La scatola nera della Terra conserverà i dati del nostro pianeta in caso di estinzione dell’umanità

Un team di scienziati sta costruendo la “Scatola Nera della Terra” per conservare i dati del nostro pianeta nel caso in cui l’umanità dovesse estinguersi a causa del cambiamento climatico.
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Video Storie 16 Maggio 2022

"Ci siamo resi conto che nello stesso modo in cui gli aerei hanno bisogno di una scatola nera, anche gli esseri umani sulla Terra potrebbero avere bisogno di una scatola nera. – racconta Henry Kershaw, uno dei tanti ricercatori che sta collaborando alla realizzazione della Earth Black Box – Qualcosa che racconti la storia in caso di disastro o catastrofe, qualcosa che attribuisca la responsabilità ai politici e a chi prende le decisioni, qualcosa che sia un registro imparziale o un registratore di dati per centinaia, se non migliaia di anni a venire."

Proprio come la scatola nera di un aereo ci dice cosa ha causato l’impatto, lo stesso farebbe questo monolite d'acciaio alto 10 metri che un team di artisti e scienziati sta testando in Australia usando un algoritmo che registra migliaia di dati dell’impatto dell’uomo sulla salute della Terra. "I dati che stiamo effettivamente raccogliendo sono i dati più importanti per la salute del pianeta in relazione alla vita umana. – continua Kershaw – Registreremo anche dati contestuali e dati testuali. Quindi articoli, titoli e discorsi sottoposti a revisione paritaria da diversi media."

La scatola nera della Terra è stata progettata per resistere a più calamità naturali possibili e per proteggere, sotto strati d’acciaio e cemento, l’hard disk in grado di raccontare la nostra storia. L’opera dovrebbe essere completata entro settembre 2022 e verrà installata in Tasmania, uno Stato stabile a livello politico e geografico tanto da poterne garantire la conservazione negli anni a venire. I dati sono stati formulati per essere accessibili a chiunque in futuro si troverà a decifrarli. "Stiamo archiviando gli stessi set di dati in molte lingue e codici binari diversi. Ciò consente a qualsiasi specie o forma di vita intelligente o software che trova la scatola nera di poterla decifrare, funziona allo stesso modo della Stele di Rosetta." In passato, infatti, siamo riusciti a decifrare i geroglifici proprio grazie alla Stele di Rosetta una lastra di pietra del 196 a.C. che riportava lo stesso discorso trascritto in 3 lingue: geroglifici, demotico e greco antico.

Dalla COP26 di Glasgow, una versione beta dell’algoritmo ha iniziato a registrare i primi dati che sono disponibili per tutti online e possono essere utilizzati anche per scopi educativi. L’hard disk funzionerebbe grazie all’energia ricavata dai pannelli fotovoltaici installati sul tetto e la sua capacità di memoria verrà ampliata man a mano con interventi futuri.

"Per noi era davvero importante che avesse un elemento artistico, in modo che fosse qualcosa che potesse ispirare e simboleggiare l'umanità e la lotta dell'umanità per la sopravvivenza." La scatola nera della Terra, ideata dall’agenzia di comunicazione Clemenger BBDO e l’università della Tasmania ha soprattutto il valore simbolico di portare consapevolezza del rischio che sta correndo il nostro pianeta. "Non direi che l'idea centrale sia tecnicamente cinica. Direi che è più simbolico della necessità di cambiamento e, in tempi terribili, in cui è necessario un cambiamento nel modo in cui lo è ora, è importante trattare il progetto con la serietà che la situazione necessita."