Frutta, verdura, legumi, noci, pesce e latticini da latte intero. Questi sei alimenti, se consumati in combinazione tra loro, sarebbero in grado di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari negli adulti.

È quanto avrebbe rivelato uno studio condotto dai ricercatori della McMaster University e dell'Hamilton Health Sciences presso il Population Research Health Institute (PHRI). Secondo questa ricerca un consumo insufficiente di queste sei categorie di alimenti implicherebbe un maggiore rischio di eventi come infarti e ictus, ma non solo.

Lo studio ha anche rilevato che una dieta sana può essere ottenuta in vari modi, ad esempio includendo quantità moderate di cereali integrali o preferendo carni non lavorate.

Lo studio

I ricercatori hanno ricavato un punteggio dietetico dallo studio "Prospective Urban and Rural Epidemiological (PURE)", attualmente in corso, presso il Population Research Health Institute. Lo hanno poi replicato in cinque studi indipendenti per misurare gli esiti sanitari in diverse regioni del mondo, confrontando persone con e senza precedenti di cardiovascolari.

"I precedenti punteggi dietetici, tra cui quelli propri della Dieta Planetaria EAT-Lancet e quelli della Dieta Mediterranea, hanno testato la relazione tra dieta, malattie cardiovascolari e morte principalmente nei Paesi occidentali". Il PURE Healthy Diet Score comprende una buona rappresentanza di Paesi ad alto, medio e basso reddito", ha dichiarato Salim Yusuf, autore senior e ricercatore principale di PURE.

La caratteristica di questo studio è quella di aver preso in esame alimenti di origine naturale.

Gli alimenti consigliati

Il PURE Healthy Diet Score raccomanda un'assunzione giornaliera media di:

• Frutta (da due a tre porzioni);
• Verdure (due o tre porzioni);
• Noci B (una porzione);
• Latticini (due porzioni).

Il punteggio include anche da tre a quattro porzioni settimanali di legumi e da due a tre porzioni settimanali di pesce. Possibili sostituti includevano cereali integrali in una porzione giornaliera e carne rossa o pollame non lavorati in una porzione giornaliera. Anche in questo modo si continuavano a ottenere gli stessi risultati protettivi.

Fonte | McMaster University