Dal 2025 partono i concerti per combattere la crisi climatica, ma è davvero possibile suonare live in maniera sostenibile?

Earth Aid Live, il nuovo progetto di Harvey Goldsmith, promette concerti globali per il clima in chiave sostenibile. Ma sarà davvero così? Le promesse e le sfide di questo evento ambizioso.
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Roberto Russo 9 Febbraio 2024

La musica ha sempre avuto il potere di unire le persone, e ora, più che mai, questo potere viene sfruttato per affrontare una delle sfide più cruciali del nostro tempo: la crisi climatica. Harvey Goldsmith, il promotore musicale dietro al leggendario evento Live Aid, ha annunciato infatti Earth Aid Live, un ambizioso progetto multi-concerto che si svolgerà nel 2025 in sei paesi su cinque continenti per sensibilizzare e spingere all'azione sul cambiamento climatico.

Questa notizia entusiasma non solo per la grandiosità dell'evento, ma anche per la promessa di sostenibilità e impatto positivo sul pianeta. Ma prima di lasciarci trasportare dall'entusiasmo, è importante analizzare più a fondo come saranno davvero organizzati questi concerti e quanto concrete saranno le strategie per minimizzare il loro impatto ambientale.

Live Aid 2.0, con uno sguardo al futuro

Earth Aid Live si preannuncia come un'evoluzione rispetto al concetto originale di Live Aid del 1985. In quel caso, l'obiettivo era la raccolta fondi per combattere la carestia in Etiopia, mentre Earth Aid Live punta a qualcosa di più ampio: innescare un'azione climatica diffusa, coinvolgendo pubblico, singoli individui, comunità, aziende e istituzioni.

Gli organizzatori si impegnano a realizzare eventi a “emissioni zero nette”, adottando strategie di trasparenza nella rendicontazione delle emissioni. Inoltre, l'evento coinvolgerà sia il mondo reale con concerti in location iconiche come Londra, Los Angeles e Rio de Janeiro, sia il metaverso, ampliando ulteriormente la portata e l'accessibilità.

Dalle buone intenzioni ai fatti

Le parole sono importanti, ma i fatti lo sono ancora di più. Se da un lato la volontà di organizzare concerti sostenibili è sicuramente ammirevole, dall'altro è fondamentale capire in che modo si tradurrà in azioni concrete.

Alcuni esempi positivi già esistono nell'industria musicale. I Coldplay, ad esempio, si sono impegnati nella riduzione dell'impatto ambientale dei loro tour attraverso l'utilizzo di energia rinnovabile e iniziative di compensazione delle emissioni. Tuttavia, permangono dubbi e incongruenze.

Da un lato ci sono artisti come Drake che utilizzano jet privati con un enorme impatto ambientale, dall'altro Taylor Swift si trova al centro di polemiche per i suoi voli privati nonostante la sua advocacy ambientalista. E non affrontiamo il discorso dei concerti di Jovanotti qui da noi in Italia (e il luminosissimo esempio di Franco Battiato in proposito).

Earth Aid Live: un vero passo avanti o solo un evento mediatico?

L'Earth Aid Live quindi sarà un vero passo avanti o solo un evento mediatico? Difficile dirlo a priori. Da un lato, la promessa di sostenibilità e la presenza di un organizzatore con esperienza come Goldsmith fanno ben sperare. Dall'altro, occorre analizzare con attenzione le strategie concrete che verranno implementate per minimizzare l'impatto ambientale.

Saranno fondamentali elementi come:

  • trasparenza: pubblicazione di dati dettagliati sull'impatto ambientale dei concerti e sulle misure adottate per ridurlo;
  • scelte logistiche sostenibili: utilizzo di trasporti a basso impatto (come consigliano anche i Massive Attack), strutture green, energia rinnovabile, catering locale, gestione sostenibile dei rifiuti;
  • compensazione delle emissioni: investimenti in progetti che rimuovono CO2 dall'atmosfera, come la piantumazione di alberi;
  • educazione e sensibilizzazione: utilizzare il potere della musica e degli artisti per informare e spingere il pubblico ad azioni concrete a livello individuale e collettivo.

Earth Aid Live può essere un'importante occasione per unire le persone e sensibilizzare sul tema del cambiamento climatico. Ma affinché sia davvero un evento sostenibile, le buone intenzioni dovranno essere supportate da azioni concrete e una comunicazione trasparente. Solo così la musica potrà davvero fare la differenza per il nostro pianeta.

Fonte | Earth Aid Live