La Francia vieta ufficialmente i Pfas a partire dal 2026: in quali prodotti non ci saranno più e perché in Italia non abbiamo una legge

Il 4 aprile è stato approvato un disegno di legge proposto dal deputato ecologista Nicholas Thierry e che vieterà l’utilizzo di Pfas per la produzione di prodotti non essenziali. Un vero passo in avanti della Francia che salvaguarderà la salute dei propri cittadini.
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Mattia Giangaspero 9 Aprile 2024

In Francia quando si deve procedere verso una direzione chiara, anche se divisiva, non condivisa da tutti, lo si fa e anche in modo spedito. È sempre stato un credo dell'establishment francese: molto spesso visto come un punto di forza (quando la politica impone una linea di lungo corso), altre volte come un punto debole (quando la Nazione viene isolata politicamente dagli alleati europei). L'abbiamo già visto con le proteste dei Gilet gialli sull'aumento dei prezzi della benzina, con l'approvazione della legge sulle pensioni, sull'agricoltura, sui Suv e monopattini a Parigi 

Questa volta però è difficile pensare che la scelta politica presa possa isolare la Francia in Europa e dividere i cittadini nella Nazione, perché? Si tratta di un atto di forza della politica francese per salvaguardare la salute dei propri cittadini. Infatti il 4 aprile 2024 la Francia ha deciso di vietare la produzione e la vendita di prodotti non essenziali contenenti PFAS. Il disegno di legge proposto dal deputato ecologista Nicholas Thierry è stato approvato in Parlamento con 187 voti a favore (di più schieramenti politici) e 5 contrari.

La legge entrerà in vigore a partire dal 2026 anche per agevolare tutti i settori e le aziende che dovranno cambiare la composizione chimica dei loro prodotti i quali, finalmente potranno essere "Zero Pfas".  Si tratta di un primo, ma grande passo e riguarderà moltissimi prodotti di largo consumo come imballaggi alimentari, filo interdentale, carta forno, farmaci, dispositivi medici, cosmetici, capi di abbigliamento, prodotti tessili e di arredamento. Per il momento la legge esclude le pentole e altri utensili da cucina. 

Il deputato Thierry durante la discussione del suo disegno di legge ha dichiarato: "Siamo di fronte ad un problema sanitario dalla portata e gravità assolutamente senza precedenti». Esultano i verdi francesi: «Vittoria ecologista! Adottata la proposta di legge del nostro deputato  Thierry per combattere i PFAS. Contro il parere del governo e delle lobby, questo è un grande passo avanti nel preservare la nostra salute dagli inquinanti eterni. Bravo, la mobilitazione di deputati e attivisti paga".

Mentre Greenpeace ricorda che: "Da anni in Francia e in altri Paesi europei, compresa l’Italia, si combatte per limitare l’uso di queste molecole, anche note come “inquinanti eterni”, e associate a una serie di effetti negativi sulla salute delle persone. Una volta dispersi nell’ambiente, i PFAS si degradano in tempi lunghissimi e possono contaminare fonti d’acqua e coltivazioni. Attraverso l’acqua e gli alimenti, i PFAS possono arrivare a contaminare anche il nostro corpo ed entrare nel nostro sangue, con gravi rischi per la salute. Una delle molecole PFAS, il PFOA, è stato di recente classificato come cancerogeno per le persone, mentre l’esposizione a diverse molecole PFAS può causare problemi alla tiroide, diabete, danni al fegato e al sistema immunitario, cancro al rene e ai testicoli e impatti negativi sulla fertilità. La messa al bando dei PFAS in Francia arriva dopo il caso della Danimarca, dove è stato vietato l’uso nei contenitori alimentari".

Perché è importante vietare i Pfas?

La sigla sta per Sostanze Perfluoro Alchiliche. Spiegato in modo semplice:  sono dei composti chimici acidi molto forti in forma liquida, usati soprattutto in campo industriale. Al momento se ne trovano 4700 diversi, ma hanno tutti una particolare struttura che permette loro di resistere ai naturali processi di degradazione e che quindi nel corso del tempo si accumulano negli esseri umani e nell'ambiente.

I Pfas, ad alte concentrazioni sono tossici per tutti gli organismi viventi. Possono compromettere gli ecosistemi in cui si trovano mettendo a rischio flora e fauna. Per quanto riguarda l'uomo, invece: secondo uno studio condotto dall'Università di Oxford questi acidi alterano i processi ormonali nel nostro organismo, con pesanti conseguenze sullo sviluppo, sul comportamento e sulla fertilità.

Amplificano il rischio di malattie come obesità e diabete di tipo due, ipertensione, colesterolo e sono considerate sostanze altamente cancerogene. Queste conseguenze però non si vedono nell'immediato, agiscono in modo silenzioso e lento e, spesso, si manifestano a distanza di anni dall'esposizione.

Queste sostanze hanno anche contaminato l'irrigazione dei campi in ben tre province, mettendo a rischio la salute di oltre 350mila persone. Ma a parte il Veneto, sono oltre 1600 i siti contaminati in tutta Italia.

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