Detersivi, lavatrici e lavastoviglie: il lato nascosto dello splendido splendente

Per tenere pulita la nostra casa e i nostri vestiti ne utilizziamo decine di tipi diversi. Eppure poche volte ci domandiamo quale sia il reale impatto di queste nostre abitudini. Di detersivi e detergenti biodegradabili ed ecologici ce ne sono diversi, in commercio. Ma ancora la strada è lunga per arrivare a evitare quelli che sono nemici del Pianeta.
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Rubrica a cura di Sara Del Dot
9 Settembre 2019

Siamo abituati ad acquistare ogni mese (o anche ogni settimana) tanti detersivi diversi. Uno per la lavastoviglie, uno per la lavatrice, uno per lavare i piatti a mano, uno per sgrassare i fornelli e così via. Li utilizziamo indiscriminatamente per poi disinteressarci della loro composizione e soprattutto di dove finiscano una volta scivolati giù per lo scarico di lavandini o grandi elettrodomestici.  Così, saponi, profumi, ammorbidenti e brillantanti scorrono dalle nostre case fino ai corsi d’acqua, raggiungendo spesso anche il mare. A volte, però, ne basterebbero due o al massimo tre ma utilizzati nel modo corretto e acquistati con consapevolezza, per ridurre il loro impatto ambientale e garantirti una pulizia corretta. Senza sprechi, senza eccessi, ma con consapevolezza e parsimonia.

È dagli anni Cinquanta circa che i saponi chimici e sintetici hanno fatto il loro ingresso nelle nostre case, sostituendo i detergenti “tradizionali” composti prevalentemente da sostanze naturali ad alta biodegradabilità.

Genericamente, possiamo affermare che i detersivi, che siano destinati ai piatti o al bucato, sono sostanze molto inquinanti. La maggior parte di essi, che vengono prodotti su scala industriale, contiene infatti una grande quantità di sostanze chiamate tensioattivi, che sono quegli elementi che consentono all’acqua di penetrare ovunque, favorendo il distacco dello sporco da una superficie frapponendosi tra essa e l’acqua. I tensioattivi di origine petrolchimica (esistono infatti anche quelli naturali) rappresentano un grosso rischio ambientale, perché contengono prodotti chimici e metalli pesanti e se non vengono trattati adeguatamente negli impianti di depurazione possono raggiungere i corsi d’acqua e danneggiare gli ecosistemi acquatici. A questi, poi si aggiungono gli additivi e tutte le altre sostanze profumanti e brillantanti che rendono i tuoi prodotti morbidi, profumati e belli da vedere.

Oltre all’inquinamento delle acque dovuto a un mancato o insufficiente trattamento, la presenza nei bacini idrici di sostanze derivanti dai lavaggi come ad esempio i fosfati può provocare anche un fenomeno chiamato eutrofizzazione dell’ambiente acquatico, che consiste nella crescita eccessiva di alghe e forme di batteri che finiscono con il “rubare” l’ossigeno alle altre forme di vita presenti.

Naturalmente, la produzione e il commercio di questi prodotti chimici è da tempo soggetta a regolazione legislativa. Infatti, a partire dal 1 gennaio 1971 la legge italiana n.125 del 3 marzo 1971, in materia di Biodegradabilità dei detergenti sintetici, impone che i detersivi debbano essere biodegradabili per almeno per l’80% “al fine della protezione delle acque superficiali e sotterranee”.

Tuttavia, sono ancora pochi i detergenti in commercio a poter essere definiti green. Soprattutto se si parla di quelli rappresentati da una bella, accattivante confezione. Appena un anno fa, nell’aprile 2018, Altroconsumo ha infatti realizzato un test in cui ha analizzato 12 detersivi per pavimenti. Di questi, soltanto 3 sono risultati essere veramente ecologici, perché contenenti tensioattivi di origine vegetale ed esclusivamente biodegradabili. Gli altri contenevano tensioattivi sia vegetali che petrolchimici o addirittura con una composizione a impatto ambientale esclusivamente negativo. Insomma, sembra che ci si ancora tanto lavoro da fare per evitare di danneggiare l’ambiente anche solo compiendo un gesto quotidiano come effettuare un lavaggio in lavatrice o pulire per terra il proprio salotto.

Tuttavia, se volessi diminuire il tuo impatto ambientale anche sotto questo aspetto, le alternative esistono, anche se forse un po’ più complicate da reperire. Ad esempio, i detersivi sfusi ecologici possono rappresentare una buona opzione anche dal punto di vista della produzione di scarti plastici derivanti dal packaging. In più, ci sono alcuni aspetti a cui potresti prestare maggiore attenzione al momento di scegliere il detersivo giusto.

  • Non farti abbindolare dai profumi. Ti daranno soltanto un’impressione di pulizia, ma in realtà si tratta di prodotti finalizzati esclusivamente a dare una fragranza piacevole al tuo bucato o ai tuoi pavimenti.
  • Occhio ai conservanti.
  • Prediligi tensioattivi naturali e vegetali.
  • Quando puoi, scegli alternative naturali
Questo articolo fa parte della rubrica
Sono nata e cresciuta a Trento, a due passi dalle montagne. Tra mille altre cose, ho fatto lunghe passeggiate nel bosco altro…