Carne rossa: mangiarne meno non serve a migliorare la tua salute, lo sostiene uno studio

I risultati di una nuova ricerca, secondo cui non ci sarebbero prove che la riduzione del consumo di carne rossa e di carne lavorata porti vantaggi rilevanti per la salute, sembrano in contraddizione con le conclusioni dell’Oms, per cui invece un consumo eccessivo di tali alimenti aumenta il rischio di cancro e di altre patologie.
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Federico Turrisi 1 Ottobre 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

La carne rossa e quella processata (come salumi, salsicce e wurstel) fanno male o no? Arriva un nuovo capitolo di una delle questioni alimentari più controverse. Sono ormai numerosi gli studi scientifici che raccomandano di ridurre il consumo di carni rosse e carni lavorate per abbassare il rischio di malattie cardiovascolari e altre patologie come tumori e diabete. Lo Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (che fa parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità) nel 2015 ha classificato la carne processata nel gruppo 1, ossia "cancerogeno per l'uomo", e la carne rossa nel gruppo 2A, cioé "probabilmente cancerogeno per l'uomo". Ragion per cui l'Oms raccomanda di mangiarne non più di tre porzioni a settimana, cioè non più di 500 grammi.

Ma secondo un gruppo internazionale di ricercatori, guidati dagli esperti della Dalhousie University e della McMaster University, in Canada, limitare il consumo di carne rossa e di carne lavorata non serve a niente. I risultati del loro studio, pubblicato su Annals of Internal Medicine, vanno controcorrente rispetto a quello che ha detto finora la comunità scientifica internazionale. Il team di scienziati è partito dalla stima del consumo medio di carne rossa e lavorata, in Europa e nell’America settentrionale – in Italia siamo a 750 grammi alla settimana, cioè quattro porzioni – e ha condotto cinque revisioni sistematiche su studi randomizzati controllati e studi osservazionali che hanno esaminato l'associazione tra il consumo degli alimenti in questione e l'insorgenza di tumori e di disfunzioni cardio-metaboliche.

Risultato? Dall'analisi statistica è emerso che non ci sono abbastanza prove che mangiare meno carne riduca il rischio di cancro, diabete e altre malattie; anzi i vantaggi per la salute sono minimi e quindi il consumo medio si può anche mantenere sui livelli attuali. L'ultima parola sugli effetti nocivi per la salute deve dunque ancora arrivare. La nuova ricerca non tiene però conto del notevole impatto ambientale di questa tipologia di carne. Premesso che la moderazione rimane sempre la stella polare a tavola, la riduzione del consumo di carne rossa e processata appare comunque conveniente.

Fonte | "Unprocessed Red Meat and Processed Meat Consumption: Dietary Guideline Recommendations From the Nutritional Recommendations (NutriRECS) Consortium" pubblicato su Annals of Internal Medicine l'1 ottobre 2019

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