Con il termine ornitofobia si fa riferimento alla paura degli uccelli e nello specifico alla paura dei piccioni. Si tratta di una fobia specifica che provoca rifiuto, paura e disgusto nei confronti di questi uccelli.
Si tratta di una fobia piuttosto comune che può provocare l’evitamento di situazioni in cui si può entrare a contatto con questo animale, sensazioni di paura e disagio, nonché sintomatologia fisica come tachicardia, sudorazione e così via.
Come qualsiasi fobia la paura che si prova nei confronti dell’oggetto fobico è sproporzionata rispetto alla reale presenza di pericolo.
L’intensità di tale paura può essere diversa da persona a persona. Nei casi più gravi anche solo la fotografia di un piccione può provocare disagio.
Si tratta di una fobia maggiormente presente tra la popolazione femminile e compare intorno ai 4-5 anni.
Tra le cause più frequenti della paura dei piccioni vi è un’esperienza negativa o traumatica con l’oggetto della nostra fobia, in questo caso dei piccioni. Potrebbe essere causa anche da racconti o dall’aver partecipato indirettamente a una situazione spiacevole con questi animali.
Tale fobia potrebbe presentarsi anche se non si è verificato un evento traumatico. In questo caso le cause sarebbero da imputare alla natura imprevedibile degli uccelli, che da un momento all’altro possono volare via, e dalla presenza del becco che viene vissuto come pericoloso. In questo caso la paura sarebbe mantenuto dal timore di essere attaccati da qualcosa di imprevedibile.
Le tecniche maggiormente utilizzate per affrontare la paura dei piccioni è quella dell’esposizione graduale nei confronti di questi animali. Dapprima viene chiesto al soggetto di immaginare questi animali finché la sensazione ansiosa associata non diminuisce, dopodiché si chiede al soggetto di avvicinarsi progressivamente ai piccioni. Lo scopo è quello di permettere alla persona di acquisire sicurezza a contatto con l’animale capendo che non vi è nessuna situazione di pericolo reale. Questo consentirà di diminuire tutte quelle reazioni fisiologiche che accompagnano l’esposizione. Inoltre consentirà una modificazione del pensiero disfunzionale della persona in altri più realistici e adattivi.