Dentro l’allevamento intensivo più grande al mondo: l’inchiesta sulla peste suina

In una nuova inchiesta di Report, la giornalista Giulia Innocenzi è “entrata” nell’allevamento intensivo più grande del mondo, a Wuhan, in Cina. Nello stesso servizio è stata diffusa anche l’inchiesta di Last Chance for Animals che mostra cos’è successo in alcuni allevamenti tra Mantova e Pavia colpiti da peste suina africana durante gli abbattimenti dei mesi scorsi, tra maltrattamenti a danno degli animali e gravi rischi in termini di biosicurezza.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Maria Teresa Gasbarrone 6 Novembre 2023

Ben 2,2 milioni di suini nello stesso stabilimento. Stiamo parlando del più grande allevamento di maiali al mondo, un palazzo di 26 piani a meno di 100 chilometri da Wuhan, in Cina.

Le immagini catturate dalle telecamere di Report, il programma di inchieste giornalistiche di Rai 3, mostrano una struttura al limite del verosimile, che secondo gli esperti intervistati nell'inchiesta, curata dalla giornalista Giulia Innocenzi, rappresenta una vera e propria "bomba ecologica", qualora un virus riuscisse a entrare e a infettare così tanti animali.

Quando il secondo edificio dello stabilimento sarà ultimato, l'intera struttura da sola promette di macellare 1 milione e 200mila maiali all'anno.

L'edificio si divide in sei piani: in ogni piano vivono, in gabbia o nei recinti, fino a sei mila maiali. Tutto è automatizzato, tanto che"bastano" – dice con orgoglio il direttore dell'allevamento ai microfoni di Report – quattro operatori per un intero piano.

Ma se pensi che il maltrattamento degli animali negli allevamenti intensivi sia qualcosa che non ci riguarda, purtroppo ti sbagli di grosso.

Sempre nello stesso servizio di Report, trasmesso durante la puntata di domenica 5 novembre, sono andate in onda altre immagini atroci, che mostrano maiali lasciati agonizzare, presi a calci o maltratti, senza nessun rispetto per il loro benessere.

Queste immagini però non arrivano dalla Cina, bensì dall'Italia, più nello specifico dalla Lombardia, dove l'associazione Last Chance for Animals (LCA) ha condotto una nuova inchiesta con l'obiettivo di mostrare cos'è successo davvero negli scorsi mesi in diversi allevamenti suini colpiti da peste suina africana (Psa), tra la provincia di Pavia e quella di Mantova.

LCA ha documentato cosa è avvenuto in queste strutture durante la fase di abbattimento dei maiali colpiti da peste suina: le immagini testimoniano abusi e irregolarità che, oltre a esporre gli animali a sofferenze atroci, rappresentano un rischio anche in termini di biosicurezza.

Solo nella provincia di Pavia sono stati abbattuti 40mila maiali, come risposta alla capacità di propagazione del virus e, probabilmente – segnala LCA – anche a causa del "ritardo con cui con cui le misure di biosicurezza imposte a tutti gli allevamenti di suini già da giugno 2022 sono state messe in atto". Tra gli animali abbattuti ci sono anche i maiali del Rifugio “Cuori Liberi”, colpito dal provvedimento di abbattimento, nonostante gli animali non fossero destinati al circuito DPA.

Foto dall’inchiesta di LCA in Lombardia

Ma veniamo all'inchiesta: a partire dall’inizio di settembre scorso, LCA ha documentato, grazie all’utilizzo di un drone, le diverse fasi dello stamping-out (soppressione degli animali) avvenuto con le camere a gas in alcuni allevamenti colpiti dall’epidemia a Zinasco e Dorno (PV).

Dalle immagini ottenute sono emerse "numerose criticità". Sono stati documentati rischi in termini di biosicurezza, rappresentati dalla presenza di diversi capanni con tetti danneggiati e di fatto accessibili per altri animali o cassoni pieni di carcasse lasciati aperti. Molte immagini mostrano anche le ripetute violazioni del rispetto del benessere animale, con maiali lasciati agonizzare e presi a calci o spinti con
violenza.

Una seconda parte dell'inchiesta è stata svolta in un allevamento di Pieve del Cairo (PV), dal quale, prima che la presenza del virus fosse accertata, sono stati inviati circa 2.000 suinetti in un'azienda mantovana. In entrambi i siti gli animali sono stati abbattuti.

Nell'azienda mantovana, sempre attraverso un drone, LCA ha documentato alcune fasi delle operazioni eseguite per abbattere gli animali. Per farlo, in questa struttura, così come nell'allevamento di Pieve del Cairo, è stato utilizzata la tecnica dell'elettrocuzione, ovvero un sistema di stordimento elettrico con applicazione di corrente a testa e corpo.

Spesso però gli operatori commettono irregolarità o errori durante la procedura, nello specifico nel posizionamento degli elettrodi: questo fa sì che l'animale non muoia all'istante, ma venga invece sottoposto a una lunga sofferenza e agonia.

Anche qui però le immagini raccontano di violenze e maltrattamenti a danno degli animali, che secondo LCA possono essere considerati "reati di maltrattamento". Ipotesi sostenuta anche da Francesco Feliziani, Responsabile laboratorio Referenze Nazionali Pesti Suine (IZSUM), durante l’intervista rilasciata a Giulia Innocenzi.

Nello specifico, per quanto riguarda lo stabilimento di Pieve del Cairo, LCA ha annunciato la decisione di denunciare "per maltrattamento " la struttura.

Ma il nodo della questione – ribadisce l'associazione – prescinde dalla singola struttura, ma riguarda lo stesso sistema intensivo, di cui "l'inchiesta condotta ha messo in luce le falle e le pericolosità del sistema intensivo. Un sistema che genera problemi e tenta di risolverli mirando a salvare soltanto il profitto, senza tutelare o considerare la vita degli individui che in quel sistema sono rimasti intrappolati".

Fonte | LCA