video Storie 12 Novembre 2021

Ha percorso 8000 km e ha attraversato ben 8 paesi in soli 4 mesi, per rappresentare la fuga dalla guerra di milioni di bambini verso l’Occidente: una storia triste che ci siamo abituati a leggere con un velo di indifferenza. Il suo nome è Amal, che in arabo significa Speranza. Alta 3,5 metri e con un peso di 25 kg, è ispirata a una bambina siriana di 9 anni, che gira il mondo in cerca di sua madre dopo la fuga dal suo paese devastato dalla guerra. Non solo, un altro scopo è quello di far comprendere l’importanza di aprirsi a nuove culture e conoscenze, spostandosi da un luogo all’altro come hanno fatto i nostri antenati per portare agli altri il progresso.

Durante il suo viaggio Amal ha così incontrato diverse persone, tra cui tanti rifugiati, che hanno finalmente trovato qualcuno disposto a dare risonanza alla loro storia.

Il progetto è stato ideato dall’associazione d’arte Good Chance e dalla Handspring Puppet Company, la società sudafricana che realizza marionette giganti per spettacoli di intrattenimento. Insieme hanno inaugurato “The Walk”, il più lungo festival itinerante mai realizzato, che ha avuto inizio in Turchia il 26 luglio 2021, passando anche per la Cop26 a Glasgow.

La bambola si comporta come un burattino ingrandito in scala ed è controllata dall’interno da un burattinaio. La testa si muove grazie a un sistema di cavi studiato per garantirne un movimento naturale, mentre le braccia sono guidate con delle aste da operatori che agiscono dall’esterno.

Alla Cop26 Amal è diventata il simbolo della giornata dedicata all’uguaglianza di genere, un aspetto che nel corso di questa battaglia contro il cambiamento climatico non può essere trascurato. Tra le varie tappe, infatti, Amal ha attraversato diverse aree a rischio siccità e colpite da incendi, dove ha parlato con tante donne che non volevano più essere solo spettatrici di quel disastro, ma volevano assumere un ruolo in prima linea per contribuire al cambiamento. La “piccola Amal” ha portato con sé a Glasgow dei semi, simbolo di speranza, per ricordare ai politici il loro ruolo di “seminatori” di un futuro globale migliore e anche una lettera aperta, sottoscritta da quasi 2 milioni di persone in giro per il mondo, in cui si richiede di collaborare per limitare le emissioni di CO2, prima che sia troppo tardi.