Coltiviamo gentilezza (e impariamo a praticarla): la piattaforma che ti aiuta a condividere le tue abitudini gentili

Coltiviamo Gentilezza è una piattaforma di buone pratiche di gentilezza. Perché tutti possiamo imparare a essere più gentili e altruisti. Ce lo conferma in questa intervista Viviana Hutter, ideatrice del progetto e autrice del libro appena pubblicato “Il mio quaderno della gentilezza”.
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Gaia Cortese 26 Aprile 2020

Essere gentili e altruisti ha effetti positivi sulla salute e sembra che allunghi anche la vita. Praticare poi abitualmente atti di gentilezza riduce lo stress e l'ansia e permette di vivere meglio, ma è possibile imparare a essere gentili? Ne abbiamo parlato con Viviana Hutter, ideatrice del progetto Coltiviamo Gentilezza.

Cos’è Coltiviamo Gentilezza?

È una piattaforma di condivisione diffusa delle buone pratiche di gentilezza, mappate sul territorio nazionale. È un insieme di buone pratiche attuate da scuole, attività commerciali, aziende e associazioni, con l’obiettivo di far emergere ciò che c’è di buono nel nostro Paese.

Come è nata l’idea di questa piattaforma?

L’idea è nata un po’ per caso. Sono sempre stata molto attenta alle cose che succedono negli Stati Uniti, avendo vissuto lì per un periodo della mia vita. Così seguivo anche quello che è conosciuto come Kindness Movement, il Movimento per la Gentilezza. Nel 2018 ho iniziato a ragionare su questi concetti di gentilezza e visto che in Italia ci sono festival di ogni tipo, ho pensato a un festival della Gentilezza e a quello che sarebbe stata la base del progetto.

Mi sono confrontata sull’idea con Margherita Rizzuto, vicepresidente di Agrigiochiamo ed esperta di turismo, territorio e agricoltura e con Antonio Puzzi, giornalista e antropologo, membro di Slowfood Campania: abbiamo unito le nostre idee e siamo partiti dalla terra per concepire questo atto di gentilezza. All’inizio era solo una pagina facebook dove raccoglievamo notizie, eventi e iniziative dal mondo, poi Coltiviamo Gentilezza ha preso sempre più forma fino a diventare quello che è oggi.

Viviana Hutter, Margherita Rizzuto e Antonio Puzzi di Coltiviamo Gentilezza.

Cosa sono invece gli Angoli della Gentilezza?

Questa è una mia follia, in realtà! L’Angolo della Gentilezza è un angolo che qualunque attività può dedicare alla gentilezza, un posto dove vengono raccolti messaggi positivi, buoni e gentili, in forma anonima. Riprende un po’ il concetto della Little Free Library che promuove gli scambi di libri di quartiere, sotto forma di libreria pubblica. Chi ha deciso di creare un proprio Angolo delle Gentilezza in Italia lo ha fatto come più desiderava: realizzando una cassettina in legno, rendendo disponibile una panchina. Per farlo basta esporre il simbolo di Coltiviamo Gentilezza e mettere a disposizione un semplice contenitore.

Come è andata la prima edizione del Festival della Gentilezza?

La prima edizione è andata meravigliosamente, non ci aspettavano tanto. Tutto è nato dai social: dalla nostra pagina Facebook  abbiamo chiamato alle armi tutti quelli che volevano partecipare e in poco tempo abbiamo ricevuto adesioni anche dall’estero. C’è tanta voglia di portare fuori la gentilezza, voglia di diffonderla in tutta la comunità. Il significato del Festival si è davvero sentito, a partire dai bambini che hanno coinvolto anche i propri genitori e famigliari. Sicuramente lo rifaremo.

Quanto è importante diffondere la gentilezza ai giorni nostri?

Con l’epoca che stiamo vivendo diffondere la gentilezza è l’unico modo per contrastare l’ondata di odio che c’è in giro. Ecco perché tanti hanno aderito. Abbiamo parlato con diversi docenti e ci hanno confermato quello che è ormai agli occhi di tutti: purtroppo è più diffusa l’intolleranza che non l’accoglienza, e questo è un problema. Anche il fenomeno del cyberbullismo è un problema molto sentito all’interno delle scuole e un progetto di gentilezza può essere utile per contrastarlo. Per iniziare a dire “io sono per…” e non “io sono contro”.

Perche è così importante iniziare dai bambini?

Perché i bambini in genere sono gentili tra di loro. Sono gli input esterni che determinano eventuali atteggiamenti negativi. Un bambino con handicap, per esempio, non viene nemmeno percepito come qualcosa di diverso, fino a che non arriva un giudizio o una considerazione da parte di un adulto.

Bisogna educare sia i bambini che gli adulti insomma…

La gentilezza si può imparare. Grazie alla casa editrice Voglino (la stessa casa editrice che, in occasione della passata Giornata della Gentilezza, aveva appeso giacche e cappotti all'esterno del negozio per donarli ai più bisognosi) ho appena pubblicato un libro, “Il mio quaderno della gentilezza”. Si tratta di un manuale con 30 esercizi per praticare la gentilezza. Attraverso l’educazione, nella mente dell’essere umano, si possono stabilire nuove connessioni e cambiare dei comportamenti. La gentilezza, ripeto, si può insegnare, bisogna solo esercitarsi.

Ci lasci un esercizio da fare?

Un esercizio facilissimo è quello di sorridere. Se sei nervoso, se ti hanno fatto arrabbiare, un sorriso può cambiare il tuo umore, fino a cambiarti completamente la giornata. Anche se incontri una persona che non ti piace troppo, tu prova a sorridere: solo questo gesto, ti aprirà un mondo.