Hai bevuto dell’acqua infetta e ora nausea, febbre e diarrea, ti stanno rovinando il viaggio che hai progettato per mesi. Probabilmente ti sei beccato un infezione da Escherichia coli (E. coli), un batterio che indica la presenza di feci nell’acqua e che si può prendere soprattutto quando si visitano Paesi che hanno norme igieniche sanitarie poco severe, o quando ti viene voglia di fare un tuffo nella Senna.
L’Escherichia coli è un batterio che vive naturalmente negli animali a sangue caldo, quindi uccelli e mammiferi, compresi noi umani. Di norma si trova nell’intestino ed ha un ruolo importante nel microbiota intestinale: ci aiuta a digerire il cibo, protegge l’intestino dai microbi patogeni e contribuisce alla produzione di alcune vitamine.
Questo è l’E. coli, praticamente un Minion ricoperto di filamenti tipo pelucchi lo aiutano a muoversi e aderire per bene alle mucose degli organi che colonizza. Vive in ambienti con una temperatura tra i 35-40°, per questo l’intestino è il suo habitat naturale, e sopravvive sia in presenza che in assenza di ossigeno. Per questa sua caratteristica lo ritroviamo in più ambienti, motivo per cui è facile entrarci in contatto.
Ora probabilmente ti starai chiedendo, ma se sto batterio vive dentro di noi, perché ci causa infezioni? Devi considerare che ci sono moltissimi tipi di E. coli, sono più di cento, e sebbene la maggior parte di questi tipi siano innocui per l’uomo, altri possono diventare patogeni come per esempio l'E. coli entero-emorragico, che già dal nome vi fa capire quanto sia simpatico. L’E. coli, se ingerito in alte quantità, può causare infezioni, anche gravi, del tratto gastrointestinale. Ma non è finita qua perché se entra in contatto con altri organi può causare malattie extra intestinali come infezioni del tratto urinario, polmonite, meningite e setticemia.
Quindi dove possiamo rischiare di incontrarlo?
Per evitare il contagio diretto è fondamentale un’adeguata igiene personale. Farsi correttamente il bidet e lavarsi le mani sono proprio le basi per non prendere il batterio. Non solo bisogna lavarsi le mani dopo essere andati in bagno, ma anche dopo aver cambiato i pannolini, prima e dopo aver cucinato, dopo aver toccato degli animali. Insomma sempre.
Come fare invece per evitare il contagio attraverso il cibo consumato crudo, tipo frutta e verdura? Prima di arrivare in negozi o supermercati vengono sottoposti a lavaggi che riducono il rischio di contaminazione, ma una volta comprati assicuriamoci comunque che frutta e verdura coltivata a terra non abbia residui di terre e sciacquiamo bene sotto acqua potabile – e ti ricordo che il bicarbonato non disinfetta. Mentre per quanto riguarda la carne, ti devi assicurare di cuocerla bene perché l’E. coli è un batterio sensibile al calore e viene eliminato con temperature superiori ai 60 gradi e poi, mi raccomando, lava gli utensili da cucina che hai utilizzato per cucinarla.
Piccolo disclaimer per i viaggiatori di Paesi come Sud America, Africa, Medio Oriente e Asia: sono posti bellissimi e chi può visitarli tutti è davvero fortunato, ma la prudenza non è mai troppa. Quindi per evitare di passare metà della tua vacanza chiuso in bagno non acquistare cibi e bevande da venditori ambulanti e assicurati di bere solo acqua in bottiglia. Occhio anche al ghiaccio nei drink e a quando ti lavi i denti, l’acqua del rubinetto è meglio evitarla.
I sintomi dell’infezione da E. coli insorgono in fretta, a qualche ora dal contatto col batterio, e durano circa una settimana. Se ingerito provoca un'infezione del tratto intestinale. In questo caso i sintomi sono diarrea di diversa gravità, nausea, febbre, vomito e crampi addominali.
Ma l’infezione più comune da E. coli è quella del tratto urinario. Qui mi rivolgo a tutte le mie followers visto che l’infezione colpisce maggiormente le donne, per via dell’estrema vicinanza tra ano e uretra, provocando la cistite batterica: il bidet va fatto sempre dall’interno verso l’esterno, proprio per evitare spiacevoli contaminazioni.
Insomma l’infezione da E. coli è molto comune, ma con delle accortezze possiamo minimizzare il contagio. Comunque se pensi di aver contratto il batterio, rivolgiti al tuo medico, perché il trattamento dell’infezione varia a seconda dell’organo infetto, dalla gravità dei sintomi e dal ceppo di e.coli responsabile.