Per gli animali selvatici c’è una caccia che è sempre aperta. Quella di like. Viviamo in un’epoca in cui ogni cosa viene immortalata e condivisa sui social a tempo record, in una corsa al consenso e all’invidia collettiva sempre più veloce. Gli scatti più incredibili si sprecano, da luoghi incontaminati trasformati in teatro per influencer, tuffi in laghi azzurri che in realtà sono miniere di tungsteno e non possono assolutamente mancare i selfie con gli animali selvatici.

Un delfino spiaggiato ridotto in punto di morte per i selfie dei bagnanti, una testuggine che non può deporre le uova perché non le è permesso accedere alla spiaggia a causa della folla che la attende, leoni e tigri sedati per permettere ai turisti di scattare qualche foto da far vedere ai propri contatti. Un fenomeno sempre più diffuso che, informano gli scienziati, potrebbe portare gli animali selvatici a modificare il proprio comportamento.

È ciò che è emerso durante la decima Conferenza Internazionale sui Pinguini svoltasi ad agosto in Nuova Zelanda, in occasione della quale il professor Philip Seddon, direttore del programma sulla fauna selvatica dell’Università di Otago ha spiegato come questa nuova abitudine potrebbe indurre la fauna selvatica a modificare i propri comportamenti per sfuggire allo stress che questa attività, definita totalmente irrispettosa della natura, comporta. Lo studioso ha poi sottolineato il problema generato dal fatto che spesso queste fotografie appaiono completamente fuori contesto, mostrando soltanto una persona in compagnia di una creatura esotica, senza però produrre alcun tipo di sensibilizzazione o consapevolezza sulla realtà ambientale in cui si trova. Soltanto acchiappare qualche like.