Come funziona l’intolleranza al lattosio

Perché alcune persone stanno male se mangiano cibi che contengono il lattosio? Cosa succede nell’intestino degli intolleranti? Dobbiamo smettere veramente di bere latte in età adulta?
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Rubrica a cura di Simone Gabrielli
28 Giugno 2024

Come ben sai il problema dell'intolleranza al latte è legata al lattosio, la molecola di zucchero del latte, a sua volta formata da due zuccheri semplici: il galattosio e il glucosio. Quando il lattosio arriva nell’intestino, un enzima, chiamato lattasi, lo scompone cioè lo spezza in due parti liberando il galattosio e glucosio che verranno poi assorbiti nell’intestino tenue.  In alcune persone, però, l’organismo smette di produrre la lattasi, quindi il lattosio non può essere assorbito in questo punto e arriva nel colon dove inizia ad essere metabolizzato dal microbiota intestinale, i batteri che vivono nel nostro intestino. Bene, cibo per i batteri, che danni potrà mai fare? Purtroppo questi batteri non sono abituati a vedere il lattosio e cibandosi di esso iniziano a produrre abbondanti quantità di gas come idrogeno, anidride carbonica e metano causando gonfiore, dolore e flatulenza. Inoltre questo processo messo in atto dai batteri, che prende il nome di fermentazione, richiama acqua nel colon che causa una forte diarrea.

Intolleranti si nasce o si diventa?

Ma intolleranti si nasce o si diventa? Principalmente è una questione genetica, tutti noi siamo in grado di digerire il lattosio durante l’allattamento ma i ⅔ della popolazione piano piano smette di produrre questo enzima durante lo svezzamento o in età adulta, sempre per fattori genetici – quali? Dopo ci torniamo. C’è anche un secondo tipo di intolleranza al lattosio transitoria causata dal danneggiamento dell’intestino tenue. Alcune malattie come la celiachia, Morbo di Chron o gastroenteriti possono danneggiare l’intestino tenue che non riesce più a produrre l’enzima lattasi per digerire il lattosio. Come detto però è reversibile, cioè se l’intestino torna in salute, dove possibile, si può tornare a digerire il lattosio senza problemi. L’intolleranza al lattosio è dose dipendente, cioè in base alla quantità di lattosio ingerita si possono avere più o meno effetti collaterali.

Diffusione intolleranza

Ma come mai alcune persone hanno sviluppato questa persistenza della lattasi in età adulta e altri no? Se guardiamo una mappa della diffusione mondiale dell’intolleranza al lattosio noteremo che la percentuale di intolleranti è più alta nelle popolazioni dove non c’è una tradizione alla pastorizia. Qualcuno allora ha ipotizzato che la variante genetica in grado di mantenere attiva la lattasi in età adulta si sia sviluppata proprio grazie al consumo più frequente di latticini. Circa 10 mila anni fa varie popolazione in tutto il mondo hanno iniziato ad allevare animali per la produzione di latte, tuttavia all’epoca nessuno era in grado di digerire il lattosio in età adulta, allora perché lo facevano? Con tutta probabilità trasformavano il latte in latticini come formaggi e yogurt che hanno una ridotta quantità di lattosio e quindi erano più digeribili. Circa 7 mila anni fa tra l’Europa centrale e i Balcani avvenne una mutazione del DNA, la persona col DNA mutato aveva acquisito il super potere di bere latte anche in età adulta, una sorta di X-Men.

Ci tengo a precisare che le mutazione sono casuali, non è che se continui a bere latte per generazioni prima o poi sviluppi la capacità di digerire il latte. Però questa mutazione casuale ha dato alle persone capaci di digerire il lattosio una sorta di vantaggio. In un'epoca dove il cibo non era abbondante, la capacità di digerire latte o latticini senza avere problemi di salute, forniva sicuramente maggiori chance di sopravvivenza. Tutto questo, nell’arco delle generazioni, si è tradotto in una maggiore diffusione di persone non intolleranti in determinate zone.

In altri Paesi, come Cina e Giappone, le persone non hanno mai sviluppato una grande tolleranza al lattosio, con tutta probabilità perché lì non si è mai affermata una vera e propria cultura casearia; tradizionalmente si preferisce consumare prodotti a base di soia fermentata, come il tofu. Quindi, visto che non si mangiano latticini, una mutazione in grado di permettere la digestione del lattosio non avrebbe portato chissà quali vantaggi.

Ma, c'è un ma! Ovvero esistono delle eccezioni. Per esempio, in Mongolia hanno un'antica tradizione di pastorizia, eppure non si è mai diffusa la variante genetica – quindi il punto debole di Gensis Khan era una tazza di latte? Ma senza andare troppo lontano anche guardando l’Italia, dove abbiamo una lunga tradizione di produzione di formaggi e latticini, possiamo notare una grossa percentuale, stimata al 50%, di intolleranti al lattosio. Perché questa cosa? Ancora non lo sappiamo a dimostrazione che ci sono ancora tanti studi genetici da intraprendere.

Test dell'intolleranza al lattosio

Come facciamo a capire se siamo intolleranti? ll test più accurato per l'intolleranza al lattosio è il breath test o test del respiro: dopo un digiuno notturno, si beve una soluzione che contiene lattosio e se  questo viene digerito dai batteri si produce idrogeno che può essere rilevato nel respiro del paziente da un rilevatore. Se i livelli di idrogeno nel respiro del paziente sono elevati, potrebbe avere un'intolleranza al lattosio. Questo test non viene solitamente eseguito su neonati e bambini molto piccoli, perché può causare una grave diarrea, in questi casi si utilizza il test dell’acidità delle feci, meno preciso ma più sicuro in questi casi. I batteri del colon, se digeriscono il lattosio causano acidità nelle feci quindi analizzando il pH possiamo capire se c'è un’intolleranza oppure no.

Dieta da seguire

E arriviamo alla dieta da seguire in caso di intolleranza al lattosio. L'unica soluzione è togliere il lattosio dalla propria alimentazione quindi via latte, burro, gelato e buona parte dei latticini, a meno che non si tratti di prodotti senza lattosio; e per fortuna oggi c'è ampia scelta di prodotti senza lattosio.  Alternative valide possono essere le bevande vegetali a base di soia, riso, mandorla e tanti altri, certo a livello nutrizionale e di gusto non sono la stessa cosa ma comunque delle valide alternative.  Lo yogurt, invece, ha quantità variabili di lattosio, per esempio lo yogurt greco ne ha molto poco, quindi è possibile che alcuni tipi di yogurt possano non dare fastidio.  Alcuni formaggi stagionati sono ben tollerati come per esempio il grana che contiene pochissimo lattosio ma anche il pecorino, gorgonzola e tanti altri. Come mai? Perché i microrganismi utili per la trasformazione del latte in formaggio riescono a degradare tutto, o quasi, il lattosio presente. Attenzione ad alcuni prodotti in cui il lattosio è usato come additivo come per esempio alcuni prodotti da forno, alcune tipologie di prosciutti o farmaci.

Conclusione

In conclusione l’intolleranza al lattosio può essere molto fastidiosa, per fortuna ci sono tanti prodotti sostitutivi privi di lattosio che possono permettere agli intolleranti di assaporare latte e latticini come per esempio una bella pizza con la mozzarella sopra.  Tieni in considerazione che in questo video abbiamo analizzato solo gli aspetti biologici dell’intolleranza al lattosio, se vuoi approfondire l’argomento della produzione di latte dal punto di vista etico e ambientale trovi altri articoli sul nostro sito. Io ti auguro come sempre buona alimentazione e ci vediamo al prossimo articolo di “Come funziona il corpo umano”.

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Sono un Biologo Nutrizionista conosciuto sui social come “Nutri-Nerd” per il mix di competenza scientifica e cultura popolare che inserisco in altro…