I mufloni sull’Isola del Giglio sono stati eliminati: un massacro evitabile?

Il progetto LIFE LETSGO Giglio ha portato a termine l’obiettivo di eradicare la popolazione di mufloni dall’Isola del Giglio, ritenuti una minaccia per l’ecosistema della zona. Tuttavia il procedimento è stata controverso, in quanto ha portato alla morte di 35 animali, mentre secondo il piano originario l’eradicazione della specie dall’isola avrebbe dovuto realizzarsi solo attraverso il trasferimento degli esemplari.
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Roberto Russo 11 Dicembre 2023

La presenza dei mufloni sull'Isola del Giglio era considerata da tempo una minaccia per la biodiversità locale: difatti quella dei mufloni è una specie alloctona, in quanto non è originaria del posto, ma vi è stata introdotta dall'uomo negli anni '50. Ecco perché circa due anni fa, il Parco Nazionale Arcipelago Toscano ne aveva stabilito l'eradicazione dall'Isola: l'obiettivo era stato previsto dal progetto "LIFE LETSGO Giglio", sottoscritto anche da Lav e Wwf, e prevedeva l'eliminazione della specie attraverso il trasferimento di tutti gli esemplari presenti, ma non la loro uccisione. Qualcosa però è andato storto.

"A due anni di distanza dall’accordo sottoscritto con Lav e Wwf – ha annunciato il Parco in una nota ufficiale – il progetto LIFE LETSGO Giglio per la parte che riguarda l’eradicazione del muflone è da considerarsi concluso". Tuttavia, "dopo oltre un anno di sospensione e di sole catture sono ripresi anche gli abbattimenti e sono stati abbattuti 35 mufloni". Il bilancio conclusivo dal momento dell'accordo con Lav  e Wwf a oggi è dunque di 35 mufloni abbattuti (40%) e 52 catturati e trasferiti (60%).

Dal canto suo, per il Parco le operazioni di cattura sono “state rese più difficili e meno efficaci da numerose azioni di disturbo. Gli operatori sono stati pedinati e filmati mentre lavoravano e numerose sono state le azioni di sabotaggio, danneggiamento e, addirittura, di furto delle attrezzature utilizzate per le catture, tutte regolarmente denunciate”.

Continua il Parco: “C’è stata una spasmodica volontà di fotografare e filmare gli animali catturati, anche quando erano all’interno di casse di trasporto caricate su mezzi per il trasferimento, creando un inutile stress agli animali. Per questo il Parco è stato costretto a chiedere la collaborazione dei Carabinieri che hanno provveduto a mettere a disposizione mezzi militari e anche a scortare una parte del trasferimento. Non ci sono dubbi che, senza tutte queste azioni di disturbo, i mufloni catturati e trasferiti avrebbero potuto essere ben più numerosi”.

Sebbene il progetto fosse stato accolto con favore da molti esperti, che hanno sottolineato l'importanza di tutelare la biodiversità dell'Isola del Giglio, dopo la notizia dell'abbattimento dei 35 esemplari ci sono state anche molte proteste da parte di diverse associazioni animaliste.

In particolare, le associazioni animaliste hanno criticato il fatto che gli abbattimenti siano stati autorizzati anche dopo l'accordo con Lav e Wwf, che prevedeva la cattura e il trasferimento dei mufloni, ma non la loro uccisione. Tra queste l'associazione Vita da cani, la cui presidente, Sara d'Angelo, ha dichiarato: “Il parco tradisce tutti gli accordi e impegni che prevedevano la traslocazione e non l’uccisione […] Nel 2023 ne ha uccisi 31. Non solo il muflone del Giglio è una specie protetta, essendo muflone sardo (classificazione tassonomia negata dal Parco ma confermata da analisi genetiche), ma il suo DNA è puro e unico, come dimostrato da recenti studi (ignorati peraltro dal Parco, dalla Regione e dall’ISPRA stessa)”.

Fonte | Parco Nazionale Arcipelago Toscano