Guanti e mascherine sul fondo del Mar Mediterraneo, la nuova frontiera dell’inquinamento

Laurent Lombard, un sommozzatore francese, si è immerso nelle acque della Costa Azzurra per scoprire che erano piene di guanti e mascherine. In appena due ore di immersione ha raccolto oltre 200 litri di spazzatura, consapevole che con le prime piogge estive i rifiuti aumenteranno ancora di più.
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Video Storie 29 Maggio 2020

È la nuova frontiera dell’inquinamento: guanti e mascherine sul fondo del mare. A causa dell’emergenza sanitaria che ha coinvolto tutto il mondo sono stati prodotti, in pochi mesi, miliardi di mascherine, con la sola Cina che ne produce circa 200 milioni al giorno. Dispositivi pensati per proteggere la nostra salute trasformati in un veleno mortale per la nostra Terra.

Sono bastate appena 2 ore di immersione a Laurent Lombard per recuperare una quantità di spazzatura da far rabbrividire: 62 bottiglie di plastica, 5 mascherine monouso, 4 guanti in lattice, 2 secchi di plastica e 1 cono da cantiere. Rifiuti di vario genere per un totale di oltre 200 litri, l’ennesimo conto da pagare per generazioni che verranno. “Tutto è cominciato qualche settimana fa, quando ho raccolto il primo guanto”, racconta Laurent, “Poi ne ho visti sempre di più. Temo sia solo l’inizio del disastro”.

Il sommozzatore guarda con preoccupazione al primo temporale estivo, che trascinerà in mare tutte quelle mascherine e i guanti usa e getta abbandonati sui marciapiedi o già finiti nelle fogne. “Quest’estate dovremo passarla inevitabilmente in compagnia del Covid-19, sapendo che sono state ordinate, solo in Francia, più di 2 miliardi di mascherine. Vi è il rischio di scorgere più mascherine che meduse nelle acque del Mediterraneo!".