Si può usare la mente per migliorare i movimenti che si compiono quotidianamente? Sembra di sì e ad arrivare a tale principio è stato un ballerino svizzero, Eric Franklin. Nel 1994 Franklin concepisce un metodo per migliorare coordinazione, mobilità e flessibilità nella danza.
Non più applicato solo alla danza, ma anche ad altre discipline come lo yoga e il pilates, il Franklin Method funziona attraverso la visualizzazione neurocognitiva dinamica (DNI) in grado di migliorare la funzionalità del corpo. In poco tempo è diventato un metodo riconosciuto a livello internazionale e trova sempre più applicazioni in svariate discipline sportive e non.
Per approfondire il tema, abbiamo incontrato Enzo Ventimiglia, formatore e trainer di fama internazionale di pilates e Franklin Method, che in occasione di un evento internazionale ("Pilates & Franklin Method") in programma a Roma il 25 e 26 febbraio, terrà alcuni workshop dedicati a questo metodo.
“L’idea di base del Franklin Method è che la mente può influenzare il corpo, quando si ha una maggiore consapevolezza di come il corpo si muove. In pratica si utilizza la mente per muovere il corpo, si apprende a visualizzare il movimento e a farlo proprio, prima di svilupparlo – spiega Enzo Ventimiglia -. Spesso all’inizio della lezione domando alle persone presenti di posizionare le mani nel punto in cui si trovano le anche: il 90 per cento delle persone posiziona le mani ai lati del bacino, ed è la cosa forse più spontanea da fare, ma in realtà quel punto è ben lontano da dove si trova l’articolazione dell’anca, che si trova ben più vicino alla zona inguinale. Quando si ha una maggiore consapevolezza del movimento, e del punto da cui ha origine, possiamo iniziare a migliorare il movimento stesso".
"Si utilizzano tecniche che appartengono a una sorta di tool box per cercare di dare quante più visualizzazioni e informazioni cinestetiche correlate con l’atto di toccarsi e sentirsi. Ciò significa che non devo per forza conoscere il nome di un osso o un muscolo, ma se posiziono la mano dove ha origine il movimento, e provo a percepirlo, questo mi aiuta ad acquisire una maggiore consapevolezza di quello che avviene.
A supporto di questo processo si utilizzano numerose tecniche di visualizzazione, come immaginare il femore che ruota all’interno del bacino, ma anche praticando un vero e proprio esercizio in cui si "strizza" la spalla con la mano. Volendo, in questo caso, per un’esperienza più completa, a volte si usa una spugna intrisa di acqua per spiegare come anche la tensione di una parte del corpo possa essere “strizzata” via, come l'acqua da una spugna.
Ci sono poi tecniche che aiutano a migliorare la propriocezione, ossia la capacità di percepire il corpo che si muove nella spazio, e tecniche come il Tapping che prevede un massaggio con le dita "tamburellando" su una specifica parte del corpo, lo Shaking che interessa le sostanze gelatinose ed acquose presenti nel corpo e il Brushing che si effettua con lo sfregamento delle mani su diverse parti del corpo".
"La stimolazione neurocognitiva consiste nell’immaginare un movimento senza eseguirlo. Più riusciamo ad avere informazioni che rendono la visualizzazione chiara, in termini di stimoli e sensazioni, più si riuscirà a ripetere quel movimento nel modo corretto.Va poi detto che se l’obiettivo è mettere in atto queste tecniche integrandole anche con altre discipline come lo yoga, il pilates la danza, è assolutamente vero che il Franklin Method può essere applicato a movimenti del tutto ordinari come la postura, la camminata o la corsa".
"A Roma sono previsti diversi workshop. Nella giornata di sabato sono previsti appuntamenti per la salute della colonna vertebrale e per comprendere la funzione del pavimento pelvico e dello Psoas, mentre domenica si affrontano le tecniche per rilassare collo e spalle e infine per migliorare l’andatura, perché capire cosa succede quando camminiamo è fondamentale.
Per quanto l'andatura sia un po' una firma personale, è giusto che ognuno abbia il suo modo di camminare, dall’appoggio del piede alla postura, ma non possiamo non considerare quanti fattori influenzino una semplice camminata, dalla respirazione ad aspetti anche più emozionali.Entrano in gioco più fattori di quelli che si creda, proprio come in un puzzle".