Continua la crisi vulcanica ai Campi Flegrei: quando sarà l’esercitazione nazionale e chi dovrà farla

Continua l’attività bradisismica ai Campi Flegrei. In primavera una grande esercitazione nazionale sul modello di “Exe Flegrei 2019”.
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Andrea Di Piazza Geologo specializzato in Green Management
7 Marzo 2024 * ultima modifica il 07/03/2024

Dopo qualche mese di "silenzio", i Campi Flegrei sono tornati a farsi sentire con un terremoto di magnitudo 3.4 che ha avuto epicentro a Bagnoli. Il sisma è stato nitidamente avvertito in gran parte della città di Napoli, con segnalazioni anche dal napoletano e casertano.

La scossa ha ricordato agli abitanti dell'area flegrea che la crisi vulcanica è ancora in fase di sviluppo, come del resto confermano anche i dati dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Nel frattempo il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile sta pianificando una grande esercitazione nazionale, sul modello di "Exe Flegrei" del 2019, che fungerà da test generale del piano sul rischio sismico, approvato nei mesi scorsi dal Governo su proposta del Ministro Nello Musumeci. Vediamo qual è la situazione.

Il supervulcano torna a tremare

Un nuovo sciame sismico torna a scuotere i Campi Flegrei caratterizzati dal continuo sollevamento del suolo a causa del bradisismo. Le scosse hanno avuto una magnitudo più bassa rispetto a quelle che hanno caratterizzato i mesi scorsi (ad esempio a settembre si è registrato un evento di magnitudo 4.2) tuttavia sono il segnale che i fenomeni vulcanici sono ancora in corso.

Negli ultimi mesi, infatti, il sollevamento del suolo aveva subìto un rallentamento fino a stabilizzarsi attorno ai 10 mm al mese,  valore più basso rispetto ai 15 mm al mese registrati nel corso di gran parte del 2023. Tuttavia finché il suolo continuerà a "gonfiarsi", si continueranno a registrare i terremoti come effetto della rottura delle rocce crostali derivata dal sollevamento.

Ipocentri dei terremoti con magnitudo Md≥0.0 localizzati ai Campi Flegrei nell’ultima settimana. Il pallino blu più grande rappresenta il terremoto di magnitudo 3.4 del 3 marzo 2024 (Fonte INGV)

"Febbre vulcanica"

Dal 2005, il golfo di Pozzuoli e tutta l'area costiera si stanno sollevando per effetto della pressione dei fluidi vulcanici che stanno pressurizzando il sistema idrotermale superficiale. In sostanza è come se il magma in profondità "sudasse" e questo sudore risalisse verso la superficie provocando non solo un riscaldamento ma anche un'espansione dei fluidi più superficiali che spingerebbero verso l'alto le rocce. Quest'azione, in superficie, si traduce in un continuo innalzamento del livello del suolo che ad oggi, a Rione Terra (Pozzuoli) ha toccato quota +116 cm da gennaio 2011. Il fenomeno è noto come bradisismo ed è accompagnato da sciami sismici, dalla fratturazione della roccia a causa della perturbazione indotta dalla risalita dei fluidi e dalle deformazioni associate.

Secondo un verbale redatto ad ottobre 2023 dalla Commissione Nazionale per la previsione e la prevenzione dei Grandi Rischi (la cosiddetta Commissione Grandi Rischi) e pubblicato dal Corriere della Sera, il coinvolgimento del magma non può essere del tutto escluso, ma anzi sarebbe una concausa della recente fase di crisi ai Campi Flegrei. Quello che si sta appurando, con analisi ulteriori, è l'eventuale migrazione da un serbatoio profondo (posto a circa 7-8 km) a uno più superficiale (circa 4 km) dove peraltro si localizza la sorgente della deformazione attuale.

Serie temporale delle variazioni settimanali in quota della stazione di RITE (Pozzuoli – Rione Terra) dal
2000 a gennaio 2024 (Fonte INGV)

Esplosioni freatiche

Prima di pensare a un'eventuale eruzione magmatica che, certamente, avrebbe conseguenze drammatiche (qualunque sia la magnitudo), uno dei rischi più importanti è legato all'occorrenza di esplosioni freatiche, ovvero da esplosioni di vapore senza il coinvolgimento del magma. Questi eventi si verificano quando, nella zona superficiale del sistema vulcanico, le temperature delle rocce e dei fluidi raggiungono valori estremamente elevati, tali da provocare la vaporizzazione istantanea dei fluidi e delle rocce. Si tratta di esplosioni che possono essere molto pericolose non solo per la violenza con cui avvengono ma anche perché, generalmente, sono difficilmente prevedibili.

Sempre secondo la relazione della Commissione, la zona maggiormente a rischio per eventi di questo tipo risulterebbe essere quella di Solfatara-Pisciarelli dove peraltro si trovano rocce impermeabili che potrebbero confinare in profondità i fluidi in pressione.

In basso l'esempio di una fortissima esplosione freatica al vulcano Ontake in Giappone, avvenuta improvvisamente il 27 settembre 2014 e durante la quale hanno trovato la morte almeno 31 persone.

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L'esercitazione nazionale: quando sarà e chi dovrà farla

A margine del recente incontro tenutosi a Napoli dal titolo «Campi Flegrei, deontologia della comunicazione del rischio», il vice capo della Protezione civile Titti Postiglione ha anticipato che durante questa primavera, possibilmente tra i mesi di aprile e maggio, verrà organizzata una grande esercitazione nazionale per affrontare i rischi da bradisismo. Le attività vedranno almeno tre scenari di crisi, da minimo a massimo danno, e verranno svolte sul modello di "Exe Flegrei 2019", la grande esercitazione che ha coinvolto Comuni della zona rossa, della Prefettura di Napoli, della Regione Campania e dei Centri di Competenza del Dipartimento della Protezione Civile (INGV, Centro studi Plinivs-LUPT e CNR-IREA).

L'esercitazione della primavera 2024 coinvolgerà almeno sette Comuni e affronterà, nel caso dello scenario di massimo danno, la gestione dell'interruzione di acqua, luce e gas, servizi essenziali che hanno già subìto la pressione dei danni relativi ai fenomeni connessi all'attività bradisismica. Danni che sono stati riparati a tempi record dai gestori dei rispettivi servizi. L’esercitazione è un’occasione importante per elaborare, testare e migliorare gli aspetti operativi, procedurali e metodologici delle pianificazioni territoriali e di settore e per sintetizzare strategie e scelte operative da prendere nel caso in cui i fenomeni naturali evolvano verso scenari, al momento, definiti poco probabili.

Dopo una laurea in Geologia ed un dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi Roma Tre, ha lavorato come ricercatore presso altro…