La Piattaforma per il nucleare prende il via: entro un anno i primi progetti con costi e tempi per il ritorno dell’atomo in Italia

Mercoledì 20 settembre la Piattaforma per il nucleare sostenibile è stata inaugurata e al termine dell’incontro è stata stabilita la prima roadmap: entro 6 mesi dovranno essere elaborate delle proposte per un percorso finalizzato alla potenziale ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia, entro 9 mesi andranno elaborate le linee guida con azioni, risorse, investimenti e tempi.
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Kevin Ben Alì Zinati 22 Settembre 2023

L’intenzione c’è, entro 6 mesi devono arrivare le prime idee e proposte poi nel giro di un anno potremmo cominciare a intravederlo: il ritorno del nucleare in Italia.

Non sto parlando di vecchie centrali nucleari di terza generazione, come le quattro che stiamo smantellando. Quello, insomma, a cui il nostro Paese ha detto “no” per ben due volte con i due referendum del 1987 e del 2011.

Se mai ci sarà l’opportunità di sfruttare l’atomo in maniera sostenibile – economicamente, ambientalmente – lo si farà attraverso le tecnologie della cosiddetta IV Generazione.

L’Italia punta sulla vasta diffusione delle rinnovabili e dell’efficienza energetica per rispondere alla crescere domanda di energia e spingere la decarbonizzazione, allo stesso tempo però un tale approccio non può prescindere dalla diversificazione delle fonti energetiche.

Uno spazietto dunque va lasciato al nucleare. O almeno bisogna provarci. In questo senso è nata la Piattaforma per il Nucleare Sostenibile inaugurata nella giornata di mercoledì 20 settembre.

Alla prima riunione ufficiale tenutasi ai tavoli del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica erano presenti enti pubblici di ricerca, di associazioni scientifiche, esponenti del mondo delle università e soggetti statali operanti nel settore della sicurezza nucleare con l’obiettivo di definire in tempi certi un percorso per la possibile ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia e alle opportunità di crescita della filiera industriale nazionale già operante nel settore”.

Il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, come già in passato, ha ribadito quale sarebbe l’eventuale strada che si percorrerebbe: “Non si tratta evidentemente di proporre il ricorso in Italia alle centrali nucleari di grande taglia della terza generazione, ma di valutare le nuove tecnologie sicure del nucleare innovativo quali gli Small Modular Reactor (SMR) e i reattori nucleari di quarta generazione (AMR)”.

Tecnologie sempre basate sulla fissione ma in grado di alzare i livelli di sicurezza dell’attività e allo stesso tempo ridurre notevolmente il proprio impatto ambientale.

L’obiettivo principale della Piattaforma sarà di sviluppare nell’arco di alcuni mesi linee guida e una roadmap con due date orizzonte, il 2030 e il 2050, per seguire e coordinare gli sviluppi delle nuove tecnologie nucleari.

Nel medio termine, la PNNS valuterà le possibili ricadute in ambito italiano di un potenziale impiego di queste tecnologie (“e della fusione nel lungo termine” si legge nel documento) per provare a includere nel pacchetto di soluzioni per la produzione di energia green insieme alle rinnovabili.

Il governo, insomma, ha deciso di dare una spinta allo sviluppo energetico nel nostro Paese e l’ha fatto con una certa concretezza. La riunione si è conclusa anche con una prima tabella di tempistiche nemmeno troppo futuristiche.

Le proposte per un percorso finalizzato alla potenziale ripresa dell’utilizzo dell’energia nucleare in Italia dovranno essere elaborate entro 6 mesi. Entro 7 mesi dovrà essere redatto un documento contenete la roadmap mentre entro 9 mesi bisognerà dare forma al tutto, elaborando delle linee guida con azioni, risorse, investimenti e tempi.

Meno di un anno, insomma, per provare a infilare il nucleare nella faretra delle soluzioni italiane per contrastare il Climate Change.