Greenpeace chiede di bloccare i fondi pubblici per gli allevamenti intensivi: “Vanno rispettati gli animali”

Greenpeace chiede a gran voce di bloccare i finanziamenti agli allevamenti intensivi, aiutando invece l’agricoltura e le piccole aziende che sono in gravi difficoltà per l’emergenza sanitaria.
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Alessandro Artuso 23 Aprile 2020

Greenpeace fa la voce grossa chiedendo di fermare i fondi pubblici per gli allevamenti intensivi. L'onlus combatte da sempre per i diritti degli animali, la lotta ai cambiamenti climatici, l'inquinamento dei mari e tanti altri problemi che colpiscono il mondo. Proprio per questo Greenpeace chiede di rispettare gli animali: "La salute umana è indissolubilmente legata alla salute degli animali e della natura. Avremo un Pianeta e una vita sana solo se cambiamo drasticamente il modo in cui trattiamo gli altri esseri viventi, animali negli allevamenti compresi".

L'allarme

Secondo Greenpeace vi è un profondo collegamento tra le malattie e gli animali che vivono negli allevamenti intensivi: "Si stima che il 73% di tutte le malattie infettive emergenti provenga da animali e che gli animali allevati trasmettano agli esseri umani un grande numero di virus, come i coronavirus e i virus dell’influenza. Questo sembra particolarmente vero per gli allevamenti intensivi di pollame e suini, nei quali gli animali sono tenuti a stretto contatto e in numero molto elevato, oltre che movimentati su grandi distanze, possano far aumentare la trasmissione di malattie".

Cosa chiede Greenpeace

Greenpeace chiede di bloccare il sostegno all'allevamento intensivo salvando invece l'agricoltura visto che le aziende più piccole rischiano di scomparire a causa dell'emergenza sanitaria che ha bloccato, quasi del tutto, l'intera economia mondiale. "Per avere un Pianeta più sano e mantenere un equilibrio sulla Terra dobbiamo invertire questa rotta".