Il climate change arriva anche in vetta al mondo: sull’Everest ogni anno si perdono 2 metri di ghiaccio

La spedizione 2019 National Geographic and Rolex Perpetual Planet Everest ha realizzato la più approfondita analisi scientifica della parte nepalese del Monte Everest, la vetta più alta del Pianeta. E ha scoperto che lassù, in soli 25 anni, sono andati persi ben 55 metri di ghiaccio.
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Kevin Ben Alì Zinati 8 Febbraio 2022

Gli effetti devastanti del cambiamento climatico arrivano anche in cima al mondo? Le temperature in continuo aumento colpiscono anche i ghiacciai che risiedono sulle montagne più alte della Terra?

Con l’aumentare dell’urgenza climatica probabilmente anche tu, qualche volta, avrai sperato di sentire di luoghi illesi e non ancora minacciati dal Climate Change. Anche tu ti sarai trovato a riporre fiducia negli oltre 8mila metri cui vivono i ghiacci dell’Himalaya, come se l’altitudine estrema fosse uno scudo sufficientemente potente da tenere al riparo da ciò che succede più in basso.

La risposta alle domande di cui sopra, purtroppo, è positiva. La crisi climatica è arrivata anche in vetta all’Everest.

Con una pubblicazione sulla rivista Climate and Atmospheric Science, la spedizione 2019 National Geographic and Rolex Perpetual Planet Everest ha confermato che anche i più alti ghiacciai del pianeta soffrono l’impatto ambientale dell'uomo.

Secondo i dati raccolti, sul Monte Everest ben 55 metri di ghiaccio sarebbero andati perduti nel giro di soli 25 anni. La vetta più alta del mondo, insomma, si starebbe sciogliendo a un ritmo di oltre 2 metri l’anno.

La spedizione è partita nella primavera del 2019 con l’intento di realizzare la più completa analisi scientifica sul versante nepalese dell’Everest, con una ricerca a 360gradi anche nel campo della biologia, della geologia, della glaciologia e della meteorologia.

Nonostante siano stati segnati anche dei record, come l’installazione delle due stazioni meteorologiche più alte del mondo (a 8.430 metri e 7.945 metri sopra il livello del mare) e la carota di ghiaccio raccolta nel punto più alto di sempre, a ben 8.020 metri d’altezza, i risultati dell’impresa scientifica lasciano tuttavia pochi sorrisi.

I ghiacciai dell’Everest oggi si starebbero ritirando a una velocità impressionante, con un ritmo quasi 80 volte più rapido rispetto a quello con cui si erano formati.

Punto estremamente negativo riguarda lo scioglimento del manto nevoso superficiale. Che più si scioglie, meno riflette le radiazioni solari e più velocemente condanna il ghiaccio sottostante allo scioglimento.

I danni li puoi immaginare. Non aumentano solo i rischi di crolli e gigantesche frane. Lo scioglimento dei ghiacci himalayani dimezza le riserve di acqua, necessarie all’irrigazione, alla coltivazione e alla sopravvivenza delle popolazioni che vivono l’ombra dell’Everest: si tratta di quasi un miliardo di persone.