Dandasana: come eseguire la posizione del bastone e quali sono i benefici

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Sembra un’asana molto semplice, ma per praticarla dovrai mettere a lavorare duramente i tuoi addominali e i muscoli della schiena. Dandasana, o posizione del bastone, migliora la postura e tonifica diversi muscoli del corpo, ma soprattutto dà energia e vigore, perché come un “bastone” può darti un vero sostegno a livello fisico e mentale.
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Gaia Cortese 28 Febbraio 2022

Flessibilità, vigore, stabilità e una grande energia. La pratica di Dandasana restituisce questo stato di benessere a chi lavora su un'asana in apparenza semplice, ma fondamentale per acquisire una maggiore flessibilità dei muscoli e una stabilità di tutta la schiena.

Dandasana richiede molta forza nei muscoli addominali e della schiena, oltretutto è necessario che gli estensori dell’anca, vale a dire i muscoli che si trovano nel retro della coscia, siano ben allungati e privi di tensioni. Una condizione non così scontata considerato che lo stile di vita moderno della maggior parte delle persone impone di passare lunghe ore seduti alla scrivania o in macchina, e che tante ore di inattività fisica provocano l’accorciamento e la contrazione dei muscoli posteriori delle cosce e della zona lombare. Inevitabile poi che alla lunga, questa condizione porti a mal di schiena e problemi posturali. Fortunatamente, con lo yoga si può intervenire.

Dandasana, la posizione del bastone

Il significato

Dandasana è un termine sanscrito, dove danda significa “bastone” e asana significa “posizione”, pertanto questa parola viene tradotta come la “posizione del bastone”.

Il bastone non è solo un simbolo di potere, ma anche di protezione: in India, infatti, in alcune aree c’è l’usanza di appendere un bastone alla porta di casa per scacciare gli spiriti maligni.

Con la pratica di questa posizione, il corpo acquisterà flessibilità, pur rimanendo apparentemente rigido. Dandasana aiuta a diventare più stabili e forti, la migliore condizione possibile per affrontare un viaggio interiore come insegna lo yoga.

Come si pratica

Siediti sul tappetino da yoga con le gambe distese davanti a te e unite. Fletti i piedi e mantieni le punte delle dita verso l’alto. Sposta il sedere indietro e allunga la parte posteriore delle gambe.

Assicurati di tenere dritta la schiena. Abbassa le spalle, allunga il collo e solleva il mento, in modo che risulti parallelo al pavimento. Mantieni lo sguardo davanti a te. Appoggia il palmo delle mani a terra, appena più indietro delle anche e porta le dita rivolte in avanti. Inspira e premi le mani verso il basso.

Espira e contrai i muscoli addominali, in modo che si attivino e si stabilizzino. Pensa alla tua colonna vertebrale come un bastone che ti sorregge attraversando verticalmente il tuo busto. Respira regolarmente e mantieni la posizione per un po’ di tempo, bilanciando lo sforzo e il rilassamento: con la pratica riuscirai a mantenere Dandasana sempre più a lungo.

Benefici

Praticando questa posizione yoga con regolarità, presto ti accorgerai che i benefici non si limitano alla flessibilità acquisita o alla stabilità della colonna vertebrale, ma che inizierai anche a respirare meglio e a raggiungere uno stato di profondo relax molto più facilmente.

Dandasana, infatti, aiuta a calmare la mente e a liberarti dallo stress, dà energia, vigore e stabilità. A livello fisico, non solo allunga la colonna vertebrale e migliora la postura, ma contribuisce a rinforzare tutti i muscoli del tuo corpo (rende sia le gambe che le schiena più forti), a ridurre i dolori alla sciatica e la comparsa di eventuali crampi muscolari.

Come qualsiasi altra pratica yoga, anche questa asana aiuta ad aumentare la concentrazione e la predisposizione alla meditazione.

Controindicazioni

Pratica questa asana con molta cautela se sei a un livello principiante nello yoga. Meglio non praticare in presenza di lesioni o dolori alla spina dorsale, alle articolazioni dei polsi, o in presenza di sindrome del tunnel carpale.