La sindrome di Münchausen: come distinguerla dall’ipocondria

La sindrome di Münchausen è un disturbo psichiatrico vero e proprio: chi ne è affetto lamenta sintomi o malattie inesistenti. Trattarla non è così semplice, dal momento che una persona difficilmente riconoscerà di soffrirne. Attenzione, però, non si tratta né di ipocondria, né del semplice fingersi malati.
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Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
14 Maggio 2021 * ultima modifica il 14/05/2021

Il nome sindrome di Münchausen deriva da un aristocratico tedesco, il barone Karl Friedrich Hieronymus Freiherr von Münchhausen, il quale era famoso per raccontare storie e avventure fantastiche a cui aveva partecipato da protagonista.

Cos’è

La sindrome di Münchausen è un disturbo psichiatrico e comportamentale, che induce chi ne è affetto a lamentare malattie e sintomi inesistenti al solo scopo di mettersi al centro dell'attenzione e passare per un malato.

In altre parole, i malati di sindrome di Münchausen cercano in tutti i modi di porsi al centro della scena, inventando problemi fisici o psicologici oppure facendosi deliberatamente del male.

La sindrome di Münchausen è conosciuta anche come disturbo fittizio o dipendenza da ospedale.

Alcuni ricerche anglosassoni riportano che ad ammalarsi maggiormente di sindrome di Münchausen sono:

  • Le donne tra i 20 e i 40 anni, che lavorano molto spesso in qualche struttura ospedaliera come infermiera o tecnico di laboratorio.
  • Gli uomini bianchi non sposati aventi tra i 30 e i 50 anni.

È difficile stabilire quanto sia diffusa la sindrome di Münchausen, in quanto le persone che ne sono affette sono molto abili nell'ingannare i medici. Basti pensare che alcuni pazienti particolarmente gravi, se scoperti, si rivolgono ad altri dottori cambiando identità.

La sindrome di Münchausen non è né ipocondria né il cosiddetto "fingersi malato" per evitare qualche fastidiosa incombenza.

Gli ipocondriaci sono persone ossessionate dall'avere qualche malattia e che "vedono", in ogni piccolo malessere, una grave patologia. Non è, tuttavia, nelle loro intenzioni porsi morbosamente al centro dell'attenzione.

Le persone che hanno l'abitudine di fingersi malate, invece, sono soggetti che hanno uno scopo personale ben più concreto dei malati della sindrome di Münchausen: essi cercano, con le loro "invenzioni", di liberarsi da impegni gravosi e poco graditi (per esempio, in ambito lavorativo o scolastico).

Sindrome di Münchhausen per procura

La sindrome di Münchhausen per procura è una malattia mentale – e di forma di abuso – in cui un genitore o un'altra persona che si prende cura del bambino, come un genitore affidatario o un genitore adottivo, simula o provoca una malattia del bambino.

Spesso ci si riferisce alla persona che si prende cura del bambino con il termine inglese "caretaker" o "caregiver" anche perché questa situazione può verificarsi non soltanto per il bambino ma anche per l'anziano (il "caretaker" può essere allora il badante) o per un soggetto con handicap (il "caretaker" può allora far parte del personale di assistenza).

La sindrome consiste nella simulazione da parte del "caregiver" di una malattia da cui sarebbe affetto il bambino. Il "caregiver", riferisce sintomi non esistenti o addirittura provoca egli stesso un danno al bambino che dipende dalle sue cure, così da farlo credere o da renderlo effettivamente malato. Attira così attenzione e compassione per se stesso. In ambito pediatrico, molto spesso il "caregiver" è la madre che simula o provoca uno stato di malattia nel proprio bambino.

Le cause

Le cause d'insorgenza della sindrome di Münchausen sono poco chiare e presentano ancora dei punti in sospeso. Secondo gli esperti, i quali tengono a precisare che ogni teoria è ancora da dimostrare, la dipendenza da ospedale potrebbe essere dovuta a:

  • Un’infanzia particolare, contraddistinta da un trauma affettivo, da un disturbo emotivo o da una malattia per la quale sono state praticate lunghe cure mediche. La tesi secondo cui un'infanzia traumatica e difficile può dar origine alla sindrome di Munchausen deriva dall'osservazione che:
  1. Alcuni malati, nel corso della loro infanzia, sono stati abbandonati o eccessivamente trascurati dai genitori. Secondo gli esperti, tale trascuratezza ha fatto nascere in queste persone il desiderio di porsi al centro dell'attenzione, talvolta anche con metodi pericolosi (come per esempio procurandosi di proposito delle ferite).
  2. Altri malati sono stati colpiti, in età giovanile, da una malattia che ha richiesto attenzioni particolari e prolungate cure mediche. Secondo i sostenitori della suddetta tesi, un avvenimento di questo genere può portare un individuo a desiderare, anche in età adulta, gli stessi riguardi e le stesse premure da parte del mondo che lo circonda.
  • Un disturbo di personalità, ovvero un problema di salute mentale per cui il paziente affetto ha pensieri e comportamenti anormali. Secondo alcuni studiosi delle malattie mentali, ci sono dei disturbi di personalità fortemente connessi alla sindrome di Münchausen. I tre principali sono:
  1. Il disturbo antisociale di personalità. Gli individui che ne sono affetti disprezzano qualsiasi legge o regola della società, sono aggressivi, irresponsabili, indifferenti ai sentimenti altrui e inosservanti della sicurezza propria o altrui.
  2. Il disturbo borderline di personalità. Le persone che ne sono affette hanno un umore instabile, sono estremamente impulsive, hanno rapporti turbolenti con gli altri e faticano a organizzare i propri pensieri.
  3. Il disturbo narcisistico di personalità. I soggetti che ne sono affetti credono di essere speciali o unici, sono preoccupati solo del proprio successo personale, non danno alcuna importanza ai sentimenti altrui e sono convinti che gli altri provino invidia per loro.

Come si può intuire, le tre condizioni sopradescritte portano il malato a isolarsi dal contesto sociale e a non avere affetti o rapporti stabili con parenti e amici.

Come riconoscerla

Le persone con sindrome di Münchausen lamentano malesseri che non hanno oppure si auto-procurano dei danni fisici per risultare malate di qualcosa, e mettersi al centro dell'attenzione.

Esse hanno varie abitudini:

  • "Scelgono" sintomi o problemi fisici difficilmente dimostrabili o documentabili, come per esempio forti mal di testa, intensi dolori alla pancia, svenimenti, attacchi di epilessia ecc.
  • Alterano il risultato dei test diagnostici facili da manomettere. Ad esempio, riscaldano il termometro che hanno usato per misurarsi la temperatura corporea oppure aggiungono del sangue alle urine raccolte per delle analisi.
  • Si auto-infliggono tagli e bruciature, assumono di proposito abbondanti dosi di farmaci e/o mangiano volontariamente cibi scaduti o mal conservati.
  • Fanno di tutto per peggiorare una loro condizione di salute non ottimale. Per esempio, se si sono procurati una ferita (deliberatamente oppure no, non è importante), cercano di infettarla in ogni modo, toccando feci e qualsiasi oggetto che può rappresentare una fonte di batteri.

I malati di sindrome di Münchausen si contraddistinguono, poi, per altri comportamenti particolari (come per esempio raccontare storie incredibili sul proprio passato, recarsi di continuo in tutti i centri ospedalieri della zona in cui abitano ecc.), considerati estremamente indicativi della malattia.

La diagnosi

Diagnosticare la sindrome di Münchausen non è affatto semplice, nemmeno per un medico esperto. Ciò è dovuto al fatto che le persone con tale malattia sanno fingere molto bene e conoscono diversi modi, tutti molto efficaci, per procurarsi dei danni senza destare il minimo sospetto.

Com'è allora possibile accorgersene? Per diagnosticare la dipendenza da ospedale è necessario porre attenzione ai particolari e a specifici comportamenti.

Qualora un medico abbia dei sospetti su un paziente, procede generalmente nel seguente modo. Per prima cosa valuta se c'è o meno coerenza tra quanto affermato dal potenziale malato di sindrome di Münchausen e ciò che emerge dalle indagini cliniche preliminari, riguardanti quest'ultimo.

In secondo luogo, prova a mettersi in contatto con i familiari o con gli amici più stretti del malato, per scoprire se il loro caro è una persona sincera oppure se ha qualche disturbo mentale.

Infine, prescrive dei test e dei chuck-up d'approfondimento, allo scopo di chiarire se i disturbi fisici in atto sono auto-procurati oppure no (per esempio, mediante un esame del sangue, capisce se il paziente ha assunto dei farmaci che potrebbero dare uno dei sintomi mostrati dal paziente).

I tre punti fondamentali su cui si fonda la diagnosi di sindrome di Münchausen:

  • I dati clinici confermano che il paziente si auto-procura i danni che lamenta di fronte al medico.
  • La motivazione che spinge a inventarsi, o ad auto-procurarsi, dei disturbi è dovuta alla volontà di passare per un malato.
  • Non ci sono altre ragioni, se non la precedente, che spingono ad agire contro sé stessi e a farsi del male.

Come si cura

Curare le persone affette da sindrome di Münchausen è assai difficile, perché, molto spesso, non ammettono o non si rendono conto di essere malate e di aver bisogno di aiuto. Ciò porta al rifiuto di qualsiasi forma di psicoterapia e del supporto di figure esperte in materia. Quando però il paziente riesce a comprendere la propria condizione e accetta di collaborare col proprio psicoterapeuta, ha buone possibilità di guarire.

Durante il percorso terapeutico, è fondamentale anche l'appoggio dei familiari e degli amici più stretti, i quali non devono isolare il parente ammalato ma stargli accanto, specie nei momenti peggiori.

Durante la psicoterapia, è possibile che vengano prescritti anche dei farmaci antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), per far fronte ad eventuali forme di depressione dovute all'isolamento sociale.

Tuttavia, è bene ricordare che, con i soli antidepressivi, non si può guarire dalla sindrome di Münchausen.

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…