Intervista ad Aldo Montano, campione olimpico e testimonial per AIL: “Non abbassiamo mai la guardia”

Testimonial della campagna di sensibilizzazione “Mieloma Ti Sfido: io non mi lascio cadere”, Aldo Montano mette in rilievo le similitudini tra la scherma e una malattia come il mieloma, dove per ogni attacco c’è sempre una contromossa. E svela come le bambine, nella scherma, possano avere una marcia in più.
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Gaia Cortese 12 Febbraio 2019

Una campagna di sensibilizzazione per il mieloma multiplo e due paladini e schermitori d'eccezione: Aldo Montano ed Elisa Di Francisca. In occasione della tappa a Milano della campagna "Mieloma ti Sfido: io non mi lascio cadere", lo scorso 5 febbraio, abbiamo incontrato e fato alcune domande ad Aldo Montano, campione di scherma e in questa occasione testimonial per AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie-linfomi e Mieloma Onlus) e La Lampada di Aladino, promotori della campagna.

Perché hai accettato di diventare testimonial per la campagna Mieloma Ti Sfido?

"È molto importante che personaggi conosciuti del mondo dello spettacolo o dello sport, che hanno potere di comunicazione e visibilità presso il pubblico, si rendano disponibili a trasmettere messaggi importanti come quelli della campagna Mieloma Ti Sfido. Il progetto mi ha subito interessato e coinvolto perché riguarda temi importanti che coinvolgono la salute di molte persone. Ho molto apprezzato l’idea di utilizzare la scherma come metafora per far conoscere questa malattia, raccontando il duello quotidiano dei pazienti e invitando tutti i cittadini a sostenerli".

Quale messaggio vorresti far arrivare ai pazienti con questa campagna?

"Noi atleti siamo abituati alla lotta, alla sfida, alla competizione, a non mollare mai: per noi, anche quando sembra che tutto sia ormai perduto c’è sempre una via d’uscita, si può sempre capovolgere il match e possiamo sempre contare su qualcuno che ci aiuta e sostiene. Le medaglie non si vincono mai da soli, c’è sempre un team che ti affianca e ognuno fa del suo meglio, secondo il proprio ruolo. Tutti questi aspetti possono aiutarci a capire quello che accade a una persona che combatte contro una malattia come il mieloma multiplo, con le dovute differenze; questa è una lotta per la vita, la nostra è solo una competizione sportiva. Ma le dinamiche sono simili. La scherma è uno sport individuale, ma dietro hai una squadra. Ho la stessa visione per il mieloma: il paziente non è solo, ha dietro la sua famiglia, i medici e le associazioni…".

Le medaglie non si vincono mai da soli. C’è sempre un team che ti affianca.

Aldo Montano

Secondo te perché è stato scelto uno sport come la scherma?

"La scherma è il paradigma del combattimento: quando uno attacca l’altro si difende, quando sembra che l’avversario ti abbia sopraffatto c’è sempre una speranza, una possibilità che le sorti dell’incontro possano ribaltarsi. Nel caso del mieloma l’avversario è la malattia ed è questo il messaggio che mi piacerebbe far arrivare ai malati e alle loro famiglie: la vita va sempre vissuta con positività con il sostegno delle persone che lottano insieme a te. Soprattutto non bisogna abbattersi davanti alle difficoltà. Anche se a volte la vita cerca di metterti al tappeto, l’obiettivo è lottare fino alla fine".

Torniamo alla tua carriera e alle tue medaglie olimpiche. Quali sono le caratteristiche che deve avere un buon schermitore?

"Per raggiungere certi obiettivi serve un carattere forte, molta concentrazione e predisposizione all’obiettivo. Questo serve ogni volta che si sale sulla pedana e si incontra un avversario. È indispensabile essere positivi, non avrebbe senso affrontare una qualsiasi gara pensando di poter non vincere. E poi ci vuole molta fantasia…".

Sei diventato papà di Olympia che a breve compirà 2 anni. Quando si può cominciare a praticare la scherma?

"Ancora è presto per sapere se Olympia la praticherà o no (ride, ndr). Senza dubbio si può cominciare già a partire dai 5-6 anni, non è troppo presto. Per l’attività agonistica invece, è meglio aspettare almeno gli 11 anni".

Alla scherma sono più predisposte le bambine o i bambini?

"Forse le bambine hanno quella dose di concentrazione in più, ma nel panorama nazionale abbiamo sia atleti che atlete davvero molto forti. Speriamo di continuare così".