Cos’è la demofobia e perché alcune persone hanno “paura della gente”

La demofobia è, letteralmente, la “paura della folla”, da non confondere con l’agorafobia o con la claustrofobia. Vediamo quali sono le differenze e come si riconosce questo problema.
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Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
1 Luglio 2022 * ultima modifica il 01/07/2022

Il termine “demofobia” deriva dal greco δῆμος (leggi “dèmos”) che significa “popolo” e da ϕόβος (leggi “fòbos”) che significa “paura“. Il termine significa letteralmente paura della gente. In altre parole, la demofobia è l’ansia che si prova nei luoghi affollati ed è spesso associata ad agorafobiaclaustrofobia.

Cos’è

Quando si parla di demofobia si fa riferimento a una paura intensa legata alla quantità di gente che si ha intorno. Il demofobico, quindi, è una persona che ha difficoltà a trovarsi tra la folla, a un concerto, al cinema e a volte persino in un autobus pieno di gente. Si tratta di una paura che per certi versi può ricordare quella per gli spazi aperti (agorafobia). Demofobia e agorafobia sono però diverse in quanto la prima non si concentra tanto sul luogo ma sul numero di persone che lo popolano.

Si tratta di una paura esagerata o infondata, perché chi ne è colpito si sente paralizzato anche solo al pensiero di trovarsi in mezzo alla gente, ed evita situazioni in cui si possano incontrare altre persone in piccoli o grandi gruppi.

Il risultato di questa condizione è che, chi soffre di demofobia, tende a evitare ostinatamente e sistematicamente tutte le situazioni che possano condurlo o fargli solo immaginare gruppi di persone più o meno ampi. Nei casi più gravi il soggetto evita completamente le uscite con gruppi di amici, evita situazioni che presentano persone al chiuso e posti mediamente affollati e può isolarsi dal mondo.

Il demofobico, al di là della gravità della sua fobia, tende comunque ad evitare lavori in cui ci si ritrova spesso a contatto con un ampio pubblico e ad essere solitamente una persona riservata, timida, schiva e, di fronte all’ennesimo rifiuto di uscire insieme, può apparire “snob” ad i suoi amici, che possono arrivare a isolarlo.

I sintomi

La demofobia colpisce anche in luoghi non particolarmente affollati, come possono essere la platea di un cinema o un supermercato non all’ora di punta. I sintomi possono avere carattere fisico, cognitivo o comportamentale e sono: perdere i sensi; pupille dilatate; vertigini; mal di testa; palpitazioni; aumento della frequenza cardiaca; tensione muscolare; nausea; attacco di panico; sensazione di soffocamento; agitazione; fiato corto; mal di stomaco; sudorazione; tremori; vomito; mente annebbiata; alienazione; rabbia; disperazione; negatività; rifiuto di andare in particolari luoghi; aggrapparsi a qualcuno; pianto improvviso; fuga.

Le cause

Le cause della fobia delle folle non sono attualmente note. Si ipotizza possa essere legata a un’esperienza traumatica vissuta in un luogo affollato durante l’infanzia o in occasione di situazioni potenzialmente pericolose come ad esempio durante un incidente.

Il trattamento

Come spesso accade per molti problemi di natura psicologica o psicosomatica, ammettere l’esistenza del problema è il primo passo per iniziare ad affrontarlo.

Il secondo passo è rivolgersi a uno psicoterapeuta, che vi aiuterà a comprendere le radici della paura e ad affrontarla. Vi verrà chiesto di incontrare persone in gruppi mano a mano più grandi. Si partirà osservando da lontano, per capire che gli altri non ci possono fare del male e sono esattamente come noi, e progressivamente si inizierà ad affrontare quella folla che tanto si teme.

Trattandosi di un disturbo in cui ci si sente impotenti e limitati, si lavorà proprio su questo: trasformando impotenza e limiti in orizzonti, magari tenendo un diario del proprio malessere.

In alcuni casi la psicoterapia può essere supportata dall’aiuto farmacologico.

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…