Greenpeace e le balene, un’area protetta del mare Weddell per difendere i cetacei

Le balene sono sempre state nel cuore dell’organizzazione ambientalista Greenpeace, oggi attiva più che mai nella lotta contro l’inquinamento da plastica di mari e oceani e come sostenitrice per l’istituzione di un’area protetta nell’Oceano Antartico, il Mare di Weddell.
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Gaia Cortese 17 Dicembre 2018

Greenpeace è un'organizzazione ambientalista, non governativa e pacifista fondata nel 1971 a Vancouver, nota per le sue sensazionali azioni in difesa del clima, dell'ambiente e delle balene.

La caccia alle balene c'è sempre stata, ma negli anni si è notevolmente intensificata. I primi a lanciare una campagna contro la caccia alle balene praticata intensamente dal Giappone e dall'Unione Sovietica sono stati Robert Hunter e Paul Spong, due volontari che adottarono la tattica di interporsi tra le fiocine delle navi e le balene in mare muovendosi a bordo di un gommone veloce.

Per la prima volta nella storia della caccia alle balene degli esseri umani hanno messo in gioco la propria vita in favore delle balene

The New York Times, Giugno 1975

Nel 1974 Paul Spong, spacciandosi per un o studioso di cetacei, riuscì a recuperare delle carte nautiche con indicati i principali luoghi di caccia delle balene. Pochi mesi dopo, nel giugno del 1975, l'occasione per agire si presentò con il passaggio di alcune baleniere sovietiche al largo delle California. I sovietici colti in flagranza mentre davano la caccia a degli esemplari di balene giovani violavano apertamente la normativa vigente. Le immagini filmate delle crudeli scene di caccia testimoniarono l'accaduto e fecero il giro del mondo, sensibilizzando maggiormente l'opinione pubblica su questo tema.

Nel 1982 l'IWC (International Whaling Commission) votò l'adozione di una moratoria sulla caccia commerciale alle balene, tuttora in vigore. Greenpeace e i suoi attivisti, negli ultimi quarant'anni, si sono fatti conoscere per le loro azioni clamorose e non hanno mai abbandonato la causa in difesa delle balene.

Mare di Weddell

E' infatti recente una campagna che ha l'obiettivo di creare un santuario di quasi due milioni di chilometri quadrati nel Mare di Weddell, nell'Oceano Antartico. Pensa che il Mare di Weddell è conosciuto per avere l'acqua più limpida al mondo: nel 1986 un team di scienziati olandesi dell'Alfred Wegener Institute lanciò in acqua un disco di Secchi (strumento utilizzato per misurare la limpidezza dell'acqua) e questo rimase visibile fino a una profondità di quasi 80 metri. Questo luogo incontaminato è un'area protetta ed è oggetto di una proposta di protezione promossa dall'Unione europea che sarà esaminata dalla Commissione sull'Oceano Antartico (CCAMLR) questo ottobre.

Questo santuario nel Mare di Weddell potrebbe diventare un'area sicura per pinguini, foche e naturalmente per le balene, e potrebbe vietare l’attività dei pescherecci industriali che stanno ripulendo il mare dal krill, fonte di sostentamento delle balene. Per questa campagna è on line anche una petizione in cui viene chiesto alla Antarctic Ocean Commission, l’organismo internazionale incaricato di tutelare l’ecosistema marino dell’Antartide, di intervenire nelle azioni volte a salvaguardare gli oceani. L'obiettivo è convincere i paesi membri, tra cui figura anche l'Italia, affinché sostengano la creazione del santuario protetto nell'Oceano Antartico.

Le balene sono anche in grave pericolo a causa dell’uso smodato di plastica monouso. L'estate scorsa, tra maggio e giugno, Greenpeace si è occupata di raccogliere e catalogare l'ammontare dei rifiuti su sette spiagge italiane: Bari, Napoli, Trieste, Palermo, Fiumicino, Chioggia e Parco Regionale di San Rossore. Di tutti i rifiuti in plastica raccolti, il 90 per cento era rappresentato da contenitori e imballaggi per alimenti e bevande.

Per quanto il tasso di riciclo degli imballaggi sia cresciuto negli ultimi anni, passando dal 38 per cento del 2014 al 43 per cento del 2017, non è stato sufficiente per risolvere il problema dell'inquinamneto da plastica nei mari e negli oceani. Nelle mattina del 5 luglio a Roma, in piazza della Rotonda, proprio di fronte al Pantheon, hanno fatto la loro comparsa due balene di 6 e 3 metri mentre emergevano da un mare di plastica usa e getta,  anche per sensibilizzare l'opinione pubblica. Con questo messaggio Greenpeace, a modo suo. ha voluto nuovamente denunciare il problema, ma acnhe in questo caso, puoi firmare la petizione per chiedere alle grandi aziende di eliminare imballaggi e contenitori in plastica usa e getta.