La guerra tra Russia e Ucraina colpirà duramente la nostra economia. Tabarelli (Nomisma): “Adesso serve diversificare sull’energia”

L’attacco della Russia all’Ucraina rischia di aggravare ancora di più la crisi energetica dell’Unione Europea e dell’Italia. I prezzi di luce e gas, ma anche dei carburanti, sono destinati ad aumentare. Intervenire è praticamente impossibile nel breve periodo, spiega a Ohga Davide Tabarelli di Nomisma. L’unica speranza è che questo shock ci faccia accelerare sulla strada della transizione energetica.
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Michele Mastandrea 24 Febbraio 2022
In collaborazione con Prof. Davide Tabarelli Docente di Ingegneria civile, chimica e ambientale all’Università di Bologna e presidente di Nomisma Energia, società di ricerca in campo energetico e ambientale

Come avrai sicuramente visto, nella notte la Russia ha lanciato una "operazione militare speciale", attaccando l'Ucraina. Le peggiori conseguenze saranno per la popolazione coinvolta direttamente nel conflitto, ma le ripercussioni non saranno da poco anche per tutti i cittadini europei. Te compreso. In particolare a livello energetico, con l'aumento dei prezzi delle bollette – che avrai già notato nelle scorse settimane –  destinato crescere ancora di più.

Le prime conseguenze della guerra

"La situazione attuale è che peggio di così non potrebbe andare. Nonostante l'ipotesi più probabile resti un futuro calo delle tensioni, è anche vero che questo scenario è stato continuamente smentito nelle ultime settimane", afferma Davide Tabarelli, docente di Ingegneria civile, chimica e ambientale all’Università di Bologna e presidente di Nomisma Energia, società di ricerca in campo energetico e ambientale. Lo abbiamo sentito per una prima previsione sulle conseguenze del conflitto.

"I prezzi dell'elettricità e del gas stanno già aumentando. Crescono anche quelli del petrolio, del gasolio, dunque dei carburanti più utilizzati, e crescono molto velocemente. Se in Italia la situazione era già critica prima, in particolare per quanto riguardava i prezzi di luce e gas, ora si sta amplificando. Coinvolgendo tanti altri settori". Devi ricordare che l'Italia si rifornisce di gas per quasi il 40% dalla Russia. Gas che arriva da noi proprio passando per l'Ucraina attualmente sotto attacco: un'interruzione dei flussi avrebbe un impatto durissimo sulla tenuta della nostra economia.

Accelerare sulla transizione energetica

Tabarelli trova difficile affrontare la situazione di emergenza nel breve periodo. "L'aumento della produzione italiana di gas, ad esempio, si potrebbe raggiungere solo nell'arco di anni, ma l'emergenza è di giorni. Anche viste le ostilità dei territori a nuove trivellazioni, meglio lasciare stare". E pure sulle rinnovabili, devi sapere, non siamo messi meglio: "Ben vengano, solo che fanno un'enorme fatica in questo momento in cui il nostro sistema economico è basato in tutto il mondo sul gas e sul petrolio. Solo una piccola quantità è rinnovabile, speriamo che aumenti. Ma adesso serve gas, per questo siamo in crisi". Insomma, siamo arrivati impreparati e ne stiamo pagando le conseguenze.

La speranza è però quella per cui, mentre il conflitto mostra tutti gli effetti negativi della nostra dipendenza dalla Russia, si possa accelerare sulla strada della transizione energetica. "La prima fonte rinnovabile italiana, l'idroelettrico, si diffuse moltissimo a partire dagli anni '30. Erano progetti che nascevano anche come reazione da parte del fascismo alle sanzioni che lo avevano colpito", spiega Tabarelli. "In quel momento si ebbe una grandissima spinta: è proprio in questi questi momenti di shock, in cui i prezzi delle altre fonti sono altissimi, che serve accelerare, andare in nuove direzioni, realizzando una diversificazione strategica", conclude.