Cos’è il Cli-Fi, il genere che nasce con “Dune” nel 1965 e che oggi è più attuale che mai

Anche se non propriamente Cli-Fi, “Dune” di Frank Herbert è considerato da molte persone il romanzo precursore del genere che vuole sensibilizzare sul tema del cambiamento climatico sfruttando il potere della narrativa di finzione.
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Rubrica a cura di Sara Polotti
2 Maggio 2022

Non fantascienza, ma fantaclima. Anche se di così "fanta" – purtroppo – non c'è molto. Il climate fiction, o Cli-Fi, è un genere nemmeno troppo nuovo ma che sta tornando alla ribalta grazie alla consapevolezza sempre più pressante attorno allo stato di salute dell'ambiente e alle conseguenze delle nostre azioni come esseri umani. Il cambiamento climatico, infatti, è una realtà, e sono diversi i romanzi che ipotizzano narrativamente le conseguenze di questo climate change.

Ma quali possono essere considerati i libri precorsori del Cli-Fi? Uno su tutti viene spesso citato come padre del genere, anche se non si tratta ancora propriamente di climate fiction. Parliamo di "Dune", romanzo del 1965 di Frank Herbert.

Cos'è il Cli-Fi

Il Cli-Fi, o Climate Fiction, è un genere che prende spunto dalla fantascienza ma che si concentra sulla narrativa fiction fondata sulle conseguenze del cambiamento climatico. Il surriscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra è quindi la causa scatenante dalla quale scrittori e scrittrici delineano nuovi mondi e situazioni spesso distopiche e apocalittiche nelle quali la vita come la conosciamo non è più possibile.

Un esempio recente e immediato può essere il film "Don't look up", anche se più satirico: qui gli scienziati e le scienziate che mettono in guardia il mondo da una minaccia concreta non vengono creduti, a favore di decisioni puramente economiche. Così come questo film tenta di sensibilizzare le persone attraverso la finzione narrativa più coinvolgente e spensierata, così i libri Cli-Fi cercano di accendere i riflettori sulla questione, anche se con meno spensieratezza e più crudezza, come si confà alla fantascienza distopica.

Le storie, infatti, hanno un potere enorme e possono cambiare la percezione del mondo. Il genere Cli-Fi può essere quindi un ottimo modo per accendere più efficacemente la consapevolezza delle persone riguarda all'urgenza ecologica.

Dune: la trama

Il libro di Frank Herbert, Dune, narra la storia del quindicenne Paul Atreides, figlio del Duca Leto, designato dall'Imperatore come governatore del pianeta desertico Arrakis. Arrakis è fondamentale per l'universo e l'Impero: è su esso, infatti, che si trova la spezia, una droga che allunga la vita e incrementa le capacità mentali.

Prima degli Atreides, su Arrakis c'erano gli Arkonnen. Nel libro si parla dunque della resistenza dei Fremen (gli uomini liberi del deserto) contro gli Arkonnen prima e contro gli Atreides poi. Casate tra cui, a un certo punto, si scatena una guerra sanguinaria e distruttiva, da cui Paul e la madre si salvano scappando nel deserto e rifugiandosi tra i Fremen, apprendendo così l'importanza dell'acqua su un pianeta desertico.

Dune e climate fiction

Si tratta, di fatto, di un romanzo di formazione sullo sfondo di un'avventura ecologica. Arrakis, infatti, è l'unico luogo dell'universo in cui si trova in grandi quantità la spezia, la preziosissima risorsa naturale da cui l'intero impero dipende. Oltre alla spezia, preziosissima è l'acqua, attorno al cui valore tutto ruota, in quanto fonte essenziale di vita. Notevoli, in questo senso, le tute degli abitanti del deserto i Fremen, che distillano le gocce di liquidi corporei per recuperare tutte le molecole d'acqua possibile.

Non solo i Fremen raccolgono l'acqua, recuperando anche quella degli uomini e donne uccisi o deceduti, ma la conservano in grandi vasche nascoste agli occhi delle persone esterne per cambiare un giorno il volto del mondo in cui vivono.

L'idea per il romanzo venne a Herbert guardando alla realtà: vide, infatti, un documentario dedicato a Florence, città dell'Oregon, nel quale spiegarono come il Department of Agriculture degli Stati Uniti iniziò a piantare delle piante europee sulle dune desertiche fuori dalla città per evitare che la sabbia invadesse le strade e gli edifici.

Oltre a questo, anche Brian Herbert, figlio dell'autore, sottolineò più volte la tendenza ecologista del padre, che sperimentò con l'energia solare nel proprio giardino e che si interessò spesso di questioni ambientali. Nel 1970, addirittura, durante la prima Giornata della Terra, l'autore a Philadelphia parlò ai manifestanti dichiarando di non volersi trovare nella posizione di dover dire ai propri nipoti: "Scusate, non c'è più Terra disponibile per voi, l'abbiamo usata tutta". Si capisce bene, quindi, la metafora relativa alla spezia, al deserto e all'acqua.

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Laureata in lettere e storia dell’arte, dal 2016 sono giornalista pubblicista. Sono vegetariana: il mio impegno green passa da lì, ma anche altro…