Siccità nord Italia, dopo oltre 100 giorni senza pioggia: “Nel Po non c’è più acqua”

La pioggia arrivata in questi giorni non basterà a spazzare via la grave ondata di siccità che ha colpito il nord Italia. Il basso livello d’acqua di fiumi e laghi rischia ancora di mettere in difficoltà il settore agricolo, dell’idroelettrico e il servizio dell’idropotabile.
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Video Storie 6 Aprile 2022

In uno degli inverni più secchi degli ultimi 65 anni, il nord Italia è rimasto senza pioggia per più di 100 giorni facendo abbassare inesorabilmente il livello d’acqua di laghi e fiumi.

Nell’Isola degli internati, a Reggio Emilia, la secca del Po ha fatto emergere alcune imbarcazioni inabissate tra cui due chiatte, “Ostiglia” e “Zibello”, sommerse da oltre 70 anni. Affondante dai tedeschi durante la II guerra mondiale, trasportavano principalmente cereali e carbone. In un altro suo tratto, a Sermide, è stato ritrovato un semicingolato da trasporto dell’esercito tedesco che è stato recuperato e trasportato al Museo della Seconda Guerra Mondiale del fiume Po.

In questa immagine satellitare agli infrarossi possiamo vedere chiaramente il prosciugamento di un tratto del fiume. Le macchie bianche sono sedimenti fluviali, ammassi di ghiaia e altri materiali che emergono dal letto del Po:

Il Po nasce ai piedi del Monviso, si estende per 652 km e attraversa sette regioni. È il più importante fiume della penisola e dalle sue riserve d’acqua dipende il 40% del PIL italiano, ma quest’anno i livelli d’acqua riportati dalle stazioni di monitoraggio hanno raggiunto picchi negativi tali da mettere in seria difficoltà non solo il settore agricolo e la produzione idroelettrica ma anche il servizio idropotabile, visto che il fiume contribuisce al rifornimento d’acqua di circa 16 milioni di persone.

Anche le condizioni del Piave sono drammatiche. È il quinto fiume italiano più lungo, e attraversa il Veneto da nord a sud ma, ripreso da Radio Gold all’altezza di Ospitale di Cadore, appare irriconoscibile.

Secondo il meteorologo Simone Abelli, questo inverno il nostro paese ha ricevuto quasi 16 miliardi di metri cubi d’acqua in meno. La mancanza di neve sulle Alpi e sugli Appennini non fa che peggiorare la sofferenza dei laghi che non potranno godere di un importante approvvigionamento d’acqua senza lo scioglimento della neve. In queste immagini satellitari possiamo notare la riduzione del manto nevoso rispetto all’inverno 2020.

Questa è la situazione intorno al lago Maggiore, al lago di Lugano e al lago di Como:

Secondo l’osservatorio Anbi per le risorse idriche, il riempimento del lago di Como si è ridotto al 4,7%. Il riempimento del bacino del lago Maggiore si ferma al 30%, con circa 200 milioni di metri cubi d’acqua in meno, rispetto alla media stagionale. Mentre una fine ben peggiore è toccata al piccolo lago artificiale di Ceresole che si è totalmente prosciugato. Nato nel 1931, le sue acque erano destinate alla produzione di energia idroelettrica per la città di Torino.