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L’abolizione del numero chiuso a Medicina sarebbe un errore per il sindacato dei medici

Il sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed ha respinto in modo netto la proposta della ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini di eliminare il numero chiuso a Medicina. Il segretario nazionale Pierino Di Silverio: “Una proposta populista senza programmazione. Così avremmo un esercito di disoccupati di lusso”
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Maria Teresa Gasbarrone 11 Agosto 2023
* ultima modifica il 11/08/2023
Intervista a Dott. Pierino Di Silverio Segretario nazionale Anaao Assomed

Non hanno trovato il favore del sindacato dei medici dirigenti le parole della ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, sulla possibile abolizione del numero chiuso per accedere al corso di laurea in Medicina.

Dopo nemmeno 48 ore dalle parole di Bernini, in un intervento durante la trasmissione "Zona Bianca", su Rete4, è arrivato forte e chiaro il parere contrario di Anaao Assomed: "Aprire oggi il numero programmato a Medicina – ha detto il segretario nazionale Pierino Di Silverio – vuol dire "sfornare" disoccupati di lusso tra 11 anni quando l'esigenza di medici non sarà così pressante come oggi visti i dati sui pensionamenti".

No all'abolizione del numero chiuso

Secondo Anaao Assomed quella del Ministero dell'Università sarebbe una proposta non solo inutile, ma perfino nociva. "A questo punto non abbiamo più dubbi – prosegue Di Silverio – di essere di fronte a un vero e proprio disegno per destrutturare questa professione nel futuro".

Nel nel 2022 i partecipanti al test di accesso a Medina sono sono stati 65.378

Miur

Stando alle parole di Bernini, l'eliminazione del numero chiuso sarebbe necessaria per affrontare l'attuale mancanza di medici in Italia, un problema che – complice la pandemia – ha mostrato i suoi effetti negativi sulla tenuta e la qualità del Sistema sanitario nazionale. In una parole, sulla stessa possibilità di garantire a tutti il diritto alla salute.

Nulla di più sbagliato. Almeno secondo Di Silverio, che ha spiegato a Ohga perché l'eliminazione del numero chiuso non è la soluzione al problema della carenza dei medici in Italia:

"La carenza di personale medico attuale è dovuta a quindici anni di disinvestimenti nella Sanità, ma non si risolve eliminando oggi il numero chiuso: il problema è nato nel momento in cui a fronte dei 10mila posti disponibili a Medicina, ce ne erano circa 5-6mila per i corsi di specializzazione (senza i quali un medico non può lavorare in ospedale)".

"A questo gap numerico – aggiunge Di Silverio – si è aggiunto il fenomeno della cosiddetta gobba pensionistica, che raggiungerà il suo culmine introno al 2026, quando andrà in pensione il doppio dei medici previsto in media ogni anno".

I rischi della proposta

In una parola a pesare sul Sistema sanitario nazionale – sintetizza il segretario – non è stato il numero chiuso a Medicina in sé, ma la mancanza di programmazione, quella che secondo Di Silverio caratterizzerebbe anche la proposta del ministro dell'Università.

"Una proposta populista, perché non ha nessun fondamento nella realtà: è vero oggi mancano 15mila medici, ma quando la gobba pensionistica si sarà esaurita e si inizieranno a vedere i primi effetti dell'aumento dei posti a Medicina e soprattutto di quelli previsti per i corsi di specializzazione, voluti dall'ex ministro della Sanità, Roberto Speranza, il problema della mancanza di personale rientrerà gradualmente".

Cosa potrebbe succedere se venisse aperto l'accesso libero a Medicina? Secondo Di Silverio, proprio niente di buono. Per due ragioni: "Per formare un medico servono 11 anni e un costo per lo Stato di 250mila euro. Questo significa che tra 11 anni avremmo un esercito di "disoccupati di lusso", in eccesso rispetto a quelle che saranno le esigenze di quel momento".

Ma le conseguenze negative dell'attuazione di questa proposta sarebbero visibili già nel presente: "Fare entrare a Medicina chiunque volesse – conclude il segretario nazionale di Anaao Assomed – richiederebbe strutture e risorse che l'Università italiana non possiede. Basta pensare che nel nel 2022 i partecipanti al test di accesso sono sono stati 65.378 (dati MIUR) e non dimentichiamo che Medicina richiede la presenza obbligatoria. Materialmente sarebbe impossibile gestire così tante matricole".

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