La radice piccante che ricorda il wasabi: scopri il rafano e tutte le sue proprietà

Stimola la diuresi e contrasta la cellulite, aiuta la digestione e accelera il metabolismo. Il rafano è una radice dalla numerose proprietà benefiche per l’organismo. Un alimento ipocalorico, che può dare un sapore originale ai piatti che porti in tavola.
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Gaia Cortese 23 Febbraio 2021
* ultima modifica il 31/03/2021

Il nome scientifico è Armoracia rusticana, ma il rafano, presenta una lunga lista di nomi con cui puoi averne sentito parlare: rafano di Spagna, Cren, rafano orientale e anche barbaforte, senza nulla aver a che vedere con il forzuto dei Barbapapà.

Questa pianta viene coltivata soprattutto per la sua radice, molto utilizzata in cucina e da cui si ricava anche una salsa piccante. La particolarità della radice di rafano, infatti, è che non ha quasi nessun aroma se rimane intatta, ma nel momento in cui viene tagliata o grattugiata, si attivano degli enzimi che le danno un sapore molto piccante, simile a quello del wasabi, la tipica salsa verde giapponese che accompagna sushi e sashimi.

A differenza del rafano, tuttavia, il wasabi si ottiene da un’altra radice, quella della Wasabia japonica, che è una lontana cugina del rafano e della senape, e che cresce spontaneamente nelle zone fredde del Giappone, in prossimità dei fiumi. Ad ogni modo, sono due cose ben distinte.

La pianta

Il rafano è una pianta erbacea e rizomatosa, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae o Cruciferae. Le sue foglie sono grandi e ruvide, di un colore verde intenso e un aspetto lucente, mentre i fiori, che compaiono a inizio estate, sono di colore bianco con quattro petali disposti a croce. Il rafano può essere coltivato un po’ ovunque, e considerato il suo utilizzo in cucina, una pianta nel proprio orto domestico non dovrebbe mai mancare.

Se hai deciso di coltivarlo, scegli una posizione in mezz’ombra e prediligi un terreno fresco e permeabile. Se vuoi procedere con la semina delle piante, dovrai occupartene a inizio primavera o a inizio autunno. Per quanto riguarda l’innaffiatura, occorre solo fare attenzione che il terreno non inaridisca: allo stesso tempo, meglio non esagerare con l’acqua per evitare la formazione di marciumi radicali. Per questo motivo, spesso e volentieri si ricorre alla pacciamatura, in modo da proteggere e mantenere umido il terreno.

Calorie e valori nutrizionali

Un cucchiaio di rafano, vale a dire circa 15 grammi di prodotto, apporta intorno alle 7 kcal. La stessa quantità di prodotto è composta da 12,76 grammi di acqua, 0,18 grammi di proteine, 0,10 grammi di lipidi e 1,69 grammi di carboidrati.

Per la stessa quantità di prodotto (15 grammi) il rafano ha anche un buon contenuto di vitamina C (3,7 mg) e di diversi sali minerali tra cui: potassio (37 mg), calcio (8 mg), fosforo (5 mg) e magnesio (4 mg).

Proprietà

Il rafano è una buona fonte di vitamina C e di potassio. L'alto contenuto di vitamina C ne conferma non solo le proprietà analgesiche, utile in caso di dolori di vario genere, soprattutto di origine muscolare e reumatismi, ma anche l'azione rinforzante sulle difese immunitarie dell'organismo. Il rafano è reperibile tutto l'anno, farne quindi incetta in autunno per prevenire i disturbi di stagione, è una buona idea.

L'apporto di potassio, invece, rende il rafano, un superfood per potenziare le funzioni dell'apparato circolatorio. Questo alimento  ha anche un'azione antiossidante che contrasta l’azione dei radicali liberi e supporta le funzioni disintossicanti del fegato.

Si arriva così anche alle proprietà depurative del rafano: si ritiene che l'assunzione di questo alimento sia in grado di innescare una stimolazione della diuresi e quindi di contrastare la ritenzione idrica.

Se poi stai seguendo una dieta dimagrante, portare in tavola il rafano può aiutarti ad aumentare il metabolismo; come altri alimenti piccanti, infatti, anche il rafano ha questo effetto sull'organismo: oltretutto è un alimento ipocalorico, dal buon contenuto di fibre che, non solo favoriscono la funzionalità intestinale, ma contribuiscono a dare un senso di sazietà.

Senza dimenticarci degli altri sali minerali contenuto dalla pianta, il calcio e il fosforo contribuiscono alla salute di ossa e denti. Inoltre, il rafano può tornare utile anche in caso di problemi di digestione o di inappetenza, poiché favorisce la produzione di bile.

Usi in cucina

La radice del rafano si può consumare fresca oppure conservarla sotto aceto o in agrodolce. Di norma viene raccolta dopo il secondo anno di coltivazione, ma deve essere usata nell'immediato dal momento che perde rapidamente la sua freschezza. Per accertarti che sia davvero fresca, la radice dovrebbe essere soda al tatto, il colore dovrebbe essere brillante e la buccia tesa senza ammaccature o parti rovinate.

Dalla radice grattugiata del rafano, con l'aggiunta di aceto, pangrattato, mela ed eventualmente un po' di zucchero, si ottiene la famosa salsa, utilizzata per accompagnare la carne, gli affettati e altre pietanze.

La domanda che potresti porti è: dove comprare il rafano? Ormai si trova un po' dappertutto, ma se sei proprio in difficoltà, nei negozi che vendono prodotti etnici lo troverai senza problemi.

Controindicazioni

Non esistono particolari controindicazioni per l'assunzione del rafano, tuttavia se consumato in eccesso, è possibile che irriti le mucose gastriche. Per questo motivo andrebbe evitato in presenza di disturbi e patologie come: gastrite, ipercloridria, ulcera, gastroenterocolite, malattie delle vie urinarie.

Sotto forma di integratore o rimedio erboristico, meglio evitarlo anche in gravidanza e nel periodo dell'allattamento. In ogni caso è meglio consultare il proprio medico se si stanno assumendo dei farmaci: il rafano, infatti, può interferire con l’assunzione di levotiroxina, un ormone sintetico, ma chimicamente identico alla tiroxina prodotta naturalmente dalla tiroide.

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