Italy for Climate 2022: che cosa si è deciso alla Conferenza Nazionale sul Clima

Per la terza edizione della Conferenza Nazionale sul Clima 2022 si è tenuto un dibattito che ha coinvolto i rappresentanti più importanti del mondo delle imprese. Sono tre le proposte indirizzate al governo, legate allo sviluppo e alle potenzialità delle fonti rinnovabili.
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Francesco Castagna 20 Luglio 2022

Quali sono le soluzioni migliori per portare avanti la transizione ecologica? Quali falsi miti sulle rinnovabili devono essere smontati? Di tutto questo si è discusso 14 luglio all'Auditorium di Roma, durante la Conferenza Nazionale sul Clima 2022.

Durante la terza edizione si sono confrontati diversi attori, tra cui Edo Ronchi, Presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Francesco La Camera, Direttore generale IRENA, Simona Bonafè, Membro della commissione UE per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e Stefano Laporta, Presidente di ISPRA. L'obiettivo è creare un percorso tutto italiano sulla sostenibilità, attraverso un confronto che coinvolge i rappresentanti più importanti del mondo delle imprese.

Le proposte

Alle 40 proposte della Conferenza Nazionale sul Clima del 2021, avanzate per arrivare al 2030 con il 60% delle emissioni di gas serra in meno rispetto al 1990, la neutralità carbonica, una riduzione del 41% del petrolio e del 45% del gas, se ne aggiungono altre tre.

Le azioni da mettere in campo serviranno a rispettare il piano europeo REPowerEU e si tradurranno in un risparmio di 15 miliardi di m3 di gas e 40 milioni di tonnellate in meno di gas serra. Ma in cosa consistono queste proposte?

  • portare all'85% la produzione dell'energia elettrica nazionale da fonti rinnovabili entro il 2030
  • una revisione del Bonus Edilizia, mirata a elettrificare 3 milioni di abitazioni entro il 2025
  • la campagna di sensibilizzazione per i cittadini "Faccio la mia parte", per modificare i comportamenti individuali di consumo dell'energia

Legge per il clima

Prima per importanza è la necessità di fornirsi di una legge per il Clima, come nel Regno Unito, in Germania e in Francia. Edo Ronchi sottolinea l'importanza di strutturare alcuni punti come:

  • un quadro normativo aggiornato per il nuovo PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima 2030, che serva a guidare il nostro Paese verso la decarbonizzazione.
  • un programma di misure per l'adattamento al cambiamento climatico
  • un quadro pluriennale aggiornato delle politiche climatiche, realizzato anche grazie al coinvolgimento delle regioni e delle città
  • un piano per il monitoraggio delle emissioni di gas serra

Ma nel merito a cosa servirebbe un piano del genere? Ad affrontare carenze di acqua e lunghi periodi di siccità, per ridurre l'esposizione e la vulnerabilità alle ondate di calore, per rafforzare la prevenzione e lo spegnimento degli incendi, ridurre i rischi di bombe d'acqua e alluvioni, trovare misure contro l'innalzamento del livello del mare nelle aree costiere e adeguare le tecniche agricole al cambiamento climatico.

L'importanza delle rinnovabili

Un altro punto fondamentale della Conferenza riguarda le misure da prendere per snellire e accelerare il passaggio alle energie rinnovabili. A tal proposito la principale associazione del mondo elettrico in Italia, Elettricità Futura, ha previsto una serie di azioni condivise con il Ministro Cingolani. Le misure sono:

  • un piano per accelerare gli iter autorizzativi semplificati, che durino meno di un anno
  • l'introduzione di un obbligo per i Comuni di monitorare le situazioni e stabilire degli obiettivi da raggiungere nel breve e nel lungo periodo
  • l'iniziativa "tetti solari", ovvero uno sportello con un iter amministrativo breve (massimo di tre mesi) che introduca l'obbligo di installazione di pannelli solari negli edifici privati e pubblici entro il 2027

Il ruolo delle amministrazioni locali

Oltre all'obbligo di rendicontazione per i Comuni, la Conferenza Nazionale sul Clima propone di introdurre anche la possibilità di commissariare le Regioni in caso di gravi inadempienze. Se i Comuni fino ai 10mila abitanti dovranno obbligatoriamente rendicontare e monitorare le situazioni, quelli sopra i 50mila dovranno dotarsi di un vero e proprio Piano comunali per il clima, che preveda target fino al 2050.

Il governo italiano e tutte le amministrazioni coinvolte dovranno inoltre lavorare a una forte campagna di sensibilizzazione. Questo perché, secondo i membri dell'Italy for Climate, è importante che non circolino falsi miti sulle rinnovabili.

È inoltre necessario che la comunità civile sia consapevole delle potenzialità occupazionali che ne derivano dallo sviluppo delle rinnovabili. Secondo i dati di Elettricità Futura, comunicati dal presidente Agostino Re Rebaudengo nel corso dell’assemblea pubblica di Elettricità Futura, le rinnovabili porterebbero 470mila posti di lavoro in più da qui al 2030.

Il nucleare

Secondo l'Italy for Climate 2022, il nucleare in Italia arriverebbe troppo tardi, perché richiederebbe tempi lunghi di realizzazione. Per la Fondazione per lo sviluppo sostenibile manca ancora dopo 12 anni un deposito nazionale di rifiuti radioattivi.

Inoltre, dato fondamentale da tenere in considerazione, i reattori di ultima generazione, ovvero gli Small Modular Reactor nucleari, con una potenza elettrica inferiore ai 300 MW "non saranno disponibili prima del 2030". La Fondazione per lo sviluppo sostenibile sottolinea che "per coprire solo il 25% dei 600 TWh dei consumi elettrici, ipotizzati al 2050, servirebbero almeno 60 reattori nucleari SMR". Per la Fondazione se proseguissimo con lo sviluppo delle fonti rinnovabili saremmo in grado di coprire i consumi elettrici con il 100% delle energie rinnovabili dal 2030. A quel punto, sostengono, il nucleare non sarebbe più necessario.